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Schiavella: "Mondiale 2022, già 1200 morti per la costruzione degli stadi"

Schiavella: "Mondiale 2022, già 1200 morti per la costruzione degli stadi"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 20 aprile 2015, 09:532015
di Marco Frattino

Attraverso le frequenze di Radio Rai durante la trasmissione Radio Anch'io Sport, il segretario della Cgil Walter Schiavella ha parlato delle difficili condizioni di lavoro degli operai impegnati nella costruzione degli stadi per il Mondiale organizzato dal Qatar per il 2022: "Abbiamo fatto una visita a novembre, le prime stime rivelano circa milleduecento operai morti sul lavoro. Novecento sono di causa apparentemente naturale, per le condizioni di lavoro drammatiche. Si lavora anche a 40° gradi, gran parte di questi lavoratori provengono dai Paesi asiatici e vengono impiegati dalla legislazione del Qatar che è estremamente negativa".

Quali sono le condizioni di lavoro? "Ci sono due realtà difficili e diverse tra loro. La maggior parte lavora in condizioni drammatiche in termini di sicurezza e non solo. Tantissimi operai vivono in condizione di semi-schiavitù".

Il numero sembra però destinato ad aumentare entro l'inizio del Mondiale. "Da qui al 2022 si rischia di arrivare a numeri drammatici, Blatter e la Fifa devono fare qualcosa in più. Il governo del Qatar si rivela attento alle condizioni dei cantieri ma le cose non vanno come dicono, bisogna intervenire per evitare nuove morti sul lavoro".

Cosa si può fare per rimediare? "L'arma più importante è la pressione dell'opinione pubblica sulla Fifa e sugli sponsor commerciali. Bisogna colpire sugli interessi che non possono essere scaricati sui lavoratori".

La risposta della Figc? "Ci ha ricevuto martedì scorso, si è impegnata a prestare attenzione a questo fenomeno. Tutte le federazioni devono agire in questa direzione, in modo che la Fifa possa imporre al Qatar il rispetto e la sicurezza dei lavoratori".

Quanto guadagnano gli operai in Qatar per i nuovi stadi? "Non tutti vengono pagati. I più fortunati guadagnano tra i due e i trecento euro, uno stipendio molto basso rispetto ai nostri canoni".