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GL Rossi: "Sconfitta con la Samp per colpe specifiche dei calciatori"

GL Rossi: "Sconfitta con la Samp per colpe specifiche dei calciatori"TUTTO mercato WEB
giovedì 6 aprile 2017, 06:522017
di Redazione TMW
fonte Gianlucarossi.it

Con la Sampdoria si è perso per colpe specifiche dei calciatori. Per i troppi errori sotto porta (Icardi, Banega e Candreva su tutti) e per la follia del distratto Brozovic che, in occasione del pareggio doriano, ha tenuto in gioco Schick e poi è stato addirittura folle nel sostituirsi in barriera a Handanovic su una punizione di Alvarez destinata sul fondo. Il colpevole però è già bell’è pronto e nella migliore tradizione del tifo interista è l’allenatore, Stefano Pioli. La sua colpa specifica è di aver sciolto il duo di centrocampo Gagliardini-Kondogbia escludendo quest’ultimo a vantaggio proprio di Brozovic. Quando avrebbe potuto rimediare, ha perso per infortunio Gagliardini e poi è stato costretto a rinunciare anche a Perisic per un problema all’adduttore. Quindi si torna al ‘via Pioli’ perché anche quando le responsabilità di quelli che giocano sono evidenti per il popolo è comunque sempre colpa dell’allenatore che manda in campo soggetti evidentemente incapaci di intendere e volere. Fa nulla se Pioli da quando è arrivato vanta il passo del Napoli di 2.15 punti a partita: qui il conto lo paga sempre l’ultimo arrivato e a Pioli verrà presentato in parte anche quello di De Boer che prima di essere spedito aveva perso 10 gare su 20, ovvero il 50% esatto del giocato, Europa League compresa. Pioli doveva fare il miracolo di arrivare in Champions partendo in ultima fila da fine novembre. Non c’è riuscito e quindi alla fine la colpa è sua. La colpa vera poi è quella di non aver ancora un grande nome nel calcio che conta(va). Il nodo è ora di capire se anche la società è di quest’idea da bar, per cui la colpa è sempre di chi poggia il culo in panca e mai, ma proprio mai, di chi dovrebbe muoverlo in campo. Anni di Moratti e prima ancora Pellegrini, ossia di Presidenti tifosi, hanno portato tutti a pensare che sia normale ribaltare tutto ogni tre mesi. Come sempre si invoca chi non c’è più o chi magari non arriverà mai, perché per l’interista il miglior tecnico possibile è sempre quello che è altrove ma poi smette di esserlo appena arrivato. Il problema è culturale. Prendiamo Simeone: in cinque anni all’Atletico Madrid ha vinto uno scudetto e perso due finali di Champions e voi vorreste farmi credere che tr anoi nevrotici sarebbe ancora al suo posto? Dopo due finali di Champions perse? Magari ne avremo presto la riprova: sono quasi certo che al primo pareggio dell’eventuale allenatore di grido che dovesse succedere a Pioli rispuntererebbero nostalgici perfino di Pioli. E’ una malattia tifoide, incurabile e soprattutto interista. Forse qualcuno ha proposto di cacciare Montella dopo il pareggio a Pescara? Pochi, che io sappia. Lì si dice che la squadra è pessima anche per portar via più di un pareggio a Pescara, qui la squadra è ritenuta sempre superiore a tutte quelle che incontra, ma sfiga vuole che abbia sempre l’allenatore incompetente.

In realtà il buonismo interista che circonda i calciatori rispetto all’allenatore non l’ho mai verificato da nessuna parte. Resta da capire se dell’insana malattia del ribaltone ogni tre mesi soffra pure la proprietà cinese, cosa che al momento non è dato di sapere. La mia posizione, la ripeto all’infinito per qualche tardivo con cui ho a che fare qui come altrove, è sempre la stessa: sostengo qualsiasi allenatore sulla panchina dell’Inter, si chiami Mazzarri, Mancini, Pioli, De Boer, Conte, Simeone o Gesù Cristo. Lo sostengo nel senso che trovo normale che possa sbagliare qualche mossa, come sbagliano più spesso i suoi calciatori, ma vorrei che avesse il tempo per lavorare per almeno un paio di stagioni, come accade quasi ovunque all’estero. Sostengo qualsiasi allenatore interista, a meno che non esca chiaramente di melone, come Mazzarri il secondo anno quando come mia mamma si meravigliò che si potesse giocare a calcio sotto la pioggia o come De Boer che dopo nemmeno due mesi di Inter pareva essersi fumato la miglior erba olandese di sempre. Salvo evidenti casi di demenza, impossibili da escludere per chi vive nell’Inter, cerco insomma di ribadire all’infinito che qualsiasi club può crescere davvero solo se vive una certa stabilità societaria e tecnica e non con le rivoluzioni isteriche ogni tre mesi. Continuo quindi a pensare quello che ho sempre pensato: il miracolo di un posto in Champions, visto come corrono le più collaudate Roma e Napoli, non poteva farlo nè Pioli né altro allenatore di grido iniziando seriamente la stagione a novembre inoltrato. Con questo Pioli ha i sui limiti e infatti era alla berlina anche quando vinceva: gli si ricorda sempre di aver perso con la Lazio in Coppa Italia ma mai di averla battuta in campionato. Poi ci sono quelli che vivono su Marte: quelli che con Gabigol titolare, siccome si divertono come al circo, saremmo già da terzi da tempo. Il ragazzo prova a crescere ma prende ancora a calci le bottigliette a bordo campo se entra Eder prima di lui. Quelli per cui Banega era un campione, poi un bidone, poi di nuovo un campione e poi di nuovo un bidone: dipende dalla settimana. E a proposito della partita con la Sampdoria che volete che aggiunga? Basta sbagliare Brozovic per Kondogbia per giustificare 16 calci d’angolo e innumerevoli cross battuti da cane o non sfruttati? E decine di tiracci di cui parecchi in area blucerchiata con la miseria di un gol con deviazione di D’Ambrosio? O che dire della lucidità di Brozovic che a cinque minuti dalla fine quando si potrebbe ancora vincere gioca a fare Handanovic in barriera? Colpa dell’allenatore che li mette in campo ovviamente, perché i giocattori strapagati si sa che sono comunque tutti deficientie poi ci sono i moduli. Prima con Mancini se ne cambiavano troppi di calciatori e moduli, mentre ora guai a cambiare un solo uomo, anche contro la Sampdoria. E fa niente se in settimana magari uno pare più in palla di un altro. Chi sta in poltrona e non ha mai visto un solo allenameto dal vivo ne sa di più! Vorrei tanto avere le certezze di alcuni di voi, certezze tanto incrollabili quanto cangianti di settimana in settimana, ma non le ho. Io so solo che da quando Inter e Milan hanno preso a cambiare allenatori a raffica hanno solo facilitato la strada alla Juventus che vince a mani basse: ha lo stesso zoccolo duro da anni e cerca di cambiare allenatori il meno possibile, anche se potrebbe paradossalmente farlo senza troppi traumi, vista la qualità della rosa. Noia Milano continuiamo invece a divertirci scambiando le figurine: via Mazzarri e via Inzaghi, via Mancini e via Seedorf , via De Boer e via Brocchi, via Pioli e via Montella, via Ausilio e via Galliani. In realtà da anni per Milano c’è un unico via: dall’Albo d’Oro!

© foto di Daniele Buffa/Image Sport