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TMWMagazine, Ljungberg: "Sono stato vicino alla Fiorentina"

TMWMagazine, Ljungberg: "Sono stato vicino alla Fiorentina"TUTTO mercato WEB
© foto di Bartoli Davide
sabato 17 maggio 2014, 07:552014
di Chiara Biondini
fonte Di Alessio De Silvestro e Alessio Calfapietra per TMWmagazine

"Play the Arsenal way". Un motto che Fredrik Ljungberg ha vissuto sulla propria pelle per nove stagioni, e che ora l'ex centrocampista svedese vuole trasmettere in giro per il mondo tramite l'Arsenal Soccer Schools, il progetto che la società londinese manda avanti dal 1985 e che coinvolge ben ventitre nazioni disseminate per il globo. L'obiettivo non è scovare potenziali campioni, attività svolta egregiamente per altre vie, ma formare i bambini secondo il metodo "Double Club", basato contemporaneamente sull'apprendimento tecnico e didattico, all'insegna di valori irrinunciabili quali rispetto, lealtà e spirito di collaborazione. Ljungberg ha tanto da insegnare alle giovani generazioni, la sua carriera è costellata di successi sia nei Gunners che nella nazionale con la quale ha disputato due mondiali e due europei. Non a caso un celebre sondaggio lo ha eletto come undicesimo miglior giocatore nella storia dell'Arsenal. Per buona parte degli anni duemila è stato uno dei calciatori più ammirati in Europa e molti avrebbero voluto vederlo giocare anche in Italia, ancora oggi il suo nome evoca classe e dinamismo.

Incontriamo Ljungberg al termine dell'esibizione con i ragazzi della scuola calcio Hill23 di Vitinia a Roma, uno dei tredici centri di formazione affiliati all'Arsenal in tutto il centro-sud. Iniziamo rendendo finalmente giustizia alla pronuncia del suo cognome, per lungo tempo storpiato nelle telecronache nostrane con un'impropria resa letterale. "Nice to meet you" Fredrik Ljungberg (pron. Ljumberj) "Perfetto, si legge esattamente così, bravo!" L'Academy dell'Arsenal è tra le migliori in assoluto. Puntare sui giovani è la mossa vincente? "Il calcio è un mondo molto complesso, quindi iniziare a giocare sin da piccoli con sistemi di gioco palla a terra, fatti di scambi in velocità, con gli anni aiuta ad assimilare questo sistema, e ciò ti permette di trovare i giocatori, così come fa l'Ajax, il Barcellona e lo stesso Arsenal". Nelle giovanili dell'Arsenal c'è Kristoffer Olsson, un centrocampista che ti assomiglia. "Sì, l'ho visto crescere in questi ultimi due anni che è venuto qui, è un buon giocatore, in generale posso dire che da noi ci sono tanti buoni elementi".

E di Zelalem si dicono meraviglie. "Anche lui è un buon giocatore, ma ripeto che preferisco parlare in termini generali del settore giovanile piuttosto che dei singoli. Se un ex giocatore si esprime in maniera chiara per qualcuno poi si creano troppe pressioni tramite i media ed aumentano le aspettative su di lui, invece bisogna lasciare crescere questi ragazzi con calma". La Roma ha recentemente preso Valmir Berisha, uno dei migliori prospetti svedesi. "Non l'ho visto giocare molto, ma ha fatto benissimo lo scorso autunno ai Mondiali under 17 e quindi deve essere un buon elemento, si tratta sicuramente di una promessa ma sarà il tempo a stabilire se si affermerà come calciatore".

Pensi che l'Arsenal avrebbe potuto lottare per il titolo se non si fossero infortunati Ramsey ed Ozil? "La Premier League è un campionato difficile e si deve tenere in conto la possibilità di perdere giocatori strada facendo visto le molte partite da disputare. Avere due elementi di quel calibro sarebbe stato sicuramente utile per ottenere il miglior risultato".

Ora c'è la finale di FA Cup contro l'Hull. "E' un match importante che darà la possibilità di mettere in bacheca un altro trofeo, anche se l'Hull non è un top club si tratta comunque di una finale, queste gare non sono mai semplici e vanno giocate con attenzione, infatti contro il Southampton nel 2003 l'Arsenal ha vinto 6-1 in campionato e nella finale di FA Cup, pochi giorni più tardi, ci sia mo affermati con un solo goal di scarto".

Servirebbe un goal come il tuo nella finale contro il Chelsea nel 2002..come ti è venuta in mente una genialata simile? "Ti ringrazio per il complimento. Ero particolarmente in forma, sentivo molto la partita, non ho tirato molto forte ma sono riuscito a dare al pallone una traiettoria particolare tanto da trafiggere il portiere. Dovevo superare un certo John Terry in marcatura e non era facile... pensa che avrei dovuto essere sostituito di lì a poco, dalla panchina già partivano cenni per farmi uscire e invece ho fatto un goal del genere, direi che è andata molto bene".

Quale è stato il momento più emozionante della tua carriera? "Ce ne sono stati molti perché ho avuto la fortuna di giocare in grandi squadre. Dovendo scegliere posso indicare il goal che ho segnato al Manchester United nel 1998, era la mia prima partita con l'Arsenal ed ho segnato pochi minuti dopo il mio ingresso in campo. L'intero stadio, l'Highbury, ha iniziato a cantare il mio nome ed è stata una grandissima emozione, l'ho avvertita sin nel profondo".

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© foto di Bartoli Davide
© foto di Bartoli Davide