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Recoba: "Potevo andare in Liga ma l'Inter disse no. Futuro? Vivo il momento"

Recoba: "Potevo andare in Liga ma l'Inter disse no. Futuro? Vivo il momento"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 4 maggio 2015, 17:292015
di Simone Bernabei

Alvaro Recoba, storico ex attaccante dell'Inter, ha parlato alla rivista spagnola Panenka ripercorrendo i passi fondamentali della sua carriera. Questo quanto riportato da FcInterNews: "Mi sarebbe piaciuto giocare in Spagna e in passato ci sono stati contatti anche con Atletico Madrid e Barcellona; l’Inter però non mi ha mai lasciato andare via. Il debutto contemporaneo a Ronaldo? E’ vero che abbiamo debuttato nella stessa partita (Inter-Brescia 2-1 del 31-8-1997, ndr) e che io ho fatto due gol uscendo dalla panchina. Ma anche così, non c’è paragone: Ronaldo era un fenomeno e ha avuto una carriera 100 volte più importante della mia. Le cessioni in prestito? C’era sempre il problema del tetto degli extracomunitari. Io ero sempre il quinto e venivo scartato. La mia esperienza al Venezia fu fantastica, ci salvammo giocando benissimo e feci anche molti gol. Anche al Torino andò bene. Come ci si sentiva a essere il giocatore più pagato al mondo?
Credo che non fosse esattamente così. Può darsi che il mio contratto fosse tra i più alti, però per la pubblicità un giocatore uruguayano non può mai arrivare a certe cifre. Anche Hidetoshi Nakata era uno dei meglio pagati e non credo solo per l’ingaggio.

Le polemiche di quegli anni legate alle vittorie della Juventus? Non mi piace togliere meriti alla Juve perché aveva una grande squadra. Il tifo dell’Inter si lamentava e molte volte aveva ragione. Però io preferisco non pensarci perché non serve a niente, finisci con l’ammalarti tu stesso di un odio che non serve a niente. Se hai dei dubbi, allora è meglio non scendere in campo. Futuro? Non faccio progetti, vivo il momento. Non pensavo di giocare fino a quasi 40 anni. Ma se mi sento bene e continuo a sentire l’affetto della gente… Non so. Deciderò a giugno. Rimpianti? Non cambio quello che ho fatto. Gioco a calcio perché mi piace e sicuramente avrei potuto fare tante cose per arrivare più lontano. Ma non pregavo nessuno né chiedevo favori per giocare".