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Juventus, Higuain: "Felice della mia scelta, ho raggiunto una certa serenità"

Juventus, Higuain: "Felice della mia scelta, ho raggiunto una certa serenità"
giovedì 6 aprile 2017, 10:582017
di Chiara Biondini
fonte Icon

“Se da una parte è vero che il calcio è la mia passione, dall’altra sono ben cosciente che siamo tutti per­sone, che nessuno è calciatore e basta. Non puoi concentrare tutto sul pallone, corri il serio rischio di perderti quello che realmente vale: la famiglia, la vita”. È un Gonzalo Higuaín inedito quello che si racconta nell’intervista esclusiva a Icon, in edicola il 6 aprile. Il bomber argentino, classe 1987, ha parlato dei suoi affetti, priorità e scelte di vita.

“Io e mia madre Nancy abbiamo un legame speciale: a dieci mesi mi salvò dalla meningite portandomi in ospedale, entrando al pronto soccorso senza fermarsi davanti a niente, andando dal dottore con­vincendolo a curarmi senza perdere neanche un minuto. Grazie al suo coraggio tutto è andato bene. Devo molto anche a mio padre, ma è chiaro che con lei il rapporto è speciale. Non ricordo nulla di quel giorno, lei stessa me l’ha raccontato più volte, un dettaglio alla volta, ma quando ti succede una cosa del genere è palese che vedi la vita in un modo un po’ diverso. Essere figlio di un calciatore professionista per me è stato un vantaggio: papà mi ha raccontato tante cose che sono successe a lui, belle e brutte, e così mi ha permesso di evitare molti errori. O di scoraggiarmi per cose negative. Mi ha aiutato tanto, e lo ringrazierò sempre per questo, ma tutta la mia famiglia mi è stata molto vicina. Non capita a tutti. È importante. Siamo molto uniti”, ha detto “El Pipita”.

Il calciatore si ferma poi a riflettere sul suo percorso, tra passato e presente:
“Ancora oggi, a 29 anni, non penso mai a quello che sono, quello che ho fatto, e questo alla lunga è ciò che ti fa andare avanti. Ho capito che è fondamentale non pensare mai di essere arriva­to. O, peggio, di essere il migliore. Bisogna credere che ci manchi sempre qualcosa, che ci sia sempre qualcosa da imparare per mi­gliorare. È soltanto l’umiltà che permette di crescere come calcia­tore. E come persona. I giornalisti sportivi parlano sempre di soldi, questo non lo capisco. Gli ingaggi sono alti, certo, ma credo però che nessun calciatore pensi solo ai soldi; quando si cambia squadra lo si fa per stare bene con se stessi, per far star bene la propria famiglia, per essere felici. Torino non la conoscevo: mi raccontavano che era una città bella e tranquilla, e ora posso affermare che è vero. Sono felice della scelta che ho fatto, perché così ho raggiunto una certa serenità dentro e fuori dal calcio, che era quello che cercavo”.