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Di Marzio: "Donnarumma, l'insostenibile leggerezza di essere predestinato"

Di Marzio: "Donnarumma, l'insostenibile leggerezza di essere predestinato"TUTTO mercato WEB
venerdì 30 ottobre 2015, 08:032015
di Redazione TMW
fonte Gianluca di Marzio gianlucadimarzio.com
articolo pubblicato il 26 ottobre 2015

Il fratello ha la barba incolta e un accenno di cresta, fa il portiere come lui e lo aspetta nel garage di San Siro per il primo abbraccio dopo il debutto. Gigio è felice, sorride, saluta Antonio (adesso al Genoa, infortunato) e insieme si godono questa domenica speciale. Perfetta? Non proprio. Perché Donnarumma il più atteso si è concesso anche un errore nel giorno del suo esordio in serie A. Riavvolgiamo infatti il gol di Berardi: lui fa un passo dietro la barriera, forse perché non vede la palla partire, e quando torna sul suo palo è troppo tardi per salvare la punizione dell'incubo rossonero. Dice il saggio, Beppe Bergomi: "Anche io ho debuttato in A facendo uno sbaglio, sempre a San Siro, ovviamente con la maglia dell'Inter. Ma vincemmo 2-1, come oggi è capitato a Donnarumma: gli auguro di fare ancora meglio di me...", chissà. Intanto, il ragazzino che sembra un ragazzone si è già preso tanti applausi, mille pacche sulle spalle e un esordio a 16 anni, 8 mesi e 6 giorni. Caspita. Faceva un certo effetto vederlo riscaldarsi con Abbiati e Diego Lopez al suo servizio, non era un semplice allenamento. Nato nel 99, il numero che ha scelto sulla maglia, a Pompei e cresciuto calcisticamente a Castellammare, Gianluigi -sì, proprio come Buffon- è costato circa 500mila euro. Non poco per un ragazzo della sua età, anzi.

Ma tutti dalle sue parti sapevano che "uno così nasce poche volte": quando gli avversari lo affrontavano, dovevano tirargli 100 volte per fare un gol, nonostante giocasse sempre con i più grandi, almeno di due anni. "Oggi, Scuola calcio Azzurri contro Donnarumma...", era lo slogan di ogni partita nella sua zona. Lui l'avversario da battere, il piccolo fenomeno. Con un padre, falegname di professione, sempre presente, anche nei primi corteggiamenti, quelli di Juve e soprattutto Inter, promosso tecnicamente anche da Luciano Castellini: trattativa infinita con il Club Napoli (la scuola calcio stabiese proprietaria del cartellino) ma accordo non trovato, piuttosto alte le pretese della società e della famiglia. Il primo agente fu Martorelli, poi arrivò Raiola, il passaggio al Milan una naturale conseguenza. Dopo il fratello grande Antonio, toccò a lui. Brocchi in Primavera lo fece esordire in un derby, preferendolo ai tre portieri in età per giocare. Proprio come Miha, contro il Sassuolo. Fregandosene dei rischi e del momento magari poco indicato per lanciarlo. La barba cresce poco, i capelli sono ordinati, i guanti già pronti per la prossima contro il Chievo. Se giocherà, lo vedremo ancora entrare a testa alta: il saluto al pubblico, un tocco scaramantico con la mano al palo di destra, poi un altro a quello di sinistra. L'insostenibile leggerezza di essere un predestinato.