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LIVE TMW - Oltreradio, Quirico: "Quando la maglia del Milan mi cambiò la vita"

LIVE TMW - Oltreradio, Quirico: "Quando la maglia del Milan mi cambiò la vita"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 10 giugno 2014, 16:072014
di Chiara Biondini
fonte Oltreradio.it

Inizia la trasmissione deidcata al Mondiale di Oltreradio.it. Tuttomercatoweb.com seguirà in diretta trascrivendo gli interventi più significativi degli ospiti.
Nell'immediata vigilia dei Campionati del Mondo di calcio, nel programma viene analizzato in compagnia di politici, giornalisti e giocatori di calcio la condizione del calcio italiano e la competitività della nazionale allenata da Cesare Prandelli. Agli ospiti della trasmissione sarà chiesto di indicare i tre più forti giocatori che hanno indossato nel dopoguerra la maglia azzurra.

Conduce Andrea De Angelis , intervengono:

Francesco Boccia (Presidente della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati)
Lara Comi (Europarlamentare, Forza Italia)
Antonio Di Gennaro (Allenatore, ex giocatore, commentatore televisivo)
Giancarlo De Sisti (Allenatore della Nazionale Parlamentari Italiana)
Vittorio Feltri (Editorialista de Il Giornale)
Roberto Giachetti (Vice Presidente della Camera dei Deputati)
Ignazio La Russa (Parlamentare di Fratelli d'Italia)
Gianluca Paparesta (Presidente della F.C. Bari 1908, ex arbitro)
Michele Plastino (Giornalista sportivo)
Domenico Quirico (Inviato de La Stampa)
Alessio Falconio, (Direttore Radio Radicale)

Antonio Di Gennaro, ex giocatore tra le tante di Fiorentina e Bari, che ha allenato in carriera il Milan, attuale commentatore televisivo per Sky Sport:

"Quello che si ha, il massimo raggiungimento di un giocatore che inizia a fare questo mestiere e inizia a 10 anni, come me, con la passione di un ragazzino che spera ma non è sicuro di arrivare, quindi con fortuna con abilità, con professionismo riuscire ad arrivare a fare un Mondiale... Ricordo poi che giocavo nel Verona stellare, vincemmo lo scudetto e facemmo dei campionati molto molto buoni, ma arrivare al Mondiale è sempre l'apoteosi di una carriera, il raggiungimento massimo. Cosa conservi?... io ricordo la prima partita, l'esordio e l'inno nazionale con 116mila spettatori all'Azteca a Città del Messico e avevo il magone, come si suol dire, non riuscivo a deglutire, questo senso anche giustamente di apprensione e emozione, che poi è quello che ti fa andare avanti nella vita e ti trasportano".

Tanti dubbi che Nazionale vi aspettate per questi Mondiali?
Boccia: "Io ho la sensazione, ho sempre avuto grande fiducia in prandelli, ha sempre messo insieme in questi anni in cui l'Italia non ha brillato in europa, la migliore squadra possibile. Sono fducioso, non siamo arrivati lì in grandi condizioni fisiche venendo da stagione molto dura. Il Mondiale ha un'atmosfera magica e poi i giocatori ritrovano le energie. Bisogna vedere come Prandelli trasformerà alcune individualità in un gruppo compatto. La differenza tra i Mondiali vinti o vissuti da copratognisti l'ha fatta sempre il gruppo. Prandelli ha la fiducia anche del paese, il calcio ci tiene dalla mattina alla sera tutti assieme".

Giachetti: "Mi aspetto un Mondiale come sempre in tutte le occasioni, parto non fiducio. Quando non siamoa accreditati ai grandi risultati e facendo squadra siamo riusciti a ottenere grandi risultati. Noi abbiamo uno dei gironi più difficili e superare i quarti può essere un trampolino di lancio importante. Forse non è neanche fondamentale arrivare primi, però se superiamo i quarti qualcosa di importante possiamo fare".
Su quale giocatore punti? "C'è un fatto di cuore che mi porta a puntare su De Rossi, ma mi ha colpito molto Insigne e Immobile una coppia che potrebbe fare la differenza".
Tre nomi dei giocatori azzurri più forti che abbiano vestito la maglia azzurra?
"Rivera, era e rimane un mito della mia infanzia, credo che un altro giocatore più grande sia stato Maldini, e poi Totti se fosse stato sfruttato di più avrebbe fatto molto bene".

Paparesta Presidente della F.C. Bari
"Mi aspetto una Nazionale che deve trovare in questi giorni una definizione. Si sta proponendo un attacco giovane, ma Prandelli opterà per l'esperienza di Cassano a fianco a Balo che dovrà dimostrare una maturità che fino ad ora non c'è stata, il Mondiale può essere l'occasione giusta. E' una Nazionale ancora da costruire in fase di definizione. Bisogna superare questo primo girone che è molto difficile".

Plastino: "Per Prandelli c'è un po' meno simpatia del pubblico per la storia di Destro e Rossi che gli ha creato impopolarità. Non sappiamo ancora quale sia la vera formazione della Nazionale, forse non lo sa ancora nemmeno Prandelli".

Falconio: "Se arrivassimo fra primi 4 sarebbe sorpresa, veri outsiders... non vedo grande gruppo né individualità, soprattutto in difesa".

Importanza del gruppo e vedo Darmian alla prima convocazione, Cassano che rientra e sappiamo come è uscito, Cerci che è qui da poco come Immobile Perin, Parolo, Paletta e Verratti convocato all'ultimo.

Boccia: "I gruppi si cementano nei momenti importanti. O si chiude un ciclo o si rinnova".

Paparesta: "Il gruppo è fondamentale, soprattutto al Mondiale meravigliano forse le convocazioni all'ultimo. Sta a Prandelli e il suo staff, che ho visto lavorare in maniera eccellente nella preselezione, lavorare per il gruppo".

L'ex bandiera della Roma e giocatore della Fiorentina Giancarlo De Sisti , allenatore in carriera di Udinese e del club viola, in qualità di Allenatore della Nazionale Parlamentari Italiana.

"Il ricordo più forte la soddisfazione di aver vissuto la partita del secolo, Italia Germania 4-3, che è stato il punto più alto della mia vita sportiva e non.
Anche perché poi se fai un mestiere popolare diventi schiavo della tua popolarità e quello che fai rimbomba un po' in giro e quindi quella partita è rimasta nella memoria delle persone. Quindi quel che ne ha conseguito per arrivare alla finale mondiale, la partita che ricordo meno volentieri, quella con il Brasile... ".

Domanda a Plastino. Potrebbe essere il Mondiale di Immobile?
"Portrebbe. Per quello che lo riguarda, pensate che se veniva convocato Rossi non sarebbe stato convocato, se c'era Destro non c'era Insigne. Balotelli è uno che soffre non sacrificarsi, lui vuole partecipare, lo metti largo, che può dare una mano alla difesa. Cassano, la cosa che mi ha fatto arrabbiare, è stato quando in Italia-Lussemburgo si è fatto buttare fuori".

Interviene La Russa: "le sclete del Ct non sono state decise nè a motivi tecnici nè fisici, Rossi poteva essere portato, altre Nazionali portano giocatori rotti. PRandelli ha pensato che avere tranquillità e fare gruppo, dato che ha detto di puntare su Balotelli e non voleva creare motivo di ballottaggio che poi è venuto fuori lo stesso con Immobile. La soluzione di mettere insieme Immobile e Balotelli è quella di far giocare mario come gli faceva fare Mourinho. Al giocatore piace, non può fare solo il centrale".
Giusto rinnovare il contratto al Ct con il contratto più caro dei Nazionali tolti i russi?
"Hanno deciso di dargli fiducia, può essere anche un modo per farlo sentire tranquillo nelle sue scelte. Sull'entità del compenso non sta a me decidere".
I suoi tre giocatori azzurri più forti nel tempo
"Totti, Riva, Mazzola. Totti è il miglior giocatore italiano ha il pensiero più veloce dell'azione, quello che mi fa impazzire è il suo intuito calcistico. Mazzola perché sono interista, potevo dire Facchetti, ma non volevo parlare di persone non più tra noi. Riva perché anche se in Nazioanle non ha mai reso come in campionato, era un giocatore in qualche modo univa capacità tecnica e morale di stare in squadra nello spogliatorio che faceva bene allo sport".

Plastino:
"Finora Prandelli ha guadagnato molto di meno di quanto avesse potuto fare con un club. questo tipo di contratto ha un valore psicologico, perché se va male si parla poi di dimissioni, lasciando a lui la decisione".

Lara Comi, Europarlamentare di Forza Italia.
"La mia seconda laurea tesi è incentrata sulla struttura organizzativa Milan e attività sponsorizzazione e come una società calcistica può generare No profit, quindi generare attività volontariato. Così ho capito quanto costa effettivamente una società calcistica.
Alto l'impegno se si vuole restare ad alti livelli. Il problema non è la proprietà bensì la gestione. Soldi arabi, dollari o euro poco contano, l'importante sono i goal realizzati.
Se la gestione è made in Italy con valorizzazione dei nostri calciatori, non c'è problema".

Boccia: "Dobbiamo rimuovere ostacoli burocratici per consentire al nostro calcio di essere competitivo anche per intercettare investimenti".

Antonio Di Gennaro, ex giocatore tra le tante di Fiorentina e Bari, attuale commentatore televisivo per Sky Sport, ha parlato dei tre giocatori più importanti per lui che abbiano vestito la maglia della Nazionale Italiana.
"Ne dico tre ma ce ne sarebbero tanti, dico Riva, Baggio e Paolo Rossi. Ce ne sarebbero tanti, Totti, Del Piero... Tre mi sembrano riduttivi, anche per quel che tanti hanno fatto, dal dopoguerra a oggi. Riva e Paolo Rossi come goleador e per aver portato alla finalissima in Messico, l'altro al Mondiale dell'82. Poi Baggio, come Rivera, ottimi numero 10, impressionanti. Prevalgono, scegliendone 3, quelli che hanno fatto anche qualcosa di decisivo".

De Sisti sui tre storici Azzurri
"Non è facile fare una cernita tra tantissimi giocatori di assoluto livello internazionale, magari ce ne sono molti di più fra quelli che dei nostri azzurri non hanno vinto i mondiali... Così penso a Facchetti, Rivera, Mazzola, Maldini, Zoff e tanti giocatori che hanno rappresentato degnamente la Nazionale. Diciamo Facchetti e Rivera, anche perché ha vinto il pallone d'oro e rientra in un quadro più generico di campione. Diciamo Maldini che non ha vinto il pallone d'oro ma è uno dei grandissimi in assoluto".

Plastino sui tre grandi azzurri della storia della Nazionale
"Totti il giocatore più completo, al primo posto metto Scirea, era un vero esempio anche come guida e uomo, Riva come immagine di Forza e Paolo Rossi perché ha deciso il Mondiale".

Vittorio Feltri, editorialista de Il Giornale sui tre grandi azzurri della storia della Nazionale.
"Io mi affido alla memoria, potrei dimenticare qualcuno di meritevole. I primi nomi che galleggiano nella mia memoria sono Gaetano Scirea, grande giocatore in qualsiasi ruolo si sia cimentato, poi ho un ricordo particolarmente affettuoso per Roberto Baggio e, tra i più recenti, devo segnalare Cannavaro, che nei Mondiali del 2006 fu un asso e i suoi interventi difensivi ci hanno consentito di non subire goal, portandoci a vincere il Mondiale".

Boccia: sui tre grandi azzurri della storia della Nazionale.
"Meazza, Zoff e Maldini: tre pilastri della storia. La mia terna Juventino, Paolo Rossi, Baggio e Del Piero".

Domenico Quirico, giornalista del quotidiano torinese La Stampa, sui tre grandi azzurri della storia della Nazionale.
"Io sono rimasto legato a un Mondiale storico che non abbiamo vinto, ma che secondo me esprimeva una delle nazionali italiane più forti di tutti i tempi, non ho mai visto giocare quelle di Pozzo nel '38 ed è quello in Messico della finale contro il Brasile e semifinale contro la Germania. Secondo me c'erano tre giocatori che restano per me i più grandi: Rivera, Mazzola e Riva. Resto legato a quella nazionale e a quel calcio lì, probabilmente più lento e meno atletico di oggi, ma straordinariamente tecnico e affascinante, perché proponeva delle sfide e tipi di gioco che non ci sono più. Ora giocano tutti un po' allo stesso modo...".

Lara Comi sui tre grandi azzurri della storia della Nazionale
"Primo è Maldini, anche per vicinanza calcistica, è sempre stato assieme a Baresi la bandiera del Milan ed è stato sempre capitano anche morale della squadra.
Poi Baggio, al quale sono legata per la data di nascita, una persona a modo dentro e fuori dal campo. E Del Piero che ha dato molto all'Italia, come goal, assieme a Baggio".
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Quale sarà la finale e chi vincerà questo mondiale?

Paparesta: "Chiaramente ci auspichiamo che in finale ci sia l'Italia, ma la favorita è la squadra di casa. Speriamo in un Italia-Brasile. Adesso mi preoccupo della mia finale di domani".

Plastino: "Brasile-Argentina, con sorpresa Belgio. Il mio augurio è che si risolvano i problemi del Brasile".

Falconio: "Finale Brasile-Argentina, con i secondi vincenti".

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Domenico Quirico, giornalista del quotidiano torinese La Stampa
"Quando fui preso dai soldati di Gheddafi nell'agosto del 2011, a Tripoli, fu un momento di grande terrore, perché volevano uccidermi. Nel gruppo di questi miliziani c'era un giovane probabilmente mercenario perché chiaramente non era libico, era sahleiano, chadiano o maliano... questo aveva la maglia della mia squadra, cioè del Milan. Questo è un fenomeno che si nota in molte parti del mondo.
Anche in paesi in cui ci sono fanatismi religiosi, ideologie apertamente deprecatorie di quello che è il nostro modo di vivere occidentale, spesso questi rivoluzionari e fanatici indossano, con una contraddizione che dice molte cose, magliette di squadre di calcio europee...
E questo ragazzo aveva appunto la maglia del Milan e io, cercando di trovare una qualche forma di comunicazione con questa gente che ripeto voleva ammazzarmi, gli dissi che aveva una bellissima maglia... e questo ragazzo iniziò a togliersi caricatori e giubbotto antiproiettile per regalarmi la maglia del Milan... un momento in cui il calcio e la mia vita si sono intrecciati in un modo assai singolare e assai profondo, assai più profondo della passione sportiva o del tifo, come si dice...".