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Paolillo: "Riforme, ecco quali sono le priorità per il calcio italiano"

Paolillo: "Riforme, ecco quali sono le priorità per il calcio italiano"TUTTO mercato WEB
© foto di Andrea Ninni/Image Sport
giovedì 28 marzo 2024, 16:58Altre Notizie
di TMWRadio Redazione
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Ospiti: Ernesto Paolillo. Maracana com Marco Piccari e Stefano impallomeni.
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L'ex dirigente dell'Inter Ernesto Paolillo ha parlato a TMW Radio, durante Maracanà.

Inter, si parla della scadenza del bond di Oaktree:
"Era prevedibile che Oaktree mettesse pressione a Zhang perché la situazione la si conosce e il livello dei tassi attuali lo si conosce. Anche in caso di rinnovo il prestito sarà estremamente oneroso. Mi sembra strano che Zhang sia arrivato a pochi giorni dalla scadenza senza una soluzione. Ora o passa tutto in mano a Oaktree o una sostituzione di Zhang, ma non la vedo all'orizzonte. Ritengo che in questo momento solo i capitali arabi possano intervenire, non penso a capitali americani o asiatici".

Fondi stranieri cercano di entrare in Serie A. Che scenari si attende?
"Se parliamo di Moratti e Berlusconi, passiamo di persone che hanno messo capitali e passioni, se parliamo di Cairo o Lotito, grandi imprenditori che hanno comprato società vicine al fallimento e a zero in pratica. Se ci aspettiamo l'intervento di capitali italiani, dobbiamo pensare solo all'inserimento in situazioni vicine al fallimento. Ed è quello che sta accadendo".

Il nostro campionato resta competitivo?
"Sono convinto che possa migliorare, modelli di business tipo l'Atalanta che punta sull'accademia e il settore giovanile ne avremo ed è un modello che sta diventando vincente. Di grandi investitori che comprano una big e comprano campioni per vincere subito faccio fatica a vederlo. La stessa Inter oggi è stata costruita comprando anche giocatori a parametro zero".

Marotta dice di voler dire addio nel 2027. Che tipo di futuro vede per lui?
"Se penso ai dirigenti a livello di calcio italiano o sportivo, un uomo con la sua esperienza credo che possa benissimo essere impiegato ad alti livelli dirigenziali nazionali, per il bene del calcio italiano. Per l'Inter invece spero che rimanga ancora lì, perché vorrebbe dire che c'è una società che lo aiuta a guidare una squadra molto competitiva ancora. Lo vedrei bene in Federazione comunque".

Riforme, quali farebbe per aiutare il calcio italiano?
"Inizierei dallo statuto della Lega, perchè la Lega così non può andare avanti, con uno statuto che permette a un gruppetto di società che investono meno e contano meno delle grandi di guidare una Lega che finisce per essere provinciale e non al livello di Bundesliga o Liga e Premier. Ad esempio il quorum con cui vanno prese le decisioni importanti. Per il bene del calcio italiano 20 squadre sono una follia, perché non tutte sono all'altezza del campionato. Sarebbe bene ridurle, e farebbe bene anche alla Nazionale. Su 20 squadre se ne possono liberare almeno due. Si gioca troppo e male. E si andrà a giocare ancora di più ora.FIFA e UEFA si inventano campionati solo per ingrandire i bilanci e non si pensa alla salute economica dei club e dei giocatori soprattutto".

Che ne pensa dell'uscita di Gravina, che ha detto che crede ad Acerbi?
"Se vogliamo parlare delle uscite improvvide su sanzioni comminate, queste uscite le trovo assurde. Vorrei una Federazione che per prima metta mano anche al codice di disciplina. Io avrei evitato. Gravina deve rimanere neutrale nella sua posizione".

Quale campione la fa ancora emozionare?
"Barella, per la qualità e l'entusiasmo che mette in campo. E poi credo che Spalletti faccia bene a contare su un'ossatura come quella dell'Inter che fa bene nel club nerazzurro".

Quale presidente ha la marcia in più?
"In questo momento vedo molto bene Cairo e anche De Laurentiis, con il suo modo molto imprenditoriale di fare. E' un presidente che a suo modo è anche generoso. Mi piace molto Commisso, che potrà portare anche in Lega un apporto molto importante".

AIA, che ne pensa di quanto sta accadendo? Si parla di commissariamento:
"Ho l'idea che ci siano delle grandi lotte interne. L'introduzione del VAR e soprattutto questi cambiamenti continui nel modo di valutare certi episodi sta incidendo sugli arbitri. E' cambiato il modo di arbitrare, l'arbitro non può esprimere la sua personalità perché ha sempre paura di decidere. C'è paura, non vedo più arbitri con personalità".

Per quale club di Serie A tornerebbe volentieri?
"la passione c'è sempre però largo ai giovani".

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