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TMW RADIO - 15 anni fa l'addio a Mero. Il ricordo di Sonetti, Filippini e Petruzzi

TMW RADIO - 15 anni fa l'addio a Mero. Il ricordo di Sonetti, Filippini e PetruzziTUTTO mercato WEB
lunedì 23 gennaio 2017, 20:122017
di Marco Frattino

Era il 23 gennaio 2002 quando Vittorio Mero s'è spento a causa di un incidente stradale. A ricordare l'ex difensore del Brescia ci hanno pensato, attraverso le frequenze di TMW Radio, l'allenatore Nedo Sonetti oltre gli ex calciatori Emanuele Filippini e Fabio Petruzzi.

“Ero compagno di stanza di Vittorio”, ha detto Emanuele Filippini che ha poi proseguito: “Per me è stata una tragedia, fu come perdere un familiare. Quel giorno facemmo allenamento la mattina, sul campo c'eravamo io e lui in quanto squalificati per la gara di quella sera in Coppa Italia contro il Parma al Tardini. Con noi c'era Koźmiński poiché infortunato. Dopo l'allenamento tornammo a casa, ma c'era intenzione di andare a vedere la gara dal vivo. Poi chiamai il team manager, perché mi arrivarono notizie su quell'incidente. È stata una grave perdita, era un ragazzo solare e sempre sorridente. Era un trascinatore per solarità e simpatia, quando era chiamato in causa da mister Mazzone dava sempre tutto”.

Arriva anche il ricordo di Fabio Petruzzi, che ha detto: “Fu una tragedia, Vittorio era un uomo spogliatoio. Sempre pronto alla battuta, non giocava tantissimo ma era tra i leader di quel gruppo. Sapemmo della sua morte in campo, decidemmo di rientrare negli spogliatoi. Fu una tragedia che ci lasciò senza parole, quell'anno vide anche la squalifica di Guardiola, l'infortunio di Roberto Baggio. Fu una stagione particolare. Ci salvammo all'ultima giornata, dovevamo vincere per restare in Serie A. Riuscimmo a battere il Bologna, la vittoria fu ovviamente dedicata a Vittorio”.

“L'avevo definito lo 'Sceriffo'”, ha detto Nedo Sonetti. L'allenatore, che aveva avuto Mero a disposizione a Brescia nella stagione 1999-2000, ha poi proseguito: “Ricordo Vittorio sempre con grande simpatia, era una persona che dava sostanza allo spogliatoio insieme ai fratelli Filippini. Era solare, ma quando scendeva in campo era sempre pronto al duello. Affrontava a testa alta e con grande efficacia ogni attaccante avversario”.