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Claudio Nassi: "La protesta pubblica compatta gli arbitri, Inter e Fiorentina due esempi"

Claudio Nassi: "La  protesta pubblica compatta gli arbitri, Inter e Fiorentina due esempi"TUTTO mercato WEB
giovedì 27 febbraio 2014, 07:122014
di Redazione TMW.
fonte Pietro Lazzerini per firenzeviola.it

Si infiamma la polemica sugli arbitri e sul Giudice Sportivo Tosel che ha comminato 4 giornate di squalifica allo spagnolo Borja Valero dopo il contatto con Gervasoni nella gara contro il Parma. Per parlare dei recenti avvenimenti e dei torti arbitrali subiti dalla Fiorentina, la redazione di FirenzeViola.it ha contattato in esclusiva l'ex dirigente gigliato e noto conoscitore della politica del mondo del calcio Claudio Nassi:

Signor Nassi cosa ne pensa delle decisioni del Giudice Sportivo in seguito a Parma-Fiorentina?

"Dei giocatori di esperienza come quelli che ha in rosa la Fiorentina dovrebbero sapere che in campo sono più importanti le regole non scritte di quelle scritte. L'arbitro deve uscire sempre come il migliore in campo, se mini questa sicurezza con gesti plateali è normale che la reazione sia simile a quella di Gervasoni. Gli allenatori invece di parlare di moduli, alla propria squadra dovrebbero insegnare come comportarsi per evitare lo scontro diretto con il direttore di gara, perchè lui è intoccabile".

Allora come si può lottare contro queste situazioni?

"Sicuramente stando in silenzio sia in campo che davanti ai media. Meno se ne parla in pubblico meglio è, perchè con le proteste pubbliche gli arbitri si uniscono e prima o poi ti fanno pagare le tue accuse, un po' come sta succedendo anche per l'Inter. E' fondamentale invece il lavoro dietro le quinte: una telefonata, un incontro o anche un discorso nelle sede opportune. Non devono essere i giocatori e l'allenatore a provare a farsi giustizia, ma la società che nelle sedi opportuni alzi la voce per avere ciò che gli spetta, cioè uguaglianza nelle decisioni arbitrali".

Quindi Montella e Andrea Della Valle sbagliano a protestare in televisione o sui giornali?

"Parlare pubblicamente fa contenti soltanto i tifosi che così pensano di farsi sentire contro i soprusi, ma non è così. Un presidente deve essere molto presente al di fuori delle sedi pubbliche. E' lì che si deve fare sentire".

Ma quindi pensa che questo non cambierà mai?

"Il calcio purtroppo non ammette le proteste pubbliche, perchè ci sono troppi poteri da difendere dal pubblico e dalle critiche dei tifosi. Il calcio è più difficile nella sua parte politica rispetto a quella sul campo e i Della Valle questo lo dovrebbero sapere bene. E' chiaro che anche io penso che sia vergognoso che nel 2014 non ci sia tecnologia in campo o una regola uniformata per il fuorigioco ad esempio, però allo stesso tempo so che le grandi federazioni e i grandi club nazionali non hanno nessuna intenzione di perdere il proprio controllo sugli eventi".