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La pioggia nel Pineta: la recensione di "Chiamatemi Bomber" di Bobo Vieri

La pioggia nel Pineta: la recensione di "Chiamatemi Bomber" di Bobo VieriTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 11 dicembre 2015, 19:572015
di Luca Bargellini
fonte ilsensodelgol.it

Inauguriamo una nuova rubrica dedicata alle recensioni dei libri che più ci piacciono.
Si intitola "Tre pagine a caso".
Questa speciale rubrica durerà come uno qualunque di noi al cospetto di Emily Ratajkowski: molto poco.
Il libro che recensiamo per inaugurare e chiudere la rubrica si intitola: Chiamatemi Bomber, dello scrittore contemporaneo Bobo Vieri.
Procediamo con l'esperimento.

Per selezionare le "tre pagine a caso" utilizzeremo il metodo scientifico della "conta".
Prima "conta": La balena senza culo.
"La/ ba/le/na/ sen/za/ cu/lo/ sa/ con/tar/ fi/no/ a/ 21: 1, 2 ecc ecc 21".

È curiosamente uscita pagina 196.
Andiamo a leggere cosa scrive il Vieri.

"Appena Andrea mi ebbe inquadrato un minimo, pronunciò la sua sentenza: "Io ti ho capito, Bobo, tu sei un tipo giusto per il Pineta". Lo guardai sbalordito pensando: "Che cazzo è il Pineta? E cosa ci vado a fare io in un > bosco?" (...) Il locale mi sconvolse fin dalla prima volta, non avevo mai visto tante ragazze superfighe tutte insieme. (...) Gnocche dappertutto, gnocche che scherzavano, ridevano (...) Da quell'estate in avanti non volli sentire ragioni e, salvo poche eccezioni, ogni anno mi ritrovai a passare al Pineta dalle venti alle quaranta serate".

Potete notare, amici lettori, il sapiente uso del passato remoto del Vieri, tempo verbale a lui caro che indica sofferenza, rammarico. L'autore si strugge nel ricordo, rimugina su un passato ormai lontano e fatto di risate e sano divertimento.
Chiaro il rispetto del Vieri per l'altro sesso. Le donne non vengono mai messe all'indice, l'autore non scrive "Maria, Francesca, Laura...", preferisce mantenerle sullo stesso piano e accumunarle utilizzando termini decisi ma certamente rispettosi: "Gnocche", "Superfighe".
Interessante anche il passaggio in cui il giovane Bobo capisce di non essere più un ragazzo alla scoperta del mondo, ma un giovane uomo cui è impossibile tarpare le ali. Vieri invita il lettore a comprendere la sua condizione di "giovane ingrifatissimo" e per farlo punta molto sul fattore "temporale" e quindi sono "venti o quaranta serate al Pineta all'anno". Neanche Albertino.

Seconda "conta": Dante lo scorreggiante.
Dante lo scorreggiante ne fa una, ne fa tante: ne fa una al limone e fa scappare tutto il Giappone; ne fa una all'arancia e fa scappare tutta la Francia; ne fa una al caffè e fa scappare pure te!

E' curiosamente uscita pagina 198
Andiamo a leggere cosa scrive il Vieri.

"Si rideva insieme alle tipe (...) Riuscivo sistematicamente a convincerne una - a dire il vero anche due o tre nel corso della stessa serata - a seguirmi negli uffici del locale (...) Ci chiudevamo dentro e facevo quello che deve fare un bomber (...) Anche le ragazze si vogliono divertire, credetemi. Almeno quelle con cui sono stato io. (...) Succedeva che nella foga mi dimenticassi di chiudere la porta dell'ufficio e che, mentre ero lì a fare il bomber, Chicco (il proprietario) e i suoi ragazzi continuassero il loro viavai lavorativo (...) Ho smesso le volte in cui mi sono innamorato davvero".

Quanta amarezza nelle parole del Vieri, quel "si rideva", l'imperfetto utilizzato con maestria, tempo verbale ma anche e soprattutto atto di modestia come a voler dire "non sono infallibile, anzi". Ma il castello fatto di semplicità costruito dal Vieri crolla nella terzina successiva: "...A convincerene una/anche due o tre/ci chiudevamo dentro". Se le bomba tutte, Bobo, altroché, e non si nasconde più, consapevole che il giovane adolescente di un tempo è ora "bomber", già capace di dare lezioni e consigli alle future generazioni. E allora "Anche le ragazze si vogliono divertire, credetemi". Ti crediamo, Bobo, crediamo anche che le giovini siano certamente attratte "dall'uomo Vieri" e non dal suo portafoglio, giammai. Stereotipo - quello del "calciatore arrapato-velina maiala" - che l'autore tende a scansare aprendo a tutti il suo cuore: "Ho smesso le volte in cui mi sono innamorato davvero". Bobo abbandona per un attimo il bomberismo per tornare ragazzo semplice, ingenuo, soprattutto capace di insegnarci qualcosa: ci si può dimenticare di chiudere la porta mentre si tromba, si può regalare gioia effimera a Chicco e ai suoi onesti lavoranti, si può essere a volte scanzonati e giocherelloni, ma sempre toccherà fare i conti con quel mistero chiamato "amore", sentimento "democratico" che arriva ovunque, persino nei pressi della porta dell'ufficio di Chicco (che tanto, si sa, è aperta).

Terza conta: Mi buttai dal terzo piano/Con cento lire in mano/Quando arrivai giù/Le cento lire non c'eran più.

(grazie al cazzo, aggiungiamo noi)

E' curiosamente uscita pagina 220

"Un giorno dopo un allenamento con l'Inter, esco per ultimo dalla Pinetina (...) Duecento metri più in là una macchina parcheggiata a bordo strada (...) Penso: "Guarda che bella questa morettina". La fisso per capire se sia rimasta in panne e abbia bisogno di aiuto (...) Lei tira giù il finestrino e mi dice: "Ciao, sono una tua tifosa, se ti va di seguirmi ho un regalino per te" (...) Ci fermiamo in una piazzola dove non c'è anima viva, scende dalla sua macchina e sale sulla mia per fare quello che potete immaginare (...) Da quel giorno appuntamento fisso, prima degli allenamenti però. È stato così quasi tutti i giorni per sei anni".

Nell'ultima parte della sua opera il Vieri ci convince della bontà del suo scritto snocciolando una serie di aneddoti irriverenti e assai onesti, stralci di vita vissuta che ci fanno capire quanto il ragazzo fosse realmente appassionato al suo lavoro ("esco per ultimo dalla Pinetina") e per nulla spaventato dal detto "Non accettare caramelle dagli sconosciuti".
Il Vieri le caramelle le accetta eccome, si fida, non teme lo straniero, mostra il suo lato disponibile e generoso: "La fisso per capire se sia rimasta in panne e abbia bisogno di aiuto". L'avrebbe fatto con chiunque, anche con me e te. Ma Bobo è fortunato e gli capita una zoccolona da combattimento che "sale sulla mia auto per fare quello che potete immaginare". Qui Vieri lascia al lettore il diritto a interpretare. Cosa avrà fatto il bagascione "per sei anni prima dell'allenamento"? Avrà dato una controllata all'olio motore? Era un benzinaio? E dopo il trasferimento al Milan la giovane avrà trovato una piazzola anche nei pressi di Milanello o è ancora là, sperduta tra i boschi della Pinetina? Bobo ci lascia così, con questo alone di mistero legato a codesta musa ispiratrice e - qui ci affidiamo al nostro fallibile intuito - probabilmente anche "aspiratrice".

Finisce qui "Tre pagine a caso", la rubrica di critica letteraria de "Il Senso del Gol" dedicata ai grandi autori nostrani. Al prossimo appuntamento.

Ps. Le "conte" sono state selezionate da siti online specializzati in "conte e filastrocche".

Ps2. La redazione de Il Senso del Gol ritiene che l'autore del verso "ne fa una al limone e fa scappar tutto il Giappone" tratto da "Dante lo scorreggiante" sia un genio totale.