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ESCLUSIVA TMW - Civitarese esalta Puggioni: "Ha il dna del titolare"

ESCLUSIVA TMW - Civitarese esalta Puggioni: "Ha il dna del titolare"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 12 marzo 2013, 12:362013
di Marco Conterio
fonte di Raffaella Bon - @raffaellabon

Il mental coach Roberto Civitarese, ha parlato a Tuttomercatoweb.com del momento di Christian Puggioni del Chievo Verona, eroe dei clivensi dopo la gara contro il Napoli.
Ti aspettavi che facesse così bene?
"Quando lavoro con un calciatore la prima cosa che facciamo insieme è fissare un obiettivo, il gradino più alto della carriera. Ricordo ancora quando feci la domanda a Christian, che in quel periodo giocava in serie B a Piacenza, e mi rispose che voleva giocare in serie A ed essere importante e determinante per la sua squadra. Quando domenica ho visto le sue parate e soprattutto quella decisiva sul rigore di Cavani ho pensato che Christian avesse raggiunto l'obiettivo che si era prefissato, il gradino più alto della sua carriera. Può sembrare strano ma per me è una cosa normale vedere un giocatore raggiungere obiettivi importanti quando lavora con dedizione e professionalità".
Che tipo di lavoro avete fatto dal punto di vista mentale per accettare e superare il periodo della panchina?
"Questo è l'aspetto più delicato perchè ero consapevole di lavorare con un portiere che non stava giocando ma che aveva una forte identità da titolare. Per accettare serenamente e superare questo periodo abbiamo utilizzato la tecnica della visualizzazione che consiste nel creare e riprodurre nella mente la prestazione della gara non giocata. Questa tecnica consente di "vivere" emozionalmente la partita. Per la nostra mente non c'è differenza tra una situazione reale e una vividamente immaginata. In questo modo per Puggioni è come se avesse giocato tutte le partite con la differenza che l'immaginazione ti permette di giocare partite perfette, senza errori".
I meriti sono anche tuoi visto che lo segui dai tempi del Piacenza come è cresciuto e dove può arrivare?
"Quando un giocatore ottiene il risultato per il quale abbiamo lavorato con costanza superando spesso molti ostacoli, confesso che la gioia anche per me è molto grande, quasi come se fossi in campo con lui in quel preciso momento. Tuttavia credo che i meriti vadano sempre dati al giocatore che è il vero protagonista e realizzatore finale dell'obiettivo. Christian Puggioni ha fatto molta gavetta e si è conquistato in campo tutto ciò che ha ottenuto. Ho saputo che ha ricevuto i complimenti da Gigi Buffon, questo credo sia il segno che Christian possa arrivare ovunque desidera. Ora starà a lui fissare un nuovo e stimolante obiettivo per la sua carriera".
Parliamo della lotta per la salvezza: chi vedi in netta difficoltà?
"Palermo, Pescara e Siena sono le ultime tre squadre in classifica.

Sopra c'è il Genoa. Credo che di compromesso non ci sia nulla. Ci sono dieci partite al termine con 30 punti a disposizione. Tutto può ancora succedere, l'importante è crederci".
Cosa fare per provarci?
"Per restare in serie A occorre fare gruppo e prendere consapevolezza dei mezzi che si hanno a disposizione. Cominciare a fare la caccia al colpevole non aiuta perchè proietta tutto l'ambiente ad una situazione negativa e di sconforto. Dire che la prossima partita è quella decisiva non aiuta di certo. Ci sono 30 punti a disposizione bisogna concentrarsi su ogni singola partita che vale 3 punti importantissimi".
Il Palermo è in B o può riuscire a salvarsi?
"Come dicevo prima non darei per scontato che il Palermo sia già in B. Ci sono molti punti a disposizione e la distanza con la quartultima è breve. I troppi cambi destabilizzano l'mbiente e soprattutto delegittimano il mister che ha il compito di guidare la nave al porto sicuro della salvezza. Se viene meno la fiducia sulla guida tecnica tutto diventa più difficile. Non è un caso che le squadre che retrocedono spesso sono proprio quelle che hanno cambiato più allenatori".
Come può una città di Palermo accettare la retrocessione?
"Preferirei non rispondere a questa domanda proprio per non dare per scontato che il Palermo sia già retrocesso. Preferirei rispondere alla domanda "come può la città di Palermo fare in modo che la squadra reagisca e lotti fino alla fine per restare in serie A"? E la risposta è scontata: sostenere fino alla fine i propri ragazzi e il mister che hanno il dovere di provarci fino alla fine. Il pubblico può diventare davvero determinante in questa lotta per non retrocedere.

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