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Luca Serafini: "Su e giù dal carro tra asini e buoi"

Luca Serafini: "Su e giù dal carro tra asini e buoi"TUTTO mercato WEB
© foto di Pietro Mazzara
venerdì 19 giugno 2015, 08:032015
di Redazione TMW
fonte Luca Serafini

Quando ci si rivolge e ci si confronta con decine di migliaia di persone che costituiscono il proprio pubblico social, è necessario rispettare regole etiche e morali. Il giornalista resta tale ovunque si esprima. L'uomo deve restare onesto e leale con chiunque abbia che fare. Sono regole che ci hanno insegnato e che rispettiamo da una vita, a prescindere dalle idee. La schiena è sempre dritta, la testa alta, la coscienza pulita. Questa "intro" ecclesiastica per rispondere a quanti in questi anni di trincea, impegnati a difendere storia, valori e ideologia di un club che ha fatto e fa la storia del calcio nel mondo, hanno avanzato teorie balzane come quelle di risentimenti personali, astio, interessi occulti, schieramenti e pregiudizi che non ci appartengono. Difendevamo, e difendiamo, il Milan. Difendevamo, e difendiamo, quanto di buono, di straordinariamente buono la proprietà Silvio Berlusconi ha fatto in 25 anni prima di cominciare a deturparne l'essenza. Lo abbiamo fatto anche con rabbia, lo abbiamo fatto anche con toni sopra le righe, siamo caduti una volta o due nella trappola di rispondere a vassalli e servi sciocchi. Di questo chiediamo scusa. L'intento era ed è soltanto quello di gridare che il Milan non può essere insozzato in alcun modo, i suoi tifosi non possono essere presi in giro, la sua storia non può essere stravolta.

Non siamo scesi da nessun carro perché nessun carro c'era. Non stiamo risalendo su nessun carro perché nessun carro c'è. Abbiamo visto il club e la squadra depauperata dei suoi valori e delle sue bandiere, lo abbiamo denunciato ad alta voce. Ora che sembra, e ripetiamo sembra, essere tornata forza economica insieme con un minimo di buona volontà e di rinnovato entusiasmo, abbiamo il dovere non di sostenere, ma di accompagnare questo nuovo percorso nella speranza che riporti il rossonero lassù dove deve essere. Ora che sembra, e ripetiamo sembra, che se non proprio un progetto sia almeno nata (rinata) un'ambizione antica, abbiamo il dovere di alimentarla nella speranza che venga fissato un traguardo e che venga fatto ogni sforzo per raggiungerlo.

I carri non esistono, esistono le asfaltatrici che per 25 anni hanno consentito al Milan di piallare avversari e precedenti, di riazzerare le idee di calcio moderno, di vincere e di convincere. I carri sono roba da asini e buoi che li tirano o li spingono o che comunque vi restano attaccati. Nel calcio come nella vita. Chi vi sale e chi vi scende è gentaglia di passaggio, noi siamo gente che quando incontrò il Milan si fermò senza più staccarsi da questo amore grande.