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Inter, Zenga: "Mancini? Vedremo cosa dirà il futuro, aspettiamo"

Inter, Zenga: "Mancini? Vedremo cosa dirà il futuro, aspettiamo"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 22 dicembre 2014, 14:372014
di Chiara Biondini

"La Roma potrebbe pagare l'assenza di Gervinho che sarà impegnato in Coppa d'Africa. Gennaio sarà importante per la Juve e i giallorossi. Non vedo una vera favorita, stanno facendo una corsa da sole e per il terzo posto c'è un grosso equilibrio. I miei Oscar dell'anno vanno a Di Francesco e Sarri per il lavoro che stanno facendo a Sassuolo ed Empoli con tanti giocatori italiani, alle due squadre genovesi e una citazione per Stramaccioni che sta facendo bene a Udine. I giovani portieri italiani stanno trovando molto spazio mai come quest'anno, mi convincono Leali, Perin, Cragno. Facciamoli giocare i giovani, non deve esserci la paura di rischiare. L'Inter? E' un discorso ormai chiuso e abbondamentemente seppellito". Queste le parole rilasciate da Walter Zenga, ai microfoni dell'emittente umbra Radio Onda Libera.

Juve e Napoli in campo oggi a Doha in Qatar per la Supercoppa Italiana: che partita sarà?
"Una finale con tutte le incognite del caso al di là dei valori espressi in campionato. Sarà una partita vera, senza pronostico scontato. In una sfida del genere può succedere di tutto. Non contano meno perché si gioca all'estero: perdere dà sempre fastidio".

Juve e Roma continuano a duellare: cosa può fare la differenza tra le due e in favore di chi?
"Per me conterà molto la gestione di certe situazioni. Sono quelle cose imponderabili all'inizio, poi quando ti trovi ad affrontarle bisogna valutarle. A gennaio, per esempio, la Roma non avrà Gervinho e questo potrebbe pesare. Il duello è destinato a proseguire".

Per il terzo posto è bagarre con 6 squadre in 3 punti: chi vede favorita?
"Non vedo una squadra superiore, c'è un grande equilibrio. Ma al top vedo Di Francesco e Sarri che stanno facendo un lavoro eccellente con Sassuolo ed Empoli avendo in organico tanti italiani. Sono al top le due squadre genovesi, e merita Stramaccioni che all'Udinese sta facendo bene".

Mancini sta cambiando l'Inter?
"Vedremo cosa dirà il futuro, aspettiamo".

Si è fatto un'idea del perché l'Inter non le affida la panchina sebbene una grossa fetta della tifoseria nerazzurra non veda l'ora?
"Ho iniziato ad allenare più di dieci 10 anni fa negli Stati Uniti, ho fatto il mio percorso. C'è chi nasce con la camicia e chi deve comprarsela. Io me la sono andata a comprare e ho imparato a distinguere. Ormai l'Inter è per me un discorso chiuso e abbondantemente seppellito. Mi dispiace se penso che ogni tanto qualcuno parla bene di me, come ultimamemente Trapattoni, e sembra che ai più dia fastidio che qualcuno parli bene di me".

Tornerebbe in Italia?
"Ho fatto una scelta di vita, sto con la mia famiglia a Dubai in un posto dove la qualità della vita è altissima. Ho concluso l'esperienza con Al Jazeera e mi sono preso una pausa di riflessione, direi un anno sabbatico. Mi guardo attorno e penso positivo, vedremo quel che succederà. Chiudere le porte a qualcuno o a qualcosa non va bene. Ho avuto delle opportunità durante questi mesi e le ho accantonate perché avevo in mente che potesse accadere qualcosa per tornare all'Inter".

Il Real Madrid ha vinto il suo 4° mondiale per club, il 18° trofeo internazionale, la 22° partita consecutiva tra campionato e coppe: qual è la migliore impronta che sta lasciando Ancelotti?
"Racconto un episodio particolare per parlare di Ancelotti. Sono stato a Madrid l'estate scorsa, doveva giocare la Supercoppa e ho visto una disponibilità assoluta. Erano tornati da Varsavia, da un'amichevole con la Fiorentina, alle 4 di mattina e alle 8.30 è venuto a prendermi in albergo per portarmi al campo restando tutto il giorno con me. Non so quanti l'avrebbero fatto. Se lui è così con gli altri, immaginate cosa sia negli spogliatoi nella gestione di una squadra. Ho avuto una conferma di più, dall'esperienza personale, del suo valore. Si merita tutto il meglio possibile per l'uomo e l'allenatore che è".

Come valuta il livello del calcio italiano?
"In questo momento ci sono oggettive difficoltà. Oggi guardano di più il calcio inglese, spagnolo e tedesco. Ci sono situazioni politiche, sociali, economiche. I campioni scelgono altre situazioni. Bisogna ripartire e avere pazienza".

Ripartire magari dai settori giovanili?
"Bisognava parlarne prima perché ci si può ragionare adesso per 10 anni. Ho citato proprio Di Francesco e Sarri perché hanno tanti giovani e italiani. Anche il Cagliari è un esempio. Se si prende uno straniero deve alzare il livello, mentre quelli arrivati sono bravi quanto i giovani italiani".