Il gol di Bissouma e il terreno di gioco - Top&flop di Uganda-Mali

TOP:

La prova di Miya - Una grandissima botta dalla distanza, a sua firma, porta l'Uganda temporaneamente in vantaggio nella ripresa. Ma prima ancora l'attaccante numero 17 si era elevato a migliore in campo dei suoi, mostrando una grandissima intraprendenza, coi suoi scatti sempre coi tempi giusti e una gran voglia di fare bene.

Il gol di Bissouma - Saranno stati 35 metri circa quelli che c'erano tra il punto di battuta del calcio di punizione che ha poi portato all'1-1 e la porta di Odongkara. Alla battuta Bissouma. Difficilmente si pensava che qualcuno avrebbe potuto impensierire il portiere, ma la sua staffilata l'ha sorpreso e la palla si è infilata nel sette.

Il primo tempo di Wagué - Un vero e proprio muro per un tempo. Il difensore dell'Udinese è stato insuperabile, grazie alla sua stazza abbinata ad una buona dose di velocità. Perché che intercetti diverse palle aeree non è una sorpresa, ma se poi recupera su Hassan in velocità quando l'attaccante avversario era a tu per tu col portiere vuol dire che anche la serata è di certo tra le più positive.

FLOP:

Le condizioni del terreno di gioco - Ha piovuto tutta la giornata sullo Stade d'Oyem e questo ha contribuito a rendere tutto più difficile e, perché no, brutto. Perché il pallone, sul campo completamente zuppo, si muoveva male, a tratti si bloccava. Uno spettacolo deprecabile.

Le sbavature della difesa maliana - Sia nel primo tempo che nella ripresa la formazione di Giresse non ha fatto messo tanta attenzione sul campo. Nel primo tempo, ad esempio, un buco enorme ha mandato Maya in porta. Nella ripresa su un'altra disattenzione lo stesso attaccante dell'Uganda ha realizzato l'1-0. Imperfetta, tutta la linea.

La sterilità dell'attacco maliano - Di occasioni, sia chiaro, ne sono arrivate. Ma sempre sprecate. Prima Marega, poi Doumbia in almeno tre circostanze. Anche Sylla ci ha provato da fuori, mandando però alle ortiche un chance. Mai nessuno l'ha buttata dentro. Per trovare la rete c'è voluta una punizione dai trentacinque metri e una perla di Bissouma.