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Estadio Da Luz, da Eusebio agli Europei 2004: un po' di storia

Estadio Da Luz, da Eusebio agli Europei 2004: un po' di storia TUTTO mercato WEB
© foto di Giulia Borletto/TuttoMercatoWeb.com
giovedì 24 aprile 2014, 12:212014
di Giulia Borletto

La Juventus farà tappa a Lisbona questa sera giocando l'andata delle semifinali di Europa League all'Estadio Da Luz, uno stadio che attualmente può ospitare più di 65 mila persone. L'attuale impianto però non è quello originale, demolito e ricostruito nel 2003, in occasione degli Europei 2004: la finale tra Portogallo e Grecia, persa dai padroni di casa, si giocò qui. Il vecchio Da Luz aveva una capienza tale da classificarlo come il terzo stadio più grande al mondo e il più grande d'Europa. Il Benfica a cavallo tra gli anni 50 e 60 è stata la squadra più forte di tutti i tempi in terra lusitana grazie alla presenza del grande Eusebio. Fu proprio per il desiderio della gente di vedere all'opera questa formazione che lo stadio aumentò di capienza fino a poter ospitare addirittura 120 mila spettatori: gli stessi tifosi parteciparono economicamente alla creazione del terzo anello. Il record di presenze spetta alla partita Benfica-Porto del 4 gennaio 1987, alla quale assistettero ben 135.000 tifosi.

Le norme Uefa dal 1992 però lo classificarono come non idoneo in quanto a sicurezza perché dovevano esserci solo posti a sedere, poi con l'annuncio degli a Europei del 2004, a fine anni 90, si decise per l'ammodernamento a cui partecipò l'architetto Damon Lavelle, il quale progettò uno stadio che usasse il più possibile la luce naturale. La UEFA classifica il da Luz oggi, come uno tra gli stadi "Elite", riconoscimento che gli consente di ospitare le finali delle coppe europee tra cui quella di Champions di quest'anno. I portoghesi lo chiamano la Cattedrale, vista la sua imponenza. È oggi meta di pellegrinaggi frequenti in quanto, nel 1992, davanti all'entrata è stata eretta una statua in ricordo della Pantera Nera: in occasione della sua morte ad inizio 2014 vennero organizzate delle veglie davanti alla statua che ancora oggi è ricoperta da maglie e sciarpe rosse.

© foto di Giulia Borletto
© foto di Giulia Borletto
© foto di Giulia Borletto