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Prandelli: "Firenze la mia città. Non porto rancore nei confronti di nessuno"

Prandelli: "Firenze la mia città. Non porto rancore nei confronti di nessuno"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
venerdì 19 giugno 2015, 14:292015
di Lorenzo Di Benedetto

Cesare Prandelli, ex tecnico della Fiorentina, presente negli studi di Lady Radio ha parlato dei temi legati alla squadra viola e del suo passato sulla panchina gigliata: "Firenze è la mia città, l'ho capito subito, sia per la cultura che per tutto il resto. I fiorentini sono polemici ma hanno un grande cuore e un animo buono. Professionalmente è una piazza molto stimolante. La polemica finisce però quando la squadra ha bisogno. L'esperienza con la Fiorentina? Ho vissuto anni meravigliosi, dove abbiamo disputato stagioni incredibili, poi sono state fatte scelte diverse e il rapporto è finito. Non porto rancore nei confronti di nessuno, ma avrei voluto parlare con qualcuno. Per tre anni non ho guardato la Fiorentina, è come quando ti lasci con una ragazza e cerchi di evitarla per non stare male. Ho rivisto Della Valle prima della finale di Coppa Italia, ci saremmo dovuti rivedere ma poi non abbiamo avuto l'occasione. Ho seguito la vicenda Montella da esterno, non posso entrare nei dettagli, ma posso dire che ha fatto benissimo alla Fiorentina. Forse c'è qualche analogia con la mia avventura. Firenze vive la Fiorentina in prima persona e credo che potrebbe competere con le grandi squadre, è tutta una questione di scelte, ma ci sarebbero tutte le possibilità per provare a vincere. Salah? È un grande giocatore, è stato l'arma in più ed è stata una grande sorpresa visto che è molto diverso da Cuadrado. Se tornerei? Non mi sto proponendo, ma dico che io non sarei mai andato via e il fatto che sia rimasto a Firenze ne è la dimostrazione. Giuseppe Rossi? Gli auguro di tornare, è un grande giocatore. Dal punto di vista umano mi aspetto solo una parola con 5 lettere... Non saprei dire se tornerà a giocare con continuità, ha un carattere molto forte.

In una società la cosa più importante è mettere le persone giuste al posto giusto, la squadra vincente deve essere composta da allenatori e dirigenti sul campo quotidianamente e non soltanto nel fine settimana. Andrea Agnelli fa il presidente della Juve 24 ore su 24, poi ha scelto le persone adatte. I progetti? Non ne ho visti nelle grandi squadre, solo nelle piccole. Quando non hai tante risorse devi ingegnarti e arrivare prima degli altri. Queste realtà hanno un vero e proprio progetto tecnico. Babacar e Bernardeschi? Hanno qualità e prospettive illimitate ma a un certo punto si deve avere il coraggio di puntare su di loro al 100%, dandogli fiducia. Paulo Sousa? Il Basilea ha proposto un grande calcio, uno dei migliori d'Europa. Personalmente non lo conosco, ma ha dato una chiara impronta alla sua squadra. Gomez? 250 gol non si buttano via, non voglio entrare in situazioni che non conosco. Personalmente penso che certi giocatori possano essere penalizzati in un determinato contesto di squadra. Per certi aspetti è un giocatore simile a Toni, ma la mia Fiorentina giocava in modo diverso rispetto a quella degli ultimi due anni. Non so se rimarrà, ma lui vuole dimostrare di essere un campione. Gilardino? È una garanzia, arriverà ai 200 gol in Serie A. Nasce come centravanti d'area e se dovesse rimanere sarebbe un'arma utile, così come Diamanti che ha anche un grande spessore all'interno dello spogliatoio. Ha grande carattere".