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Italia, Rugani: "Sono sempre stato juventino"

Italia, Rugani: "Sono sempre stato juventino"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 23 marzo 2015, 15:052015
di Cristina Guerri

Daniele Rugani, difensore dell' Under21 di Di Biagio e già convocato nella Nazionale maggiore di Antonio Conte, ha parlato in esclusiva a VivoAzzurro.it. "Voglio continuare a dare quotidianamente il massimo e crescere il più possibile: in questo sono fortunato perché l'Empoli è un club che valorizza i giovani - ha dichiarato - gli obiettivi agonistici principali che mi pongo sono la salvezza con l'Empoli, la disputa di un buon Europeo a giugno e il raggiungimento della qualificazione alle Olimpiadi con l'Under 21. La convocazione di Conte? E' stato un evento inaspettato, non ci avrei mai pensato. Mi sono sentito onorato e ho cercato di prendere il meglio da quell'esperienza, imparando dai tanti campioni presenti. La mia storia? Ho iniziato a 5 anni, allenandomi semplicemente con i ragazzi più grandi, dato che non potevo giocare le gare a causa dell'età - precisa - Prendevo invece parte alle partitelle con gli amici del mio paese e giocavo a casa con mio fratello. Sono nato come centrocampista, poi a 10 anni, all'Empoli, sono stato arretrato di ruolo. Già da piccolo avevo qualcosina in più degli altri ragazzi: poi intorno ai 17-18 anni, ho capito che forse potevo farcela. I miei idoli? Non avevo poster di campioni particolari, ma, essendo sempre stato un tifoso della Juventus, avevo diversi video e dvd bianconeri, e una maglia di Alex Del Piero. Adesso invece non ho modelli d'ispirazione particolari, cerco di prendere il meglio dai difensori più bravi".

"Dovrei migliorare la sensibilità del mio piede debole, il sinistro, poi vorrei cercare di aumentare la velocità di pensiero e la personalità nel giocare la palla - continua Rugani, analizzando i suoi principali difetti e le proprie qualità in campo - Il mio punto di forza principale credo che sia la capacità di rimanere concentrato durante tutta la partita. L'insegnamento più prezioso che ho fatto mio è il lavorare tanto, senza mai accontentarsi e sempre guardando al traguardo successivo, dare sempre il massimo in gara e negli allenamenti alla fine paga".

Infine, qualche curiosità, tra vita privata e sul campo: "Il passaggio dalla B alla A? In A c'è più qualità e velocità nelle giocate, gli errori li paghi sempre. Gli attaccanti sono più efficaci nelle giocate individuali e precisi nei tiri da fuori area. Dybala è stato l'attaccante che più mi ha messo in difficoltà - conclude - Fuori dal campo sono una persona tranquilla: mi piace vedere gli amici, leggo molto e amo giocare a tennis. Il calcio a 5 con gli amici? Lo evito, per non rischiare infortuni".