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Hugo Campagnaro: "Entusiasta del progetto Napoli"

Hugo Campagnaro: "Entusiasta del progetto Napoli"TUTTO mercato WEB
© foto di Giacomo Morini
sabato 27 giugno 2009, 13:232009
di Francesco Caputo
fonte di Salvio Passante per www.tuttonapoli.net

Hugo Armando Campagnaro (29), uomo di poche parole ma autentico guerriero nel momento in cui varca il terreno di gioco. Il Toro doriano, tuttora è l'idolo indiscusso sia della sud di Genova sia dei lupetti biancorossi di Piacenza. Da un'idea dei tifosi blucerchiati è nato il suo sito (www.hugocampagnaro.net) dove tutti i suoi ammiratori possono lasciare commenti e ddiscutere circa le prestazioni del corazziere di Corboba. Cresciuto nel vivaio del Deportivo Moron (una piccola squadra della terza categoria argentina), la prossima sarà per Campagnaro l'ottava stagione nel calcio italiano. Corteggiato da Fiorentina, Milan e Juventus e nelle battute finali anche dalla Roma, Campagnaro ha sposato la causa azzurra per tanti milioni di buone ragioni. "È stata la società che ha fatto più sforzi per portarmi", afferma il Cordobes.

Schivo con la stampa, innamorato della sua famiglia, di letteratura e musica (10 chitarre riempiono la sua camera e i dischi degli Héroes del Silencio il suo lettore) il Campa è un cultore del grande cinema americano (Le ali della libertà il film che vede più spesso). Gradisce poco le luci dei riflettori preferendo di gran lunga un episodio di Dottor House piuttosto che una serata in ambienti glamour. Grazie alla straordinaria collaborazione del nostro corrispondente in Argentina, Sergio Castillo, Tuttonapoli.net l'ha intervistato in esclusiva nel suo piccolo paesino (Coronel Baigorria, 1500 abitanti, a 600 chilometri da Buenos Aires).

Molte squadre erano sulle tue tracce, perchè hai scelto Napoli?
"Il mio procuratore mi ha riferito che il Napoli è stata la società a cercarmi con maggior insistenza mettendo sul piatto un'offerta superiore rispetto alle altre squadre che mi volevano. Il progetto Napoli mi ha da subito entusiasmato. Il Direttore Marino e il club mi hanno convinto parlandomi dipingendo Napoli come la piazza ideale per gli argentini dove giocare a calcio, ragion per cui ho dato immediatamente il mio consenso. Il club sta facendo grandi sforzi sul mercato per creare un progetto sportivo molto prestigioso. Voglio ringraziare pubblicamente la dirigenza azzurra per avermi portato a Napoli. Voglio dimostrare sul campo che non hanno sbagliato scegliendo Hugo Campagnaro".

Hai già ricevuto il benvenuto in maglia azzurra?
"Si, ho ricevuto una chiamata dal direttore Marino, è stato molto cortese. Mi ha raccontato della trattativa e degli sforzi che ha fatto la società per rilevare il mio cartellino, delle aspettative che ripongono nei miei confronti ed infine mi ha raccontato un pò dell'ambiente dove giocherò. Ho apprezzato molto le sue parole. Attendo soltanto di firmare il contratto e partire per il ritiro".

Preferiresti giocare come centrale difensivo o esterno destro di spinta?
"Nella Sampdoria ho giocato due anni sulla destra nella difesa a tre ma non ho nessun problema in giocare come esterno destro in una difesa a quattro. Sono cose che deve decidere il mister. A prescindere dalla posizione in cui vengo impiegato cerco sempre di dare il massimo in campo"

Caratterialmente ti definiscono introverso, è vero?
"Sono una persona molto tranquilla, forse un po' introverso. Non mi piace molto uscire, preferisco dedicarmi a mia moglie e mia figlia. Ma quelli che mi conoscono bene sanno che non sono molto timido. Faccio fatica a fidarmi delle persona ma, in fondo, mi considero un uomo normale".

A Genova eri l'idolo della Sud, credi possa crearti problemi questa tua militanza in una squadra "rivale" del Napoli?
"Non credo. Sarò sempre grato ai tifosi della Samp per l'affetto che mi hanno dimostrato sin dal primo giorno. In campo ho dato il cuore e sanno bene che sono stato un professionista impeccabile. Ora difenderò la maglia del Napoli e lo farò con la stessa voglia con la quale sono sceso in campo per il Deportivo Morón, Piacenza e della Sampdoria. Mi auguro che i tifosi del Napoli mi accolgano bene come hanno fatto i miei vecchi supporters".

Hugo Campagnaro detto il Toro, come è nato questo tuo soprannome?
"Nel Piacenza tutti i miei compagni mi chiamavano Hugo oppure Campa, ma quando sono arrivato alla Samp mi hanno soprannominato Toro. Mi dicevano che quando spingevo palla al pieda sulla destra sembravo un toro selvaggio (Ride)".

Facciamo un passo indietro, lasciasti il tuo paese giovanissimo e quasi per caso..
"Approdai nel Moron a soli 16 anni, per giocare negli allievi ma venni immediatamente aggregato in prima squadra. Ero giovanissimo, abitavo nella casa di mio zio. Il mio esordio avvenne contro l'All Boys, nei play-off, quando il Moron giocava ancora nella "B" Nacional. Avevo 18 anni. Successivamente sono stato allenato da Miguel Angel Lemme (ndr: oggi secondo di Maradona nella Nazionale), chi mi conferi' tutta la sua fiducia e che mi aiutò tantissimo, una persona squisita. Ricordo come se fosse oggi il giorno che fui adocchiato dagli ossevatori del Piacenza, giornata memorabile: Giocavo in difesa ma quel giorno, prima della gara, il mio tecnico Raúl Pérez mi chiese di giocare come ala destra poichè la squadra era alle prese con l'infermeria piena e falcidiata da tante assenze per squalifica. La partita in questione era quella contro l'Estudiantes di Buenos Aires, che vincemmo 3-1. Giocai abbastanza bene e dopo la gara si avvicinarono alcuni dirigenti del Piacenza dicendomi che erano alla ricerca di un centrocampista come me (Ride). Pensavo fosse una battuta, era la prima volta che giocavo da centrocampista. Ma esattamente un mese dopo mi ritrovai su un aereo alla volta dell'Italia per disputare il ritiro con il Piacenza".

E' vero che nel Moron giocavi anche come attaccante?
"No, non è vero. Non ho giocato mai da attaccante. Non so chi ha messo in giro questa storia. Pensavano fossi attaccante perchè a Piacenza ho giocato con la maglia nº 9, ma sono sempre stato difensore, solo qualche volta da centrocampista...(Ride..)".

Fu traumatico il tuo ambientamento nel nostro paese?
"Abbastanza. Ero molto giovane, non conoscevo la lingua italiana, ero partito da solo e venni catapultato dalla terza categoria (la nostra "B" Metropolitana") alla Serie A in un battibaleno. Realtà completamente diversa. Nel precampionato disputammo due o tre amichevoli, giocai piuttosto bene. Alla luce delle mie prestazioni, mister Andrea Agostinelli mi comunicò che sarei rimasto al Piacenza in prestito per un anno. Non ci credevo. Nel secondo turno di quella stagione bagnai l'esordio contro l'Udinese, alla terza giornata subito titolare contro il Bologna di Julio Cruz; e poi, alla quartita partita, contro la corazzata Inter. Non riusciamo a focalizzare la situazione, vivevo un sogno. Un mese prima giocavo contro l'Estudiantes di Buenos Aires qualche settimana dopo contro tanti campioni".

Dopo un anno in prestito decisero di esercitare il diritto di riscatto..
"Grazie a Dio. La decisione finale fu presa dopo una gara contro il Perugia, che vincemmo 5-1 e dove realizzai due gol, giocando in marcatura su Miccoli. Due o tre giorni dopo la società mi comunicò che mi avrebbero riscattato. Firmai un triennale ma in maglia biancorossa sono rimasto per cinque stagioni"

La tua abitazione argentina è situata nell' incantevole cornice di Coronel Baigorria paesino di Cordoba, a Napoli opteria per una casa che affacci sul mare o la tranquillità della periferia?
"Ancora non lo so. Dovrò cercare con mia moglie un bel posto dove abitare. A Genova eravamo vicini al mare, ma a Napoli non lo sappiamo ancora. Si vedrà. Sicuramente cercheremo un posto tranquillo".

In campo non le mandi certamente a dire, nella vita privata com'è il Toro Campagnaro?
"Sono una persona normale, molto tranquilla. Adoro il calore della famiglia. Ho una figlia di due anni che amo con tutto il cuore. Invece ch uscire preferisco guardare la TV in casa o suonare la chitarra, o mangiare una buona grigliata di carne con i miei amici (Asado)".

Chi è stato il tuo scopritore?
"Jorge Tittarelli è stato l'allenatore che avevo nel mio paesino quando ero un ragazzino. Lui mi ha portato a Buenos Aires per giocare del Deportivo Morón, quando avevo 16 anni".

Quale allenatore ti ha trasformato da ala destra a terzino di spinta?
"Nel Deportivo Morón giocavo sulla destra, nella difesa a tre ed anche nella difesa a quattro. Ma quando mi notarono gli osservatori del Piacenza giocavo come centrocampista destro. Il Piacenza mi comprò come centrocampista ma in fondo ero difensore. Mister Cagni in Italia mi schierò come difensore, nel 2003".

Qualcuno storce il naso sulla tua condizione fisica, hai risolto il tuo problema muscolare?
"Si, è stato un infortunio muscolare al polpaccio ma per fortuna adesso è acqua passata".

L'infortunio a quando risale?
"Mi infortunai in una gara amichevole contro il Chiasso, l'anno scorso. Poi ho avuto una ricaduta ma adesso non ho più problemi al polpaccio".

Con Campagnaro la colonia argentina sarà ancora più folta, conoscevi già qualche tuo nuovo compagno?
"Conosco Denis, Navarro e Lavezzi perchè li ho incrociati quest'anno con la Samp. A Datolo lo conosco grazie alla TV".

Quagliarella, Cigarini, Campagnaro, De Sanctis, Zuniga, che Napoli sta nascendo?
"Una squadra competitiva, punteremo in alto. Sono degli ottimi acquisti".

Da avversario quali emozioni ti ha trasmesso il San Paolo?
"Ho giocato una volta con la Samp e tre volte con il Piacenza. Tre sconfitte e un pari. Non mi è andata bene. Ma l'emozione è stata enorme, giocare in uno stadio storico mette tanta adrenalina, una tifoseria assolutamente diversa da tutte le altre, che incita sempre e trascina i propri beniamini verso la vittoria. Il San Paolo è veramente speciale".

Napoli è anche la patria del Pibe de oro, sogni la convocazione in nazionale?
"Chi non sogna la maglia nazionale? Fino a quando non leggerò la lista dei convocati per i mondiali le mie speranze di esserci saranno sempre vive. So che è difficile perchè manca pochi mesi al Mondiale e l'Argentina ha tantissimi giocatori di primo livello. Sono convinto, però, che qualora dovessi giocare bene in maglia azzurra Maradona mi concederà un'opportunità".

Quale numero di maglia sceglierai?
"Non l'ho deciso ancora. Dovrei vedere quali sono i numeri disponibili. Gli ultimi tre anni ho giocato con la maglia 16 ma ho anche usato il 9, il 5, il 14 e il 27. Vedremo".

Ricorri a qualche rito scaramantico prima di entrare in campo?
"Entro sempre con il piede destro, niente di più. Non sono molto scaramantico".

Quale sarà la prima cosa che farai al tuo arrivo a Napoli?
"Non lo so ancora, dovrei chiederlo a mio procuratore. Ma sicuramente gli esami medici e fisici, e poi firmare il contratto".

Un saluto ai tuoi nuovi tifosi..
"Un abbraccio da Hugo Campagnaro, Forza Napoli".