Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Fusi: "Il Torino cambierà rotta solo se si sbloccherà mentalmente"

Fusi: "Il Torino cambierà rotta solo se si sbloccherà mentalmente"TUTTO mercato WEB
© foto di Sarah Furnari/TuttoLegaPro.com
domenica 14 febbraio 2016, 09:172016
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Luca Fusi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fusi ha giocato nel Torino dal 1990 al '94 conquistando la Coppa Italia nel 1993 e guidando da capitano la squadra granata fino ai quarti di finale della Coppa delle Coppe nel 1994, attualmente è l'allenatore degli Allievi Nazionali del Santarcangelo. Con lui abbiamo parlato del difficile periodo del Torino e della gara con il Palermo.
Dopo un avvio di campionato brillante il Torino è andato via via "spegnendosi" e finora non è riuscito a riprendersi, da ex giocatore e da allenatore come se lo spiega?
"Torino è una piazza non semplice, nel senso che è una di quelle piazze dove non è facile avere sempre continuità perché a volte gli stimoli si trovano attraverso il pubblico, in alcuni casi nella classifica e tante altre cose, però, in certi frangenti bisogna trovarli da soli. Probabilmente i giocatori del Torino in questo periodo non sono riusciti ad avere quelle motivazioni giuste per continuare a fare ciò che avevano fatto all'inizio della stagione. Probabilmente in avvio di campionato erano andati anche oltre le loro stesse aspettative e, invece, adesso di fronte a qualche difficoltà si sono trovati un po' a disagio, anche se non ci sono sicuramente problemi di classifica legati al rischio retrocessione per cui possono giocare tranquillamente e uscire da questo periodo".
Una delle accuse che sono mosse al Torino è che gioca sempre nello stesso modo rendendosi troppo prevedibile per gli avversari. Secondo lei è giunto il momento che Ventura cambi il modo di giocare della squadra?
"Mah, il modulo è scelto in base ai giocatori che si hanno a disposizione e a quelli che danno maggio garanzie e penso che Ventura si affidi a questi due fattori che sono quelli che danno più certezze e sicurezze. Cambiare per cercare qualche cosa che magari i giocatori non sanno fare o che li esponga ancor più alle difficoltà sarebbe peggio e di conseguenza l'allenatore preferisce mantenere l'attuale impianto di gioco sperando che prima o poi le cose possano tornare al livello d'inizio stagione. Non penso che il problema dipenda dal fatto che gli avversari sanno come agirà il Torino e di conseguenza preparano le contromosse, le attuali difficoltà derivano da tante piccole cose che in questo momento fanno sì che la squadra abbia perso quelle certezze e gli automatismi che prima erano importanti per il gioco".
Fino all'anno scorso la difesa era considerata uno dei capisaldi della squadra, mentre quest'anno il numero dei gol subiti è aumentato. Il problema è attribuibile ai difensori o a tutta la squadra?
"Sono le annate, nel senso che l'anno scorso Glik, Moretti e Maksimovic hanno avuto un'annata super e magari in questo momento hanno qualche difficoltà in più o vivono un periodo particolare della stagione. Ogni stagione ha la sua storia e lo stesso discorso vale per il centrocampo che lo scorso campionato più o meno riusciva a fare da filtro e in questo ci riesce un po' meno. Purtroppo il calcio vive di periodi e soprattutto la società ogni anno cerca fisiologicamente di rimettere insieme, di sistemare la squadra cercando di trovare ogni campionato dei giocatori che possano essere inseriti sulla base esistente.

Mi piace sempre ricordare che i nostri quattro anni famosi con Mondonico che ci allenava sono stati di alta qualità perché c'erano giocatori che garantivano non solo per un campionato, ma per più stagioni un rendimento molto elevato. Adesso nel Torino i giocatori possono garantite un campionato di grande livello poi, però, l'anno successivo possono incontrare difficoltà oppure anche solo dopo sei mesi non sono più gli stessi. Può essere questo il motivo che non permette al Torino di essere continuo nei risultati e lo stesso mister trova qualche difficoltà in più perché qualche giocatore non dà oggi quello che riusciva a dare l'anno prima".
Spesso quest'anno il Torino o ha sbagliato l'approccio alla partita oppure si è distratto nel finale con la conseguenza che ha lasciato punti per strada. Non è facile incrementare la mentalità per renderla vincente, ma ci si può provare?
"E' una questione mentale, ma anche delle qualità dei giocatori. La differenza fra l'essere un buon giocatore o uno normale o anche un grande sta proprio nella mentalità che uno ha per tutti i novanta minuti, ci sono calciatori che hanno meno qualità di altri, ma hanno la capacità di stare per l'intera durata della partita concentrati ed esserlo per molte gare di fila. Questa differenza è quella che c'è stata fra il Torino di Mondonico dove giocavo anch'io e questo, i miei compagni erano calciatori capaci, come si suole dire, di essere sul pezzo non solo per una, ma per due o tre stagioni e forse in questo momento alcuni giocatori non riescono a essere mentalmente così forti in un periodo particolare della stagione e di conseguenza questo si ripercuote su tutta la squadra".
Il Palermo ha due punti in meno, continua a cambiare allenatori e vive una stagione difficile. Quale tasso di difficoltà ha la partita per il Torino?
"Sarà una partita molto difficile perché, anche se è vero che il Palermo ha meno punti in classifica e ha un sacco di problemi, i siciliani combattono da tanto con le difficoltà e sapevano fin dall'inizio che il campionato per loro non sarebbe stato facile e proprio nelle partite in casa a volte sono riusciti a trovare le risorse giuste per salvare la situazione. Il Torino sicuramente vive una situazione che non pensava di dover affrontare e quindi la differenza fra il giocare in casa o in trasferta si annulla perché incontra sempre difficoltà e fino a quando non riuscirà a ottenere un risultato che sblocchi la situazione a livello mentale ogni partita sarà difficile. Bisogna aspettare la vittoria che cambia l'andamento della stagione sperando che arrivi al più presto".
Lo si era pensato quando il Torino aveva vinto con il Frosinone e poi pareggiato con il Sassuolo, ma così non è stato.
"Con il Frosinone non è stata la partita della svolta perché, senza togliere nulla ai ciociari, quando si deve svoltare lo si fa in casa contro una squadra che ha più punti in classifica o in trasferta con un risultato clamoroso che dà la carica. La stessa vittoria con il Frosinone non è stata poi così schiacciante perché a un certo punto gli avversari erano anche riusciti a rientrare in partita. Quando parlo di vittoria ne intendo una che dia quei segnali importanti alla squadra, frutto di una grande prestazione non concedendo niente agli avversari oppure come potrebbe essere la partita con il Palermo vincere in una piazza importante e in un ambiente caldo che dà di nuovo sicurezze e certezze che in questo momento purtroppo mancano al Torino".