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Lazio, Pulici: "Ora siamo piombati nell'incertezza verso il futuro"

Lazio, Pulici: "Ora siamo piombati nell'incertezza verso il futuro"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico Gaetano
martedì 22 marzo 2016, 14:292016
di Chiara Biondini

L'ex portiere e ds dei biancocelesti Felice Pulici, ai microfoni de "I Laziali Sono Qua", trasmissione radiofonica in onda dalle 10 alle 13 dal lunedì al sabato sugli 88.100 FM di Elleradio, ha parlato della Lazio e degli attentati di oggi a Bruxelles.

"E' chiaro che stamattina la testa di tutti è a Bruxelles. Si tratta di eventi difficilissimi da prevedere e da arginare, viene coinvolto il cuore dell'Europa e la paura circonda tutti gli abitanti del Continente. La paura degli attentati ha fermato anche pochi giorni fa in Turchia la grande sfida di campionato tra Galatasaray e Fenerbahce".

Sul come continuare a vivere senza farsi sopraffare dal terrore
"Non è semplice spiegarlo, ogni Stato dovrebbe mettersi nelle condizioni di controllare i propri confini. Un'idea di intelligence comunitaria in questo momento è utopistica, anche se Schengen è stata la più grande conquista dell'Unione Europea".

Sull'11 settembre del 2001, quando la Lazio giocò in Turchia sul campo del Galatasaray
"Ricordo la drammaticità di quel giorno, immediatamente la mia mente è volata a quel luogo e a quella situazione. Oggi siamo di fronte ad una scelta ben precisa. Siamo sotto attacco, ma non sappiamo di preciso chi ci sta attaccando. La risposta degli Stati deve essere di compattezza, di rivendicazione dei propri confini e della propria sovranità".

Sulla Lazio
"Nessuno si aspettava un epilogo del genere. L'Europa League rappresentava un'ancora di salvezza per la stagione e rappresentava perlomeno l'illusione di arrivare ad un traguardo importante in questa annata. Ora siamo piombati invece nell'incertezza verso il futuro. Una realtà non prevedibile, visto che l'andata faceva pensare che la Lazio ce la potesse fare contro lo Sparta Praga. Questo fa capire come la società non ha tenuto conto della necessità di coltivare una base, rappresentata dalla presenza dei propri tifosi".

Sul fatto che la proprietà della Lazio sia arrivata ad un punto di non ritorno
"Ricordo che quando iniziai la mia esperienza alla Lazio perdemmo molte partite in Coppa Italia. In quel momento la società e i tifosi mi consegnarono una medaglia d'oro, sì proprio a me che in quel momento ero il giocatore più in difficoltà della Lazio. Questo dovrebbe essere il sostegno e il supporto, la presenza della società che insieme ai tifosi permette alla squadra di sentirsi stimolata e sostenuta al tempo stesso. Sembra un sistema complesso, ma agendo con amore ed entusiasmo si possono fare grandi cose partendo da un punto comune: il senso d'appartenenza".