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Ferrante: "Spero che al Torino non ci siano problemi interni"

Ferrante: "Spero che al Torino non ci siano problemi interni"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
giovedì 28 gennaio 2016, 10:322016
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Marco Ferrante è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Ferrante è un direttore sportivo e ha da poco inaugurato una sua scuola calcio la "Marco Ferrante Soccer School" (http://www.marcoferrantesoccerschool.it) che ha sede in coso Allamano 125 a Grugliasco, comune confinante con quello di Torino. Da giocatore ha militato nel Torino dal 1996 al 2004, con una parentesi di qualche mese nel 2001 all'Inter. Con lui abbiamo parlato del periodo di difficoltà che sta vivendo il Torino.
Il Torino nelle prime sei giornate ha incamerato tredici punti e nelle successive quindici altrettanti, più che raddoppiato il numero delle gare, però i punti sono rimasti uguali. Come si spiega un tale calo?
"Spero, da cuore Toro, che al Torino non ci siano problemi interni. La vicenda Quagliarella e anche altri malumori dei quali si vocifera, io non sono propenso ad ascoltare il tam tam delle voci, fanno pensare che nello spogliatoio ci sia qualche cosa che non va. Una metamorfosi totale come quella che è avvenuta al Torino, che è passato dall'essere una squadra che giocava un bel calcio e metteva in difficoltà anche le big al diventare l'opposto, non può essere spiegata con sfortuna o eventi negativi casuali. Mi auguro che quest'involuzione sia temporanea, ma mi rendo conto che i problemi ormai persistono da diverso tempo, per questo dico che spero non ci siano problemi interni perché quando subentrano questi tipi di malumori difficilmente se ne esce. Ormai gli obiettivi fissati a inizio stagione sono molto distanti, a fine estate si pensava non dico a un altro miracolo calcistico perché tutto quello che ha ottenuto il Torino negli ultimi due anni è stato assolutamente meritato, ma ad ambire a un posto in zona l'Europa League in modo da lottare per conquistarlo nel finale di stagione. Oggi questo è un sogno abbastanza proibitivo, anche se sperare è sempre lecito, però, ci sono troppe squadre davanti al Torino che oltretutto ha i problemi di cui abbiamo appena parlato. Dicevo della speranza che va comunque sempre coltivata anche perché l'organico della squadra ha la potenzialità non dico per vincere tutte le partite dalla prossima con il Verona all'ultima con l'Empoli, ma sicuramente di conquistare molti punti, molti di più dei tredici fatti in quindici partite. Per riuscire a vincere tante partite ci deve essere l'unione d'intenti e l'armonia che c'era in passato quando la squadra vinceva e convinceva. Recentemente si è vinto con il Frosinone, però, si è convinto pochino perché da una squadra meno forte si sono subiti comunque due gol, uno era un autogol, ma questo capita quando l'avversario è molto vicino a segnare di suo. Subire due gol in casa dalla penultima in classifica per il Torino, che aveva come arma migliore l'organizzazione difensiva, indica che qualche cosa non va. Anche questo indica che gli obiettivi fissati a inizio stagione oggi è più difficile che possano essere raggiunti.
La prossima partita è in casa con il Verona che è ultimo in classifica con dieci punti, non ha mai vinto e ha il peggior attacco della serie A, quattordici i gol fatti. Scontato dire che il Torino è obbligato a vincere, però deve anche fare una prestazione impeccabile, concorda?
"Sì, il Verona sulla carta è già quasi retrocesso. Dicevamo che l'ultimo termine di paragone è quello della partita con il Frosinone che sta facendo un po' meglio del Verona, ma ha un andamento simile. Quella di domenica è una partita che non può essere presa sotto tono dal Torino se pensa di fare dei veneti un sol boccone finisce per fare la frittata. Penso che il Toro vincerà con il Verona con la speranza che convinca e che torni a giocare come ha fatto nelle prime partite di campionato in modo meno compassato e più piacevole".
Il ritorno d'Immobile ha dato l'idea che con lui in campo la squadra possa essere più vivace, ma è l'uomo che può innescare la svolta oppure è come mettere una toppa non potendo rifare il vestito?
"Indubbiamente Immobile è un rinforzo molto importante, lo dicono i numeri al di là del fatto se il giocatore piace o non piace. Ciro è un giocatore che mi piace per l'atteggiamento che ha perché segna e ha sempre fame di gol, lotta su tutti i palloni ed è la tipologia di calciatore che vuole vedere il tifoso del Toro e che si auspica sempre di avere ogni allenatore perché è un attaccante che può ricoprire tutti i ruoli nel reparto offensivo, grazie anche allo spirito di sacrificio che ha. L'Immobile di due stagioni fa era il meccanismo perfetto perché fra lui e Cerci "facevano a fette" tutti. Adesso non c'è più Cerci e il gioco è un po' cambiato come alcuni interpreti, però, il giocatore rimane importante, ma sicuramente Immobile non sarà più messo nelle stesse condizioni del passato e di poter fare gol in ogni partita o quasi. Immobile per il Torino è un ottimo giocatore e non so come abbiano fatto gli altri a privarsene".


Per quattro giorni il mercato sarà ancora aperto, il Torino deve prendere qualche altro giocatore?
"A detta degli intenditori si dice che al Torino manchi sempre un giocatore in mezzo al campo che detti i tempi della manovra, diciamo un giocatore alla Pirlo con le dovute proporzioni. Ventura rimane sempre un maestro e non mi faccio ingannare dalle ultime brutte prestazioni della squadra e più che l'acquisto di un giocatore spero che torni la serenità per far sì che il Toro torni a essere quello che tutti conoscevamo, poi è scontato che se dovesse arrivare un centrocampista con i piedi buoni e di tanta qualità sarebbe meglio e Immobile e compagni ne beneficerebbero".
Tornasse El Kaddouri?
"Sì, anche se El Kaddouri non è quel tipo di giocatore che a fari spenti può fare male, nel senso che segna, fa assist e si sacrifica tanto. Comunque ben venga, ma non so se il Napoli se ne priverà giocando su due fronti, io fossi in loro non me ne priverei. Se il Napoli lo cederà, allora per il Toro sarà un altro bel ritorno".
La questione portieri con il recente avvicendamento fra Padelli e Ichazo è un problema che va risolto subito o può essere posticipato all'estate?
"Il portiere è un problema perché è l'ultimo terminale difensivo e se sbaglia lui si prende sicuramente gol. Quello del portiere è l'unico ruolo dove non ci può essere ballottaggio o gioca uno o gioca l'alto e lo si stabilisce a inizio stagione quando il mister fa la scelta in ritiro. Poi ci sta che se si ha l'opportunità di disputare più tornei uno possa giocare in campionato e l'altro in coppa, ieri sera nella Juventus in Coppa Italia con l'Inter non ha giocato Buffon ma Neto. L'alternanza dei portieri provoca sempre dei disturbi alla difesa perché un portiere magari esce sempre, l'altro non lo fa quasi mai, uno è forte fra i pali e l'altro meno così come nel gioco con i piedi. Mi permetto di dire che i tifosi devono sostenere i giocatori, sanno che quel portiere ci sarà fino a fine campionato e va incitato e non pressato con brusii e fischi durante la partita, rischia di esserci autolesionismo. Il portiere è quello fino alla fine e, poi, se al termine della stagione i due portieri non sono all'altezza delle aspettative del Toro a detta dello staff tecnico è giusto che vadano via e la società operi sul mercato per sostituirli con portieri migliori. Oggi ci sono Padelli e Ichazo e bisogna tenerseli cari e stretti e vanno supportati il più possibile".
Sono arrivate da più parti pesanti critiche a Ventura per la sua concezione del gioco e sulla gestione della squadra e ci sono dati relativi alle partite che supportano chi senza mezzi termini sostiene che Cairo più che rinnovargli il contratto doveva pensare a cambiare l'allenatore. Lei di che parere è?
"Ventura ha fatto cose egregie con attori diversi. Il Toro di Darmian, Cerci, Immobile ed El Kaddouri non dico fosse perfetto, ma quasi perché poteva mettere in difficoltà qualsiasi squadra. Per quello di Darmian, El Kaddouri, Quagliarella e Maxi Lopez basta pensare alle due partite con l'Athletic Bilbao, soprattutto quella in Spagna, una gara eccezionale dove in precedenza tutte le altre squadre italiane ci avevano lasciato le penne. Ventura in quell'occasione acquisì un risultato importante attraverso il gioco. Oggi la gente granata non vede più quel giocattolo quasi perfetto, perciò, com'è giusto o sbagliato nel calcio, l'allenatore è massacrato dalle critiche. Alle volte le critiche sono costruttive, è troppo bello quando tutto va bene e si è elogiati. Si era arrivato a dire che Ventura doveva essere l'allenatore della Nazionale, magari era eccessivo candidarlo a ruolo di commissario tecnico e adesso, quasi dall'oggi al domani, si dice che non sia più all'altezza del Toro. Ci vuole misura. Ventura è un grande allenatore, ha fatto cose importanti al Toro e spero che ne possa fare ancora, ma la verità sta nel mezzo e penso che sia giusto dare pacche sulle spalle quando le cose vanno bene, ma quando vanno male serve dare un calcio nel sedere".
Valutazioni che deve fare la società per ricercare il meglio per il Torino.
"Sicuramente sì. Mi permetto, volendo solo il bene del Toro, di dare un consiglio a tutti: stiamo uniti intorno alla squadra per fare sì che si viva questa parte rimanete del campionato come tutti speriamo. E' ingannevole oggi sperare nella volata per l'Europa League, il traguardo è molto lontano e ci sono molte squadre che precedono il Torino, però nel calcio non si sa mai, basta vedere cosa sta facendo il Napoli che gioca un calcio simile a quello del recente passato del Toro, ma ha dei calciatori importanti. Quindi mi auguro che da questi ultimi giorni di mercato oppure i calciatori che già ci sono attraverso una ritrovata serenità si possano esprimere al meglio in modo da rivedere il Toro che abbiamo apprezzato nelle due precedenti stagioni".