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GL Rossi: "Juve, da Conte ad Allegri"

GL Rossi: "Juve, da Conte ad Allegri"TUTTO mercato WEB
venerdì 18 luglio 2014, 07:432014
di Redazione TMW.
fonte Gianlucarossi.it

Le dimissioni di Antonio Conte dalla Juventus non sono la notizia del giorno, ma dell'intera estate. Secondi alcuni la svolta che potrebbe addirittura cambiare la storia delle prossime stagioni calcistiche. Ognuno, sui grandi eventi e questo lo è senz'altro, ha la sua idea e la sua spiegazione. Ce l'ho anch'io. Penso che Antonio Conte rimuginasse su questa clamorosa decisione già da un paio di mesi, quello che fa sensazione è che l'abbia presa dopo l'inizio ufficiale della nuova stagione, lasciando la Juventus senza guida tecnica all'alba del 15 luglio, in pieno ritiro. All'Inter l'addio di Leonardo tre anni fa era capitato prima del raduno e mise l'Inter nelle terribili condizioni di doversi accontentare di Giampiero Gasperini, un tecnico rivelatosi poi del tutto inadeguato. Io credo che Antonio Conte sia cresciuto più della Juventus, credo che il suo 'ego', dopo tre campionati consecutivi vinti, l'ultimo dei quali addirittura con 102 punti, sia ormai smisurato e che il tecnico si sia definitivamente convinto che restando in bianconero avrebbe avuto solo da perdere. Conte sa perfettamente che a breve non avrebbero mai potuto costruirgli la Juve per vincere la Champions League e ha tolto il disturbo. Fosse rimasto, al primo intoppo, l'avrebbero accusato di avere la pancia piena, come la squadra, perché è inevitabile, e l'ho vissuto all'Inter, che dopo tre scudetti consecutivi, ripetersi diventi sempre più difficile. Non perché la Juventus non sia ancora la più forte del torneo, com'era l'Inter nei recenti anni d'oro, ma perché dopo tante vittorie un certo 'imborghesimento' nella squadra è purtroppo inevitabile. Io sono ancora convinto che se l'Inter, dopo gli scudetti di Mancini, non si fosse affidata ad un nuovo tecnico, nello specifico il migliore del mondo, ossia Mourinho, forse non avrebbe vinto altri campionati. La Juve, spiazzata, ha dovuto correre ai ripari, chiamando nella rosa di quelli subito disponibili l'allenatore meno costoso e anche il più aziendalista, Massimiliano Allegri.

Liberare gente come Spalletti, Deschamps o Capello sarebbe costato molto di più, in termini di tempo e di soldi, mentre Roberto Mancini non sarebbe stato assolutamente proponibile dopo i veleni di Calciopoli. Allegri è comunque un uomo fortunato, capace di ritrovarsi nel giro di un anno su panchine prestigiose come quelle di Milan e Juventus. Ha padrini importanti, soprattutto in ambito Juventus, come Marcello Lippi, ma entra in gioco in un clima impervio. E' stato comunque l'allenatore del Milan all'epoca del duello con famoso gol di Muntari e si è dovuto prendere la colpa per l'allontanamento di Pirlo, agli occhi dello stesso Pirlo, che ora ritrova alla Juventus. E oltre a ricucire il rapporto con un giocatore-cardine, dovrà gestire l'ostilità dichiarata della tifoseria bianconera. Al proposito il 'povero' Ancelotti potrebbe scrivere un libro. A pensarci bene, quelli dell'Inter con Mazzarri al confronto sono dei lords.
Conte intanto starà fermo un anno, studierà le lingue e si preparerà alla guida di un top-club europeo, alimentando addirittura il suo mito, se la Juventus non dovesse rivincere almeno il campionato. Non credo proprio che andrà in Nazionale a guadagnare meno della metà dei soldi a cui si è abituato, senza contare che Conte è sempre stato uno che ama lavorare sul campo tutti i giorni ed è ancora molto più allenatore che selezionatore.
Suggerisco però estrema prudenza a quelli che sono già certi che la Juventus non vincerà anche il prossimo scudetto: le squadre sono sempre e comunque fatte dai calciatori, sulla carta il collettivo bianconero è ancora il migliore e verrà sensibilmente rinforzato. Allegri comunque uno scudetto lo ha già vinto, anche se è stato l'unico al mondo che è riuscito a perderlo con Ibrahimovic in squadra. Quello più contento è sempre Galliani: alla fine ha avuto ragione lui a credere che un giorno avrebbe visto Allegri e Tevez nella stessa squadra.