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Lazio, Del Nero: "Keita? A volte mi chiedo perché non giochi più spesso"

Lazio, Del Nero: "Keita? A volte mi chiedo perché non giochi più spesso"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 30 novembre 2015, 16:552015
di Chiara Biondini

L'ex biancoceleste Simone Del Nero, è intervenuto ai microfoni de "I Laziali Sono Qua", trasmissione radiofonica in onda sugli 88.100 FM di Elleradio.

Sulla sconfitta di ieri ad Empoli
"E' stata una partita un po' confusa, con troppi errori arbitrali che oggettivamente hanno penalizzato la Lazio. Questo non deve essere un alibi, ma è comunque un dato di fatto sul quale non si può sorvolare. Mi sembra che la freschezza dei giovani dell'Empoli abbia fatto la differenza".

Sul momento difficile e sul match di venerdì contro la Juventus
"Ci sono dei periodi in cui è fisiologico avere dei cali di tensione. Basta una piccola scintilla a volte per far ritrovare l'entusiasmo. All'orizzonte c'è una partita fondamentale contro la Juventus, trovare un risultato positivo contro una squadra di questo calibro potrebbe rappresentare la svolta e soprattutto portare chiarezza in questo momento di confusione".

Sui rapporti tesi tra squadra e tifoseria
"Il supporto dei tifosi è fondamentale, ti fa sentire sicuro dei tuoi mezzi. A livello di personalità qualcuno può soffrire le contestazioni. A me personalmente pesavano molto. Ci sono giocatori col carattere simile al mio ai quali servono incoraggiamenti nei momenti difficili. Questo può valere anche per calciatori stranieri che non sono abituati alle pressioni che solitamente ci sono a Roma. Purtroppo quando non arrivano i risultati i malumori dei tifosi sono comprensibili. Per far cambiare loro idea bisogna tirar fuori i cosiddetti attributi".

Sui tanti giovani biancocelesti presenti in rosa
"In una squadra come la Lazio è necessario un mix tra giovani di valore ed elementi più esperti. Una squadra come l'Empoli ha la possibilità di puntare su una squadra di soli giovani, la Lazio deve potersi affidare anche a giocatori di spessore per superare i momenti difficili. Il giovane che conosco meglio e che mi ha impressionato di più è Keita. A volte mi chiedo perché non giochi più spesso. Deve ancora crescere, ma ha enormi margini di miglioramento. La personalità è importante per tutti, non solo per i giovani. Forse le pressioni romane possono essere deleterie per giocatori che ad esempio in questo momento stanno facendo bene con la loro Nazionale, ma qui soffrono. In questi casi si dice che il pallone comincia a scottare, ma bisogna continuare a lavorare per uscire fuori da momenti del genere".