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De Simone: "Credo in Benitez e nel progetto Napoli"

ESCLUSIVA TMW - De Simone: "Credo in Benitez e nel progetto Napoli"TUTTO mercato WEB
© foto di Insidefoto/Image Sport
venerdì 6 giugno 2014, 07:052014
di Stefano Sica

Il doppio salto della Frattese dalla Promozione campana alla serie D porta il suo timbro. Come del tecnico Teore Grimaldi, un passato alla guida degli Allievi Nazionali del Napoli. Entrambi frattesi doc, entrambi con una grande voglia di rivincita e di rimettersi in discussione. Marco De Simone è da due stagioni ds del club nerostellato, anche se è in possesso del patentino di allenatore di seconda categoria (ha diretto gli anni scorsi Capri e Ippogrifo Sarnese). Nel suo passato da calciatore anche un'annata con la maglia azzurra del Napoli, prima stagione targata Maradona. Ora questa avventura da dirigente, densa di gratificazioni, nella squadra della sua città. "Ma l'obiettivo è quello di fare un campionato tranquillo, di assestarci - premette De Simone -. Nel 2012 abbiamo abbracciato questo progetto ripartendo da zero, con un titolo e un semplice pezzo di carta. La società aveva programmato la D in quattro anni. Noi abbiamo bruciato le tappe. Quello che ci interessa ora è costruire una base improntata sui giovani. Già quest'anno abbiamo inserito la formazione Allievi nella nostra struttura. E stiamo sviluppando una fertile collaborazione con diverse scuole calcio di Frattamaggiore. Insomma, si cerca di portare avanti una simbiosi per far sì che i ragazzi del posto non vadano via".

La scorsa estate non eravate partiti per vincere. Poi avete ribaltato i pronostici.
"Infatti. Volevamo fare un campionato senza patemi ma dignitoso. Poi è chiaro che Fratta è una piazza importante che merita tanto. Ragion per cui dovevamo mettere in piedi una rosa che facesse bella figura e suscitasse divertimento. Grimaldi è stato l'allenatore giusto per questo progetto. Ci conosciamo da ragazzi e sapevo che persona è. Intanto è un tecnico che sa valorizzare i giovani. Io poi cerco sempre di collaborare con persone competenti anche se in quel momento magari sono in pochi che credono in loro. Lo stesso vale per i giovani che abbiamo preso due anni fa, tutti ragazzi che potevano sposare questo progetto anche se venivano trascurati da tanti addetti ai lavori. Io e il mister volevamo metterci in discussione. E per me, che ho questa maglia cucita sulla pelle, è stato facile credere in questa avventura, a prescindere dalla categoria. Tornando a questa stagione, implementando la rosa con 4 innesti di valore, abbiamo raggiunto un obiettivo insperato. Avevamo di fronte tre avversari, tra gli altri, che partivano col favore del pronostico: San Marco Trotti, Quarto e Vollese. Abbiamo vinto in casa loro tutti e tre i match nel girone di andata. Lì ho capito che saremmo andati lontano".

A fine campionato, però, c'è stato un calo che avrebbe potuto compromettere il vostro cammino.
"Direi che è stato solo un calo mentale. Siamo stati la lepre per tutto il campionato e vi garantisco che questa condizione è la più difficile. Per chi insegue e non ha nulla da perdere, è facile esprimersi senza pesi psicologici. La squadra fisicamente stava bene, era pimpante. C'è stata però un po' di rilassatezza, mista ad un pizzico di paura di non farcela. Ma la mentalità non è mai mancata. Col Quarto ad esempio, pur potendo disporre di due risultati su tre, siamo scesi in campo per vincere, anche per tenerli definitivamente distanti. Il pubblico comunque ci ha dato una grossa mano. Abbiamo sempre avuto in media un numero di 800 persone presenti allo stadio. Una cornice di appassionati che pochi possono permettersi in queste categorie. Tanto che spesso è successo che molti giocatori avversari si esaltassero allo Ianniello".

La forza della Frattese è anche una società che fa calcio per passione, senza fare il passo più lungo della gamba e rispettando i ruoli.
"La nostra forza è stata l'agibilità. La dirigenza ci ha sempre garantito libertà assoluta dandoci carta bianca per prendere le decisioni. I giocatori vengono qui perché vedono serietà e organizzazione, sia sotto l'aspetto economico sia sotto l'aspetto delle strutture. In questo devo ringraziare il sindaco e l'amministrazione comunale per averci messo a disposizione un impianto invidiabile. Noi vogliamo continuare a perseguire le nostre idee anche per far appassionare altri imprenditori che potrebbero decidere, magari, di avvicinarsi alla Frattese, perché l'entusiasmo chiama entusiasmo".

Possiamo già ufficializzare qualche riconferma?
"Intanto il portiere Mezzacapo. Alla sua età si allena come un ventenne. E' sempre il primo ad arrivare al campo e l'ultimo ad andare via. E' un professionista esemplare. Nella prossima stagione rivestirà la doppia veste di calciatore ed allenatore dei portieri. Dovrà far crescere i giovani della nostra rosa e ha le qualità morali per farlo. Poi Costanzo, che ha sposato con entusiasmo il nostro progetto, Celiento, Vitale, Damiano e altri under. Abbiamo preso Bonavolontà, un elemento in cui crediamo molto. Lo avevamo già contattato a dicembre ma lui, essendo di S. Maria Capua Vetere e capitano del Gladiator, non se l'era sentita di abbandonare la squadra che ama a campionato in corso. Un comportamento che ho apprezzato molto perché lì si è visto l'uomo. Poi avremo con noi Gaetano Toscano, un atleta che conosce bene la D e ha militato tanti anni anche tra i professionisti. Stiamo aspettando comunque risposte da altri giocatori. Molti logicamente vogliono sapere come andrà a finire la faccenda ripescaggi per decidere".

Lei ha militato nel Napoli nella stagione 1984/85, la prima dell'era Maradona. Tante difficoltà all'inizio, poi il patto di Vietri sul Mare e quindi una ricorsa senza ostacoli.
"Indimenticabile quel ritiro a Vietri. Lo propose Carletto Iuliano il quale suggerì a Ferlaino di allontanarsi per qualche giorno da Napoli per ritrovare la serenità. Lo spogliatoio era spaccato e una parte della squadra osteggiava Maradona. A questi compagni Diego aveva detto chiaramente che dovevano farsi da parte perché il loro rendimento era insufficiente. Da lì si creò la frattura. Nel ritiro fece irruzione Ferlaino che parlò con Maradona e Marchesi. Ci fu un chiarimento fra tutti e nacque la nostra riscossa. Facemmo un'amichevole a Cava e la domenica successiva battemmo l'Udinese 4-3 al San Paolo. Feci io l'assist a Bertoni che si procurò il primo dei due rigori. Alla fine di quell'anno totalizzai 19 presenze. A Napoli non feci solo il difensore, ma anche il centrocampista. Marcavo gente come Brady, Platini e Zico, dovevo limitare le loro giocate. Con Bruno Conti non ci riuscii. Un giocatore eccezionale, mi fece impazzire. Ma per me giocare nella squadra per cui facevo il tifo fu una gioia enorme".

E il progetto del Napoli odierno come lo vede?
"Bene. Credo molto in Benitez. Lui conosce i giocatori e sa prendere quelli più congeniali alla sua idea di calcio. Lo abbiamo visto con Henrique, che in pochi mesi ha fatto davvero bene, come per la colonia spagnola o per Mertens, nel quale qualcuno non credeva. Al Napoli basta davvero poco per fare il salto di qualità definitivo".

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