Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Luca Serafini: "Milan, adesso rispetto"

Luca Serafini: "Milan, adesso rispetto"TUTTO mercato WEB
© foto di tv
venerdì 1 maggio 2015, 08:292015
di Redazione TMW
fonte Luca Serafini

Nella settimana della festa dei lavoratori e dell’apertura dell’Expo da cui Milano spera di trarre uno slancio nuovo dopo anni di sofferenza, la sponda calcistica rossonera ha vissuto i suoi giorni più squallidi dai tempi di Giussy Farina. Prima la disonorevole resa di Udine, poi le dichiarazioni nel post-partita e il grottesco ritiro, le voci di un insopportabile ammutinamento con tanto di scambi pepati in pullman con l’allenatore, la relazione di bilancio ai soci che pareva scritta da Crozza, i selfie di Mr.Bee e gli inseguimenti per le vie della Milano da bere, l’umiliazione con il Genoa nella sera del vertice di Arcore per la cessione del club, il mancato esonero di Inzaghi, le riflessioni di Berlusconi sulle risposte da dare alle offerte (scriviamo solo immaginando ma senza conoscere la sua decisione finale). Ce ne sarebbero di cose da dire. Sarebbero ripetizioni. Alla rabbia subentrerebbe la noia e almeno questa il Milan non la merita.

Su due aspetti però non si po’ glissare. Anzitutto alcune spiegazioni di Adriano Galliani su un buco di bilancio da quasi 100 milioni, come l’esonero di Seedorf e la mancata qualificazione in Champions, costituiscono un atto di scarsa eleganza nei confronti dell’intelligenza media di un qualsiasi interlocutore. I soci se le sono bevute in silenzio, quindi contenti loro (tanto ha pagato Pantalone) contenti tutti, persino Seedorf che i suoi soldi se li intasca senza lavorare anche se ne avrebbe fatto volentieri a meno. Si poteva ricordare a Galliani che 2 anni fa il Milan in Champions ci arrivò eccome, ma il cratere era più o meno vasto come oggi e comunque nemmeno allora fu fatto lo straccio di un mercato decente. Si poteva ricordargli che andava citata anche la liquidazione allo staff di Allegri e che Allegri e Seedorf su quella panchina ce li hanno messi loro con quegli ingaggi... Scivoleremmo appunto nelle noiose ripetizioni che per una volta vorremmo evitare. L’altro atto è il mancato esonero di Inzaghi. Che la sua esperienza sulla panchina della prima squadra sia stata un disastro lo abbiamo scritto arrendendoci a nostra volta domenica scorsa ed è sotto gli occhi di tutti, con le attenuanti generiche del caso che meritano persino i criminali. Che il suo esonero a una manciata di partite dalla fine sarebbe stata una vigliaccata comunque non vi è dubbio: avrebbe significato scaricare le colpe dello scempio soltanto sulle sue spalle, avrebbe costituito un alibi per Berlusconi, Galliani e la squadra che hanno i primi due colpe infinitamente più grandi, mentre l’accozzaglia di prestiti e parametri sottozero deve dividere almeno in egual misura rispetto al tecnico. Perché la maggior parte di loro sono senza palle e senza amore.

In attesa di sapere in quali mani finirà la società al triste epilogo di un’era irripetibile, con la speranza che Berlusconi chieda oltre ai soldi un progetto credibile per potersi vantare almeno di un’eredità che non ha avuto tempo né voglia di creare in famiglia o in azienda, in quest’ultimo mese di maggio è nel diritto di chi ha a cuore le sorti di questi colori pretendere un po’ di serietà. Da parte di tutti. Nelle dichiarazioni, nei comportamenti, nella dignità (in campo e fuori) calpestata senza pudore in queste ultime stagioni. Perché il problema non è certamente nato a Udine né tanto meno nell’estate del 2014. Sarebbe bello vedere in campo qualcuno dei ragazzi che Inzaghi ha avuto nel settore giovanile, sarebbe bello che l’orgoglio dell’Armata Brancaleone portasse a una decorosa chiusura di un campionato da seppellire. Per rispetto nei confronti dei tifosi ma anche dell’amor proprio. Purtroppo però è stata proprio questa parola, rispetto, ad essere stata ignominiosamente declinata dall’inizio di questo malinconico tramonto. Quindi non è lecito aspettarsi granché.