Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta

Nesti: "A Torino, l'incontro del Papa con Marchisio"

Nesti: "A Torino, l'incontro del Papa con Marchisio"TUTTO mercato WEB
mercoledì 24 giugno 2015, 11:032015
di Chiara Biondini
fonte Carlo Nesti - Radio Vaticana

L'incontro del Papa con i salesiani e con Marchisio
"Voi sapete che il bicentenario della nascita di Don Bosco - dice Carlo Nesti, al Direttore della Radio Vaticana Italia Luca Collodi, nella rubrica "Non solo sport" del lunedì, alle 12,35 - significa anche ricordare un Santo, che ha esaltato il ruolo dell'oratorio, come incontro fra giovani, Fede e sport. Ed è stato davvero commovente il discorso di Papa Francesco ai salesiani, ieri a Torino, uscendo dal protocollo, e parlando a braccio. Ha raccontato come la mamma ed il papà siano stati sposati da un salesiano, missionario della Patagonia, proveniente da Lodi, che lo ha aiutato molto nella vocazione. Poi, dell'incontro con i giovani, ha fatto parte anche l'incontro con un calciatore della Juventus e della Nazionale, Claudio Marchisio, un esempio di come si possa condurre una vita normale, da padre di famiglia, pur essendo sempre sotto le luci dei riflettori. Io, invece, ho sottolineato che, per Papa Francesco, lo sport è tanto importante da averlo messo sullo stesso piano della scuola e del lavoro, nella formazione dei ragazzi".

David Luiz: la rinuncia al sesso
"Ieri, nel discorso di Papa Francesco ai giovani, ha colpito tutti la parte riguardare l'amore casto, quello che non "usa" le persone, ma le sostiene, anche a costo di sacrifici. Ebbene: l'eco di un annuncio, da parte del calciatore del Paris Saint Germain e della Nazionale brasiliana David Luiz, è stato addirittura mondiale. Il diretto interessato, che è un evangelista come Kakà e Legrottaglie, ha semplicemente detto che, d'ora in avanti, rinuncerà ai rapporti intimi, con la propria fidanzata, fino al matrimonio. Quando ha precisato che, in passato, ha avuto altre fidanzate, per cui non è vergine, apriti cielo! Si è scatenato il ciclone del pettegolezzo. Devo dire che mi associo all'indignazione di David Luiz, perché Gesù non ci chiede di essere perfetti dalla nascita alla morte, ma ci chiede di convertirci, in qualsiasi momento, lasciando alle spalle i nostri peccati. E il passato, dinanzi al pentimento, è annullato dalla Confessione, e dalla relativa assoluzione, per cui, come al solito, tanto rumore, e tanta disinformazione, per nulla".

Pallacanestro: Curry e la Bibbia
"Stephen Curry è il miglior cestista statunitense della stagione, e ha scritto, sulle scarpe da gioco, un versetto della lettera di San Paolo ai Filippesi: "Tutto posso in colui che mi ha dato forza". Se ci limitassimo a questo, sembrerebbe un modo di nominare il nome di Dio invano. In realtà, in quel punto, San Paolo ringrazia il Signore per gli aiuti ricevuti, e dice: "Grazie a te, ho imparato ad essere povero e ho imparato ad essere ricco; sono pronto a tutto, alla sazietà e alla fame, all'abbondanza e all'indigenza". Di conseguenza, è un atto di umiltà e riconoscenza, più che di presunzione. L'unica obiezione, che mi sento di formulare, riguarda, più in generale, le preghiere, con le quali alcuni atleti chiedono a Dio, prima delle competizioni, di vincere. Non dimentichiamo che la gioia di chi vince equivale al dolore del prossimo, che perde. Molto più giusto è chiedere al Signore, ad esempio, l'energia per dare tutto, indipendentemente dal risultato, o un aiuto, per non farsi male".

Sarri: il premio della gavetta
"Sono felicemente sorpreso di Sarri sulla panchina del Napoli, perché è frutto della sempre più sottovalutata gavetta, che significa poi nient'altro che esperienza. Mentre imperversavano le "notti magiche" dei Mondiali 1990, lui si preparava ad allenare la sua prima squadra: lo Stia. Seguiranno piccole realtà locali, Faellese, Cavriglia, Antella, Valdema, Tegoleto, Sansovino, Sangiovannese, e poi, finalmente, altre 9 squadre di maggiore spessore: in tutto 17 società. Sono contento anche come rivalsa su certe superstizioni, che dividono le persone in portafortuna e jettatori, a volte, con conseguenze devastanti. Nella "smorfia" napoletana, il numero 17 significa "'disgrazia", ma il tecnico ha già trovato il modo di sconfiggere la superstizione. Perché? Perché la diciassettesima panchina, quella dell'Empoli, alla faccia della scaramanzia, è stata proprio la sua fortuna. In sostanza: un trionfo del lavoro e dell'umiltà".