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Mussi: "Vorrei Bruno ad allenare il Torino, la grinta non mancherebbe"

Mussi: "Vorrei Bruno ad allenare il Torino, la grinta non mancherebbe"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
sabato 27 febbraio 2016, 20:522016
di Elena Rossin
fonte Torinogranata.it

Roberto Mussi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Mussi, attualmente è vicepresidente della Massese e organizza Camp estivi a Marina di Massa per giovani che vogliono avvicinarsi al mondo del calcio, ha militato nel Torino dal 1989 al '94 e nelle due stagioni precedenti al Milan. Con lui abbiamo parlato della sfida di questa sera fra le sue ex squadre.
Il 4-4-2 che ha permesso a Mihajlovic di dare equilibrio e risultati al Milan contro il 3-5-2 di Ventura che tifosi e critica ormai ritengono scontato visto che il Torino fatica a ottenere punti. Che tipo di gara sarà?
"Il Milan con questo nuovo modulo probabilmente si è sistemato e ultimamente sta giocando meglio ed è più concreto e determinante nelle giocate. Il problema, secondo me, non è tanto nei moduli con cui si gioca, ma nella mentalità con la quale si affrontano le partite, come si scende in campo a livello psicologico e mentale. Il Milan sicuramente è in un momento buono e, infatti, ha ottenuto buoni risultati e quindi è più facile per lui andare un campo con motivazioni giuste, la tranquillità e la consapevolezza di essere una squadra che non può lottare per lo scudetto, ma che può arrivare almeno a ridosso della zona Champions e di conseguenza in Europa League.
Per il Torino il discorso è contrario, oggi potrebbe giocare con qualsiasi modulo però, a mio parere, probabilmente i giocatori scendono in campo con troppe tensioni e preoccupazioni e non hanno quella tranquillità che permette di poter giocare nel migliore modo possibile".
Per quale motivo un giocatore perde la tranquillità? Alcuni dicono che Torino sponda granata sia una piazza difficile, però i tifosi del Toro si affezionano facilmente ai giocatori e li accolgono bene e con il Carpi ce n'erano 23 mila per una gara non di cartello e con la squadra che da tempo ottiene risultati mediocri. Pasquale Bruno l'ha detto chiaro: "Ma quali pressioni!"
"E sì, ho letto l'intervista di Pasquale Bruno, lui è uno sanguigno e molto istintivo e si lascia andare a dichiarazioni abbastanza pesanti, anche se piuttosto vere. Al Torino sono stato cinque anni e devo dire che ho trovato tifosi particolarmente attaccati a chi s'impegna e dà l'anima in campo, come diceva Pasquale Bruno. Mi ricorso di una sconfitta in casa per cinque a zero con il Cagliari e io e Fusi uscendo dallo stadio eravamo preoccupati per quello che avrebbero potuto dire i tifosi, invece, ci hanno applauditi. Quell'episodio mi ha meravigliato e allo stesso tempo convinto ancora di più che il tifoso del Toro è passionale e attaccato a chi dà l'anima in campo, infatti, gli idoli sono Bruno, Policano, Annoni, tutti giocatori che in campo si fanno sentire e sicuramente non tirano mai via la gamba. In questo momento per i giocatori del Toro è difficile, ma non penso, come ho sentito dire, che scendano in campo svogliati o senza determinazione a lottare, penso piuttosto che sia un problema psicologico, una paura di trovarsi al primo errore in discussione e con la gente contro, in queste condizioni è sempre difficile affrontare una partita".
Questa sera mancheranno rispettivamente Montolivo e Benassi per squalifica, ma il Torino a centrocampo ha uomini quasi contati per infortuni attuali o rientri da lunghi infortuni. Potrebbe essere un problema per Ventura?
"Quando un giocatore è convocato vuol dire che è all'altezza di giocare e contro qualsiasi avversario, chi c'è, anche se al Torino manca qualche calciatore, deve poter giocare al meglio. Non voglio insegnare niente a nessuno però, secondo me, Ventura deve lavorare moltissimo sulla testa e sulla psicologia dei giocatori e non tanto sulla tattica, sui moduli o su cose simili.

Quante volte squadre che sulla carta erano molto, ma molto inferiori all'avversario e poi hanno vinto o lottato fino in fondo riuscendo a strappare punti. Non è una questione di nomi o di giocatori che mancano: Chi scende in campo deve avere motivazioni giuste e la voglia di lottare fino all'ultimo secondo senza mollare mai, si può anche perdere, però, bisogna farlo con dignità".
Il risultato fra Milan e Torino sembra scontato a favore dei rossoneri, lo è veramente?
"Di solito vince chi è sfavorito, non so questa sera, ma, in effetti, il Torino aveva iniziato il campionato alla grande facendo ottimi risultati e c'era entusiasmo anche per il fatto che la Juve andava malissimo e nell'ambiente granata c'era un'euforia che si poteva tastare con le mani e poi, purtroppo, dopo la partita con il Carpi all'andata, che sulla carta sembrava facile, sono cominciati i guai per Ventura e per il Toro. C'è da ritrovare la voglia, l'entusiasmo e la tranquillità che c'era all'inizio anche perché la squadra a parte il cambio fra Quagliarella e Immobile è la stessa. Immobile sta dando qualche cosa in più a livello psicologico, di motivazioni ed entusiasmo. Aveva fatto benissimo nel Toro ed è tornato e ha ripreso subito a fare bene segando e facendo assist, anche se non sempre sono arrivati i risultati, ma è riuscito a dare qualche cosa in più che mancava alla squadra in attacco".
Il Milan potrà arrivare al terzo posto come chiede il presidente Silvio Berlusconi?
"Sicuramente oggi ha la possibilità di arrivare al terzo posto anche perché, a parte la Roma che ha ricominciato a giocare e fare ottimi risultati, le altre, compresa la Fiorentina, sono un po' altalenanti e l'attuale distanza non è così proibitiva e il Milan giocando come sta facendo adesso ha ottime chance per lottare fino in fondo per il terzo posto".
Il Torino dove potrà arrivare nelle ultime dodici partite?
"Il Torino è un po' un'incognita, a inizio stagione avevo grandi aspettative sul fatto che potesse disputare un grande campionato e soddisfazioni ai tifosi. Invece, purtroppo, si trova in un momento critico e può succedere di tutto perché, come dicevo, se non si riesce a ritrovare la tranquillità e la gioia di scendere in campo per ottenere i risultati e dare il meglio di sé tutto diventa difficile. Le ultime tre sono abbastanza lontane, però, perdendo qualche partita si rischi di essere coinvolti in situazioni complicate e uscirne diventa molto, molto difficile".
Secondo lei, il ciclo di Ventura è finito oppure il progetto sulla crescita dei giovani può continuare?
"Io stimo tuttora Ventura perché, secondo me, al Toro ha fatto un ottimo lavoro in questi anni. Ha disputato buoni campionati facendo emergere giovani interessanti e c'è da considerare che tutti gli anni sono stati venduti i giocatori migliori e nonostante tutto è riuscito a valorizzare ancora altri calciatori e fare buoni campionati. Adesso è in difficoltà, non so le vere motivazioni perché bisognerebbe essere nell'ambiente per capire bene, ma è chiaro che se i risultati continuassero a essere questi diventa difficile proseguire con Ventura, l'ambiente non lo vuole più, la squadra fa fatica a seguirlo e per questo penso che potrebbe essere arrivato al capolinea".
Ci sono voci che indicano Ventura fra i candidati alla panchina per la Nazionale se Conte andasse via. Ma il mister del Torino è adatto a fare il Commissario Tecnico?
"Sarebbe una grandissima opportunità per lui e se la merita perché nel corso della sua carriera ha fatto vedere di essere un buon allenatore, malgrado non abbia vinto nulla a livello di club, ma ha dimostrato, non dico con poco per non sminuire le società, però, con squadre non competitive ha comunque fatto degli ottimi campionati. Allenare la Nazionale potrebbe dargli la possibilità di far vedere ancora di più il valore che ha come allenatore".
E a sostituirlo, lei, chi prenderebbe?
"Pasquale Bruno, sicuramente la grinta non mancherebbe alla squadra".