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Ferrara: "L'operazione Gomez mi ha dato entusiasmo ed adrenalina"

Ferrara: "L'operazione Gomez mi ha dato entusiasmo ed adrenalina"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca - fotografia e
mercoledì 1 gennaio 2014, 17:132014
di Chiara Biondini
fonte Di Lorenzo Di Benedetto per FVmagazine

Firma di punta de La Repubblica, Benedetto Ferrara si è raccontato a 360°, dal calcio al Moto Gp, passando per i viaggi in tutto il mondo, ai microfoni del mensile di Firenzeviola.it, Fvmagazine.

Dopo aver fatto viaggi in tutto il mondo e aver raccontato le più grandi manifestazioni intercontinentali fino all'ultima Olimpiade di Londra nel 2012. "La mia carriera da giornalista nasce dalle radio private. L'ultimo anno di liceo fondammo una radio, che si chiamava Radio Centofiori, dove mi occupavo più che altro di musica. Poi ho lavorato a Radio Stereo 1 per tre anni e successivamente entrai come collaboratore a La Repubblica, dove Mario Sconcerti mi assunse poco dopo. Questa è stata la mia più grande fortuna".

E adesso chi è Benedetto Ferrara? "Ripeto, ho avuto una grande fortuna, perché da una parte, nella mia carriera, ho sempre scelto di rimanere a Firenze, sia per amore della mia città che per i miei tre figli. Dall'altra parte però uno dei miei desideri è sempre stato quello di viaggiare e per questo la mia intenzione era quella di spostarmi in giro per l'Europa e per il Mondo salvo poi far ritorno a Firenze. Sono riuscito a fare tutto questo grazie al Moto Modiale, ad alcuni documentari che ho fatto in alcune parti del Mondo, in Africa, in India, in Perù e in Brasile, e anche seguendo la Fiorentina che diciamo sia la mia 'prima materia'. Sono stato poi inviato ai Mondiali in Sudafrica, dove assistetti anche al sorteggio nel quale apparve sul mega schermo Nelson Mandela. Fu un'emozione pazzesca. E infine, la tappa forse più bella ed emozionante della mia carriera da giornalista è stata l'Olimpiade di Londra 2012".

Perché proprio quella? "Ci tengo a dirlo. L'ultimo giorno fui inviato al concerto finale nel quale erano presenti tantissimi artisti, moltissime band Rock, e per me quello è stato un momento indescrivibile, il massimo a cui potessi aspirare nella mia carriera da giornalista. Dopo di che sono tornato nel mio piccolo ma meraviglioso orticello ad occuparmi di Fiorentina. Ho meno voglia di viaggiare e più di scrivere, e adesso mi sto concentrando molto sui libri, anche se il mio sogno è riuscire a portare uno spettacolo in teatro".

A proposito della musica, c'è una canzone o un aneddoto musicale che si lega in particolar modo con la Fiorentina? "Nel periodo in cui la squadra viola andava male, ovvero in quei due anni prima dell'arrivo di Montella, pensavo sempre a Light My Fire dei Doors, ovvero 'accendiamo questo fuoco e ripartiamo dopo le difficoltà', poi il fuoco si è acceso e adesso mi viene in mente, Born to Run di Bruce Springsteen. La canzone che più mi piace da accomunare al momento della Fiorentina è Imagine di John Lennon, perché entro alcuni anni potrebbe accadere qualcosa per certi aspetti ponderabile solo attraverso l'immaginazione. Penso però che se qualcosa accadrà sarà adesso, in questa fase e per questo mi viene in mente questa canzone. L'immaginazione, di un mondo diverso, o pensando al calcio, di arbitri imparziali....( ride ndr)".

Quali sono i suoi tre momenti più belli legati alla Fiorentina? "Il primo è Wembley sicuramente. Quel momento, come mi è capitato più volte di scrivere, rappresenta l'impossibile, con una squadra forte, ma non invincibile, nel tempio del calcio, e con il gol di Batistuta, impossibile anche per le leggi fisiche. Quella partita rappresenta poi tutte le altre gare di quello spessore, come quella di Anfield, o il 4-2 alla Juventus dello scorso 20 ottobre, o ancora, il gol di Osvaldo a Torino. Le metto tutte insieme sotto il simbolo di Wembley. Il secondo invece è legato alla mia vita privata, ovvero il momento in cui portai mio figlio a conoscere Batistuta nel ritiro della Fiorentina. Era emozionatissimo e quell'emozione riuscì a trasmettermela tutta. A venti anni di distanza poi ho portato l'altro mio figlio allo stadio, l'anno scorso nella partita contro il Torino. La Fiorentina vinceva 3-0, poi arrivò addirittura il pareggio del Toro e mi ricordo mio figlio in preda alla disperazione. In quel momento gli dissi 'non preoccuparti che ce la facciamo a vincere', giocandomi tutte le mie carte ma chiaramente senza nessuna certezza di ciò che stavo dicendo. Alla fine arrivò il gol del 4-3 e ho fatto una figura fantastica. Mi ricordo quel momento perché vidi proprio la sua faccia cambiare e come dico spesso i nostri figli ci raccontano gran parte della nostra felicità".

Dal gol a Wembley di Batistuta all'arrivo in viola di Mario Gomez. In estate ha vissuto questa trattativa da molto vicino, pur non occupandosi più del calciomercato come in passato. Perché per il tedesco è tornato a lavorare in questo campo? "Nella mia carriera ho seguito il calciomercato per 13 anni, poi ad un certo punto non ne potevo più, anche perché mi definisco una persona irrequieta e dopo un po' di tempo mi annoio di qualsiasi cosa. L'operazione Gomez però mi ha ridato entusiasmo ed adrenalina e ho deciso che dovevo essere il primo ad arrivare sulla notizia. In realtà, ci sono molti giornalisti più bravi di me in questo campo, ma sull'affare legato alla trattativa per Gomez avevo, per fortuna, buone fonti e qualcuno è stato buono con me al momento di fornirmi le notizie. Quando mi hanno comunicato che l'affare era stato concluso ero in diretta radiofonica ed è stato un vero e proprio caso che io sia riuscito a dare la notizia in onda, perché di solito i collegamenti sono solito farli con il mio cellulare, ma in quel caso era quasi scarico e per questo decisi di farlo con il fisso. In quel momento mi arrivò un sms con scritto che Mario Gomez era un giocatore della Fiorentina. Quell'operazione mi ha ridato l'adrenalina che cercavo, ma devo dire che ho avuto anche molta fortuna".

Dal calcio alle moto. Qual è stata la sua esperienza con il campionato mondiale Moto Gp? "Come spesso avviene nel giornalismo, l'inizio fu una cosa abbastanza casuale. Nel 2003, il ragazzo che veniva inviato per seguire il Motomondiale non poté partire per il Gran Premio in Germania. Io in quel momento mi trovavo nella sede del ritiro estivo della Fiorentina, mi chiamarono e mi chiesero se potevo andarcio. Ho sempre avuto la passione per le Moto e accettai subito questa nuova avventura. Mi appassionai subito, anche perché quello delle due ruote è un mondo vero, a differenza di quello della Formula 1 o del calcio. Ero a stretto contatto con i piloti. Da quel giorno in poi ho iniziato a raccontare il campionato mondiale di Moto, fino a quello del 2010".

Ha quindi assistito alle vittorie di Valentino Rossi. "Devo dire che ho avuto la fortuna di poter seguire gran parte della sua carriera, dai momenti di gloria fino a quelli più difficili. Ad un certo punto però, sono arrivato a conoscere gran parte delle persone che si occupano di Moto GP e ho deciso di lasciare. Voglio aggiungere una cosa. Molto spesso mi è capitato di fare jogging all'interno dei circuiti e devo dire che è una delle esperienze più belle che abbia mai provato. Recentemente ho corso anche la Maratona a Firenze, ma nessuna gara potrà mai darmi la stessa emozione di quella che ho provato nel correre sui circuiti del MotoMondiale".

Tornando a parlare della Fiorentina. Ci racconta una partita speciale che ha seguito da vicino? "Mi viene subito in mente il 4-2 alla Juventus dello scorso ottobre. Non solo per il risultato di prestigio ottenuto dalla squadra viola contro i rivali bianconeri, ma anche e soprattutto, per lo svolgimento della gara stessa. A fine primo tempo nessuno, e ripeto nessuno, avrebbe mai potuto pensare ad un epilogo del genere. Razionalmente era impossibile, ma il calcio ha una sua versione divina ed è successo l'imponderabile".

La Fiorentina di oggi? "E' una squadra alla quale manca veramente poco per realizzare i sogni di tutti i fiorentini. L'ambiente è perfetto, la società è molto motivata, il gruppo è bello e l'allenatore giovane e molto preparato. Anche il pubblico è felice, perché la Fiorentina gioca bene e diverte. Dico che manca poco per poter vincere, anche perché i giocatori sono molto motivati e hanno l'età giusta per raggiungere un obiettivo importante. Nel giro dei prossimi due anni la squadra può lottare anche per lo scudetto, serviranno solo due o tre ritocchi".

Qual è il giocatore della Fiorentina che ricorda con piacere? "Ho sempre pensato che per chi segue il calcio, ci sono dei giocatori legati alla tua vita e ai tuoi percorsi. La mia adolescenza è stata con Giancarlo Antognoni, la mia giovinezza con Roberto Baggio, anche se è durato poco a Firenze. Ricordo però che iniziai a scrivere nel momento in cui Baggio fu venduto alla Juventus e anche per questo la sua avventura in viola mi è rimasta dentro. La mia crescita giornalistica la devo però a Gabriel Omar Batistuta. Se però devo dire un giocatore che mi è piaciuto particolarmente anche fuori dal campo, dico Francesco Toldo, oltre che Manuel Rui Costa. Della Fiorentina attuale dico Borja Valero, un uomo esemplare sia dentro che fuori dal rettangolo di gioco".

Musica e calcio insieme nell'intervista fatta a Gonzalo Rodriguez di alcuni mesi fa. Che tipo di persona è il centrale viola? "E' stato molto disponibile. E' un uomo tranquillo e molto alla mano". Un ultima cosa, da dove nascono le sue gag tanto care ai lettori? "Quando l'informazione è cambiata, con internet, a me non interessava fare il giornalista televisivo sul web. Io credo che Firenze sia un grande teatro e che la Fiorentina offra molti spunti, quindi, proprio per questo, ho pensato che avere anche un lato ironico sarebbe stato carino e interessante per il pubblico fiorentino, che come sappiamo bene è molto particolare. Tutto iniziò dopo lo 0-5 contro la Juventus, quando partì tutto con 'L'incubo del tifoso viola', fatto con il cellulare. Capii subito che la cosa avrebbe potuto avere un futuro e da quel momento non mi sono fermato. Faccio tutto questo per dare un po' di leggerezza a un mondo, quello del calcio, che molto spesso viene apostrovato, inopportunamente, come drammatico".

© foto di Federico De Luca