Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

ESCLUSIVA TMW - Gil De Ponti: "Il mio calcio e quell'anatra al guinzaglio"

ESCLUSIVA TMW - Gil De Ponti: "Il mio calcio e quell'anatra al guinzaglio"TUTTO mercato WEB
sabato 4 gennaio 2014, 08:452014
di Chiara Biondini
fonte Lorenzo Marucci

Gianluca De Ponti, attaccante degli anni '70-'80 che ha vestito le maglie tra le altre di Cesena Avellino, Ascoli, Sampdoria e Bologna, ha ripercorso ai microfoni di tuttomercatoweb.com, la sua carriera.

Non è mai arrivata la chiamata di una grande squadra, oppure è stato lei che non l'ha voluta prendere?
"No non è che sono stato io, a quei tempi quando una grossa squadra ti richiedeva sparavano delle cifre enormi e a allora ho avuto la sfortuna. potevo andare a Roma e Napoli, ma cercavano i grossi nomi e sono sempre rimasto nelle squadre modeste diciamo".

Si è scritto che lei era un giocatore dal carattere ribelle, si è scritto a proposito dei suoi capelli lunghi, dei suoi baffoni, c'era qualcosa di vero?
"Era un po' esagerata. Ero un po' estroso come sono tutti i ragazzi giovani, poi maturando p logico che entri nel calcio professionistico, dove le società investivano i soldi per te e quindi toccava fare la vita regolare".

E' vero che nei momenti liberi portava al guinzaglio un oca?
"Fu uno scherzo di quando ero giovane, trovai questa anatra a Cesena e ebbu l'idea di portarla in centro là e da lì venne fuori".

Sull'etichetta "figlio delle stelle" che le era stata data dalla canzone di Sorrenti che andava molto di moda, perchè probabilmente le piaceva andare in discoteca la sera?
"Mi piaceva star fuori come tutti i giovani, si ripete sempre questa questione giovanile, ora sto recuperando quello che ho fatto da giovane, vado a letto presto ora che non gioco, prima andavo a letto tardi, però sempre nelle dovute maniere".

Chi era realmente De Ponti in campo?
"Io ho sempre dato l'anima dove sono andato,era un calcio vero, ora mi sembra più macchinato con falli tecnici, in certi momento non è che mi piaccia molto".

L'Avellino è stata la squadra con cui ha segnato di più nel calcio, è l'esperienza a cui è più legato?
"No veramente sono legato con tutte, anche con la Fiorentina ho fatto il tipo da quando sono nato. L'Avellino mi fa piacere lo sto seguendo anche ora in serie B, spero che riesca a venire in Serie A, ma sono più legato al Cesena, al Bologna , perchè ho un figlio bolognese e lì mi sono sposato e la Fiorentina. Poi tifo sempre per le squadre dove ho giocato e sono stato bene".

Il gol a cui è maggiormente legato?
"Non ne ho fatti molti, perché ero abituato a rientrare e aiutare e poi a quei tempi c'era a ogni partita fare un punto era come farne tre oggi, perciò di gol ne ho fatti tanti, mi ricordo quello con il Bologna, quando si vinse 2-1 con l'Inter, mi ricordo il primo gol in serie A. Ho sempre fatto dagli otto ai dieci gol alla volta non tanti".

"A chi mi ispiravo? A me stesso, mi hanno perfezionato, sono nato dal niente, non ho avuto scuole. Ho avuto il maestro Marchioro che mi metteva al muro per migliorarmi e ci sono riuscito".

"Il difensore più difficile da affrontare? A quei tempi stavano a uomo, ti picchiavano, dico il mio amico Galdiolo, ho sempre avuto Manfredonia, Gentile era difficile anche per loro marcarmi, perché ero un tipo di punta che mi piaceva smarcarmi".

© Riproduzione riservata
(Interviste video)