GL Rossi: "Milano da piangere"
Ieri Milano da bere, oggi Milano da piangere. Ieri Milano città di coppe oggi Milano città di cappi, quelli metaforici a cui i tifosi di Inter e Milan si ritrovano impiccati nel ricordo di anni gloriosi ormai trascorsi, anzi passati.
Inutile domandarsi chi stia davvero peggio, tra classifiche che piangono e prospettive a medio termine tutt'altro che incoraggianti. Chi col doppio amministratore delegato, chi col presidente per corrispondenza. Chi mette in panchina simboli onusti di gloria, chi gente dalla gavetta certificata, ma di mettergli a disposizione squadre decenti manco a parlarne.
Se tutto va come sembra, l'anno prossimo niente Champions per entrambe. E per sbatterle fuori entrambe dalla Coppa Italia è bastata la fiera Udinese, oggi invischiata nella lotta-salvezza e addirittura contestata dai suoi tifosi. Il Milan ha il monte stipendi più alto della Serie A (184 milioni di euro) el i più alto debito finanziario (251 milioni di euro) ma continua a salvarsi con marketing e sponsorizzazioni, l'Inter del nuovo corso risparmia anche sulla bolletta della luce ma continua a incassare meno di una trattoria di paese.
Per risalire occorre spazzar via subito il vizio italico più brutto di sempre: la sindrome del tutto e subito per armarsi di una virtù che a Milano con conosciamo, la pazienza: ci vorranno anni di buona amministrazione per uscire dalle sabbie mobili e tanta umiltà. Altro che Milano da bere, c'hanno bevuto fino all'ultima goccia!