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GL Rossi: "Che la nuova Italia riparta dagli uomini piu' che dai personaggi"

GL Rossi: "Che la nuova Italia riparta dagli uomini piu' che dai personaggi"TUTTO mercato WEB
© foto di Balti Touati/PhotoViews
giovedì 26 giugno 2014, 06:372014
di Redazione TMW.
fonte Gianlucarossi.it

L'ultima gara Mondiale dell'Italia l'ho vissuta in un contesto molto particolare, ovvero alla Base Nato di Solbiate Olona, dove sto svolgendo il consueto breve periodo di richiamo come Ufficiale riservista dell'Esercito Italiano per un progetto che si concluderà domenica prossima. Da lunedì sarò di nuovo in Tv. Italia-Uruguay l'ho vissuta insieme a militari di 14 Nazionalità, tante quante sono quelle rappresentate in questa Base, tra spagnoli e inglesi attapirati come e più di noi e greci ancor più felici degli olandesi e degli statunitensi. Gli altri, i tedeschi e i francesi, incrociano le dita e sperano. I turchi invece continuano a far finta che questo Mondiale non esista, visto che non si sono qualificati. Tornado a bomba sulla partita con l'Uruguay che ci ha rimandato a casa, ci resta la consolazione di prendercela con l'arbitro e ci viene facile, visto che il messicano di Italia-Uruguay si chiamava pure Marco Antonio Rodriguez Moreno, omonimo nel cognome del famigerato eduadoriano Byron Moreno di Giappone e Corea 2002. Anche questo Moreno non ci ha certo agevolato, cacciando anzitempo Marchisio con un rosso esagerato e non punendo il vorace pistolero Suarez che l'ha fatta ben più grossa. Onestamente però nei panni di Cavani dopo un contatto con Bonucci avremmo pure noi urlato: "rigore!" Cerchiamo quindi di essere seri: c'abbiamo messo anche del nostro, svegliandoci solo nella manciata di minuti a disposizione dopo il gol di Godin. Avevamo due risultati a disposizione, contro l'Uruguay, squadra che rispetto a noi disponeva certamente di un un migliore attacco, ma non certo superiore a centrocampo e in difesa, perlomeno se avessimo corso allo stesso modo. Il problema è che loro hanno corso di più, hanno morso di più, il 'vampiro' Suarez addirittura la spalla di Chiellini. E ora è inevitabile parlare di fallimento, con Prandelli che si è dimesso insieme al Presidente Federale Abete, ma quest'ultimo lo ritroveremo senz'altro tra qualche mese su qualche altra poltrona, secondo il tipico malcostume italiano. Ora chi ha voglia di pensare al futuro della Nazionale? Onestamente poco importa chi sarà il nuovo commissario tecnico, tanto fino al prossimo Europeo non ce ne fregherà poi molto. Prendiamocela pure con Prandelli, com'è giusto che sia, ma tanto si è già dimesso, ma dobbiamo anche guardare ad altro.

Questa Nazionale era in realtà lacerata da profondi contrasti interni e qui non si può non parlare di Balotelli, all'ennesimo flop. Ora i 'mammoni' d'Italia correranno a difenderlo, ma dovrebbero chiedersi se è normale che uno che è ormai alle soglie dei 24 anni abbia come primo pensiero dopo un Mondiale del genere quello di correre a tingersi di biondo la cresta. E ci si dovrebbe chiedere perché gente vera come Buffon e De Rossi, e ancor più duramente, probabilmente anche per conto dell'anti-personaggio per definizione, Andrea Pirlo, i cosiddetti senatori insomma, che come all'Inter non si vedeva l'ora di pensionare, ma che in ogni caso con la Nazionale hanno chiuso, a fine partita non abbiano mancato di rampognare duramente i 'tronisti' di oggi, Balotelli in primis, addirittura sostituito per disperazione all'intervallo da Prandelli, un altro che come parecchi suoi predecessori ha provato a credere in lui fino all'ultimo, ricevendo in cambio le solite pupille dilatate, la solita aria da impunito e, quel che è più grave, il solito puntuale e ricorrente nulla calcistico. Ed è anche per il rendimento di Balotelli che Prandelli si è giocato la panchina. Non è giusto che Balotelli diventi il capro espiatorio di un Mondiale fallimentare, il secondo consecutivo, ma lui non fa mai nulla per non finire nei premi, come si dice in gergo. Come non bastasse per lui il Mondiale si era già fermato in ogni caso, visto che è riuscito a beccarsi l'ennesimo inutile cartellino giallo che gli avrebbe impedito di giocare l'ottavo di finale contro la Colombia. E al Milan, dove pensano di aver già venduto Balotelli all'Arsenal, dovrebbero fare una telefonata di conferma a Wenger, augurandosi che non abbia guardato questo Mondiale, a parte il gol all'Inghilterra nella prima partita, comunque ispirato dal grande cross di Candreva. Sicuri che anche Toni e Gilardino quella palla non l'avrebbero messa dentro? La verità è che Balotelli che, fateci caso, nessuno chiama più Supermario, non è più un ragazzino. A 24 anni gente come Vieri e Inzaghi, senza scomodare per decenza Messi, Delpiero o i due Ronaldo, erano già calciatori maturi. Ora scatenatevi pure, perché stavolta è proprio il caso di farlo. Per quanto mi riguarda, spero solo che la Nuova Italia, non mi importa con chi, abbia la forza di ripartire dagli uomini prima che dai personaggi. Più rifletto sul nostro orrendo Mondiale, tra cafeteros colombiani e ticos costaricensi, mi sembra sempre più che il nostro meritatissimo nomignolo non può essere che quello dei 'ciulas' italiani. A Milano diremmo così!