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esclusiva

Sconcerti: "Parma, regole infrante ma il sistema funziona"

ESCLUSIVA TMW - Sconcerti: "Parma, regole infrante ma il sistema funziona"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
mercoledì 18 marzo 2015, 18:192015
di Marco Conterio

Una delle prime firme del giornalismo italiano, Mario Sconcerti, editorialista de Il Corriere della Sera ed opinionista Sky Sport, per Tuttomercatoweb.com fotografa la crisi del Parma Calcio anche e soprattutto dopo l'arresto di Giampietro Manenti. "I controlli esistono ma quando un'azienda è in una zona di disperazione, si cercano anche soluzioni disperate. Altra cosa è il regolamento: quello prevede controlli ma di tipo fiscale, sul pagamento degli stipendi, se ci sono le lettere di liberatoria dei giocatori, se ci sono precedenti fiscali. Sono elementi basilari ma non quel che fa la vita di una grande azienda. Spesso scambiamo la Federcalcio per la Guardia di Finanza: non bastano i controlli, il calcio vive di aziende private, ma ci sono anche dei controlli che non puoi fare".
Quel che stupisce è che Manenti abbia potuto sedersi al tavolo dei grandi di A, acquistando un club.
"Ci sono società in Italia con centinaia di milioni di debito. Sono problemi relativi all'azienda, non puoi far altro che vedere se rispettano i parametri della Federcalcio, se hanno versato l'Irpef, ovvero se sono in pari con l'iscrizione al campionato".
Il Parma, intanto, viaggia verso il fallimento.
"E' un caso comune in Italia: sono fallite oltre cento società professionistiche.

Vediamo il Parma diversamente perché è a campionato in corso ma il grande Parma l'ha costruito Tanzi che è ancora in galera. Però prima di tutto ci devono essere concetti di libertà e preferisco eccedere in libertà: se un imprenditore prende una società, si prende onori ma anche oneri e se va in galera significa che il sistema funziona".
Niente di cui stupirsi, insomma.
"Non riesco a scandalizzarmi per il caso Parma. Secondo me non doveva proseguire il campionato, falsi la realtà quando intervieni ed ora è falsata fino alla C".
Il calcio non può esser controllore di sè stesso, dunque?
"Quando accadde alla Fiorentina, nessuno si fece tante domande. E' successo alla Fiorentina, al Bari: un'azienda che si mette in condizione di fallire, fallisce. Siamo noi a pensare che il calcio debba intervenire ma il calcio non è la Guardia di Finanza e non può vedere le operazioni di un imprenditore. Se non rispetti canoni e regolamenti, perdi i punti: un imprenditore deve essere libero, ma noi viviamo di slogan. Ora abbiamo la pietà per Parma, ma non riesco a capire: ci sono regole potentemente infrante, arrivederci e grazie".

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