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Fiorentina, come buttare una stagione

Fiorentina, come buttare una stagioneTUTTO mercato WEB
© foto di FirenzeViola.it
venerdì 22 aprile 2016, 07:112016
di Redazione TMW
fonte Tommaso Loreto

Tutti colpevoli, nessuno escluso. E' un po' questa l'aria che tira a Firenze a due giorni dalla sfida alla Juventus. La sconfitta di Udine ha definitivamente scoperchiato il pentolone delle polemiche, e nel mirino della critica c'è inevitabilmente finito, dopo la società, anche Paulo Sousa. D'altronde se le scelte nella gara contro l'Udinese hanno fatto parecchio discutere, già da qualche settimana la popolarità del tecnico era in caduta libera.

Colpa di una comunicazione completamente cambiata, per non parlare dello stesso atteggiamento del tecnico in panchina, e di un'incertezza sul futuro dettata da tanti fattori. Su tutti la volontà del tecnico di gestire a 360 gradi il suo universo viola, toccando in questo modo anche altri aspetti quali la gestione comunicativa del club, lo stesso mercato e la costruzione di quella "cultura interna" che in più di una circostanza è stata chiamata in causa a fronte di precise domande sulla permanenza sulla panchina della Fiorentina.

Richieste che, in attesa di un confronto con la proprietà che potrebbe avvenire dopo il match con la Juve, adesso mal si sposano con un'immagine completamente cambiata di Sousa. Perché un conto è aver spinto la propria squadra in vetta alla classifica per gran parte del girone d'andata, e di conseguenza rimanere particolarmente delusi per l'assenza di rinforzi o sostegno societario, un altro lasciare che gli alibi prendessero il sopravvento all'interno di uno spogliatoio che, oggi, sembra aver mollato qualsiasi ambizione.

E' questa la principale responsabilità che oggi si addita all'allenatore della Fiorentina, a prescindere da quella volontà di intervenire su molti aspetti della gestione del club che difficilmente i Della Valle potrebbero concedere (almeno questo la recente storia insegna) in quello che è il summit fissato per la prossima settimana. Ed è una responsabilità che il tecnico condivide anche con tutti i suoi calciatori. Colpevoli di aver fatto davvero poco per alimentare le speranze di raggiungere il terzo posto (o difendere il quarto) tanto più al cospetto di avversari più che abbordabili quali Frosinone, Verona, Sampdoria, Empoli e Udinese.

Insomma una stagione come questa poteva e doveva essere gestita meglio. Da tutti. Dalla società che non ha cambiato di una virgola le proprie dinamiche interne ed esterne (vedi i casi legati al mercato o il rapporto con il tecnico paradossalmente incrinato nonostante i risultati del girone d'andata) e il proprio modo di comunicare (con conseguente disaffezione in crescita tra i tifosi) al tecnico troppo concentrato a discutere il passato e a rendere incerto il futuro invece di provare a rendere migliore il presente, fino ai giocatori stessi.

Giocatori che, adesso, sono di fronte a un bivio. Da un lato provare a salvare questo finale di stagione battendo la Juventus, dall'altro abdicare lasciando il quinto scudetto consecutivo ai bianconeri e raccogliendo la delusione e la rabbia di una città intera.