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Barbato: "Udinese Academy, le ragioni di un grande progetto"

ESCLUSIVA TMW - Barbato: "Udinese Academy, le ragioni di un grande progetto"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 11 febbraio 2016, 19:252016
di Stefano Sica

Da cinque mesi coordina in Campania il progetto Academy dell'Udinese, il cui responsabile nazionale è Massimiliano Ferrigno. Una nuova e stimolante esperienza per Cristoforo Barbato, allenatore e preparatore atletico partenopeo che lo scorso anno ha affiancato Silvio Paolucci nello staff tecnico della Sambenedettese. Importante, in questo senso, la collaborazione con l'osservatore del club friulano, Riccardo Guffanti, che lo ha coinvolto in questo percorso che vede l'Udinese in prima linea nella ricerca di giovanissimi talenti da far maturare eventualmente nelle giovanili bianconere. "Sì, Guffanti mi ha consigliato a Ferrigno e, di conseguenza, mi è stato affidato questo incarico - sottolinea Barbato -. Sono stato ad Udine e per qualche giorno mi sono stati sottoposti i loro programmi. La mia collaborazione andrà avanti fino a giugno, con una opzione per l'anno successivo. Nei mesi scorsi, tra l'altro, ho conseguito l'abilitazione a Coverciano per osservatore professionista. Avevo scelto di seguire il corso quasi per divertimento e per fare una nuova esperienza, poi è diventata una ennesima passione".

Come è strutturato il progetto Udinese Academy in Campania?
"Abbiamo otto società affiliate che sono la Calcio Mazzeo di San Sebastiano al Vesuvio, il club Napoli Castellammare di Stabia, sodalizio che ha sfornato gente come Mirante o Donnarumma, il Calcio Boca Soccer di Terzigno, il Cisterna Football Club di Castello di Cisterna, la società Campagnano di Ischia, l'Agrese di Nocera Inferiore, peraltro la prima affiliata dell'Udinese in Campania, lo Sporting Ariano di Ariano Irpino e la scuola calcio Wembley di Bellizzi, l'ultima affiliata in ordine di tempo. In questa avventura mi assiste il Prof. Fabio Quaremba mentre Alessandro Dozio, coordinatore tecnico e referente nazionale dell'Udinese, ci dà le direttive. Per ogni società stabiliamo sette allenamenti annuali: tre per i Giovanissimi, due per gli Esordienti ed uno per i Pulcini. Ma è previsto anche un Udinese day per tutte le categorie, e quello è soprattutto un giorno di festa per i ragazzi. Abbiamo in programma a breve anche un raduno regionale durante il quale l'Udinese visionerà i ragazzi scelti da noi. Di sicuro possiamo segnalare i migliori tra i 2001 e i 2002. Qualcuno, in verità, già è salito ad Udine, altri lo faranno a breve. Sono davvero soddisfatto di questa avventura, è un lavoro che mi dà gioia e mi gratifica perché stare a contatto coi ragazzi è impagabile".

Da ex Avellino, come giudica questo rallentamento improvviso dei Lupi?
"Intanto ritengo che il mercato di gennaio sia stato positivo perché l'Avellino ne è uscito rinforzato lì dove era carente, ovvero sulle fasce, grazie agli arrivi di Pucino e Pisano. E' chiaro che, in attacco, la partenza di Trotta è stata pesante perché un giocatore del suo valore non è arrivato. L'Avellino può uscire da questo momento no perché, nonostante ci siano squadre tecnicamente superiori, il campionato è molto livellato. E raggiungere i play-off è possibile a meno che il Pescara non vada come un treno e trovi continuità, rendendo impraticabile la disputa degli spareggi. L'Avellino ha già dimostrato di avere il carattere e la convinzione per mettersi alle spalle i momenti difficili. Mi stupisce, tuttavia, che i biancoverdi abbiano la seconda peggior difesa del campionato. Ma questo non lo imputo alla qualità del settore in sè, bensì ad un equilibrio che non sempre la squadra riesce a mantenere in campo. Basti vedere l'azione che ha portato il Novara al primo gol. Ripeto, la corsa sarà per la terza piazza. Il Cagliari ha un organico nettamente superiore alle altre mentre il Crotone, insieme a Brescia e Pescara, gioca il miglior calcio della serie B grazie ad un ottimo tecnico come Juric. In assoluto, comunque, vedo che in questo campionato di B c'è molta qualità rispetto agli anni scorsi. E tanti giovani interessanti che, a mio avviso, potranno rappresentare un ottimo serbatoio per la Nazionale".

E dell'esperienza Samb cosa ci racconta?
"Gioie e dolori. Da un lato, ho lavorato in una piazza magnifica alimentata da tifosi di un'altra categoria e da una città di persone perbene. San Benedetto merita la B per la sua passione, che è unica, e sono felice che la Sambenedettese stia andando oggi a gonfie vele. Dal punto di vista societario, invece, non è stata una esperienza felice. Tante promesse e pochi fatti. Col presidente Bucci c'è stato un buon rapporto, con Moneti di meno. Il risultato è che ad un certo punto siamo stati totalmente abbandonati persino nella gestione quotidiana. Con Paolucci siamo arrivati con la squadra settima, portandola al terzo posto con 16 risultati utili in 18 partite, perdendo peraltro con la Maceratese, poi promossa, dopo essere passati in vantaggio ed essere rimasti in 9. Tutto questo nonostante le difficoltà esistenti e una società totalmente assente. Avremmo potuto lamentarci pubblicamente, invece siamo stati in silenzio con tutti remando sempre nella stessa direzione per serietà professionale ed amore della maglia. Ma a nulla è servito. Tuttavia resta il fatto di essere tornato a lavorare con una persona come Paolucci, allenatore di spessore e uomo di grandi qualità umane, e di essermi confrontato con giocatori importanti, nonché ragazzi eccezionali, coi quali mi sento tutt'oggi".

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