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Livorno dedica una serata al suo campione, Armando Picchi

Livorno dedica una serata al suo campione, Armando Picchi
lunedì 9 agosto 2010, 14:402010
di Marco Ceccarini
fonte Luigi Astori per Costa Ovest

Lo spazio Ideodrom, nell'ambito della Caprillina 2010, dedica un pomeriggio ad uno dei più grandi livornesi che hanno animato il mondo dello sport. Mercoledì 11 agosto, alle ore 18.30, Beppe Ranucci incontrerà Valberto Miliani e Paola Picchi per parlare del libro "Uomo e campione" di Miliani, dedicato ad Armando Picchi. Fratello minore di Leo Picchi, a sua volta giocatore di calcio con esperienze anche nel Livorno e nel Torino, Armando cominciò la carriera di calciatore di buon livello nella stagione 1954-55 nel Livorno come terzino, dove rimase per cinque stagioni. Poi passò alla Spal, allora in Serie A, per arrivare rapidamente all'Inter, con cui vinse tre scudetti, due coppe dei campioni e due coppe intercontinentali, consacrandosi capitano e campione, il "libero" per antonomasia, sotto la guida tecnica di Helenio Herrera. Concluse nel Varese. Dodici le presenze in Nazionale, dove però non ebbe molta fortuna e nel 1968, durante una partita fra Italia e Bulgaria, subì la frattura del bacino che lo costrinse a lasciare i campi di calcio. Picchi si dedicò allora alla carriera di allenatore. Dopo un'esperienza a Varese, fu alla guida del Livorno, non solo salvandolo dalla retrocessione ma anzi facendo sognare la tifoseria amaranto nel 1969-70, e il campionato successivo divenne allenatore della Juventus.

A 35 anni era l'allenatore più giovane d'Italia. Ma l'esperienza di tecnico durò poco perché Armando si ammalò e morì a soli 36 anni. La sua città gli ha dedicato lo stadio comunale ed alcuni tornei, e squadre dilettantistiche portano il suo nome, in memoria di un grande uomo di sport. A distanza di vent'anni dalla prima uscita del libro di Miliani, ed a quasi quaranta dalla scomparsa del capitano della Grande Inter, l'autore, attraverso retrospezioni, incontri, dialoghi e nuove testimonianze, ha inteso trasferire la figura del grande calciatore livornese dalla storia al mito, mettendo in luce non solo la valenza tecnica del campione, ormai nel gotha del calcio nazionale ed internazionale, ma soprattutto il carisma, l'intelligenza,la sensibilità, l'humor, il patrimonio di valori e la nobiltà d'animo. Ai contenuti della prima edizione del libro, riproposti interamente fin dalla presentazione di Gianni Brera, l'autore ha aggiunto i contributi di illustri firme del giornalismo sportivo, dei figli Leo e Gianmarco su "come si cresce da figli di Picchi", dell'intera famiglia unita nel ricordo, dei compagni di squadra Sandro Mazzola, Tarcisio Burgnich, Aristide Guarneri e Giuliano Sarti, degli amici della sua Livorno, compagni di "gabbionate" e di scampagnate calcio-gastronomiche. Ed è definitivamente emersa, così, la figura del personaggio da consegnare al mito e alla leggenda.