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Lo Monaco: "Il Catania e l'Udinese sono esempi virtuosi"

Lo Monaco: "Il Catania e l'Udinese sono esempi virtuosi"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
martedì 31 marzo 2015, 11:022015
di Chiara Biondini

Il Messina Pietro Lo Monaco è solo l'ultimo successo sportivo per l'ex direttore sportivo del Catania che, in diretta su Radio IES, ha parlato della sua ex squadra.

"Il Catania e l'Udinese sono esempi virtuosi. Il mio Catania con introiti modesti è riuscito a vivere dieci anni in serie A a buoni livelli costruendo un centro sportivo all'avanguardia in Europa. Non oso immaginare cosa si possa fare con il budget di una grande squadra. Non è vero che abbiamo portato soltanto argentini, ci sono stati tanti ragazzi valorizzati dalle serie inferiori, come Biagianti, abbiamo lanciato tecnici giovani e sconosciuti. I migliori allenatori in questo momento sono passati da Catania. Simeone, Mihajlovic e Montella sono stati lanciati da noi. E' un esempio positivo, significa che si può fare calcio anche con le idee nonostante risorse economiche limitate. Montella a livello di qualità di gioco è tra i migliori in Europa, io dicevo sempre a Simeone che era un ottimo capitano non giocatore pronto per diventare un grandissimo allenatore e quello che ha fatto all'Atletico Madrid lo dimostra. Così come anche Mihajlovic sapeva trasferire grandissima personalità a tutta la squadra. Il calcio parte dalla conoscenza non ci si può inventare nulla. Per scegliere un giocatore o un allenatore bisogna osservarli dal vivo e studiarli. Tanti giocatori non sono riuscito a portarli a Catania per il budget veramente limitato che avevo a disposizione, ricordo Claudio Lopez che volevo prendere a 17 anni quando ancora non era titolare, così come Veron. Un calciatore dalle grandissime potenzialità che non ha esploso appieno tutto il suo potenziale è Vargas".

"In generale in Italia mancano idee e coraggio: pensate che un calciatore come Vazquez del Palermo, dopo essere andato in prestito in Spagna senza mai giocare con continuità, torna alla base, fa qualche partite di buon livello e finisce addirittura in nazionale. Non riusciamo a valorizzare i nostri talenti, come Berardi, Saponara e tanti altri dimenticati in giro per il mondo o per l'Italia".