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Torino, Ventura: "Con i presupposti dello scorso anno ci divertiremo"

Torino, Ventura: "Con i presupposti dello scorso anno ci divertiremo"TUTTO mercato WEB
© foto di www.imagephotoagency.it
venerdì 8 agosto 2014, 06:332014
di Elena Rossin
fonte TorinoGranata.it

Il mister ha sottolineato il fatto che se mette pressione ai giocatori e crea dualismi non cresceranno mai. Ventura si augura ai play-off di affrontare un avversario che non comporti una trasferta troppo lunga. Per quel che riguarda Cerci dice solo che sta lavorando per disputare una grande stagione e che dell'eventuale cessione bisogna parlarne con il presidente.

Di solito il Torino non segna quattro gol e in tutto sette nell'arco di due partite. E' cambiata qualche cosa?
"Su ieri sera bisogna fare tante considerazioni. Innanzitutto c'era lo stadio pieno, la gente non è venuta per la partita, ma perché aveva voglia di Toro, aveva voglia di sentirsi di nuovo granata. Questa è stata la cosa più bella che ho visto. C'erano delle verifiche da fare e il risultato ieri era l'ultimo dei nostri obiettivi. L'obiettivo principale era fare dal primo al novantesimo minuto verifiche sul piano della lettura degli spazi, di leggere le situazioni tenendo conto del quando, come e perché si fanno certe determinate cose. In alcuni casi abbiamo fatto anche cose buone, in altri avremmo potuto fare meglio, ma fino all'ultimo i giocatori hanno provato e questo è il segnale più importante. Continuo a ripetere che questa è una squadra che se avrà la stessa determinazione, voglia e umiltà che c'erano nello spogliatoio l'anno scorso potrà ritagliarsi uno spazio importante. Che cosa potrebbe frenare questa squadra? Un pizzico di presunzione, sufficienza o pressapochismo, sarebbe un fallimento, un vero problema in generale e a Torino in particolare. Se, invece, ci saranno gli stessi presupposti dello scorso anno credo che ci sarà la possibilità anche di divertirci".

Il fatto che tutti gli attaccanti a disposizione abbiano segnato è importante?
"Sì, sono contento per loro, ma non sono questi i gol che contano. Era importante che rompessero il ghiaccio, noi giochiamo ancora poco con le punte, dobbiamo fare un passo alla volta. Ad esempio, l'anno scorso Bovo e Moretti non erano questi che si vedono quest'anno, adesso leggono e sanno e possono giocare in qualsiasi modo, quando sono arrivati non c'era quest'abitudine. Ho fatto questo esempio per dire che tutti hanno bisogno del tempo necessario, valeva per loro che stavano bene e avevano effettuato tutto il ritiro figuriamoci per gli stranieri o per chi è arrivato dopo. Bisogna dare tempo ai nuovi di capire che siano punte o centrocampisti. I giovani hanno bisogno di crescere, capire, mettersi in discussione, provare, sbagliare per capire l'errore e non farlo più. E' inutile dire che c'è Tizio o Caio, in questo momento c'è un gruppo di giocatori che sta cercando di diventare squadra e se riuscisse a inglobare disponibilità e umiltà, come dicevo prima, può diventare una buona squadra".

Barreto e Larrondo, Quagliarella e Martinez sono coppie d'attacco in un momento iniziale della stagione con la preparazione ancora in corso o per caratteristiche tecniche e fisiche sono un'idea di coppie che possono convivere meglio?
"No, sono quattro punte che possono giocare una con l'altra. Nessuno ci vieta di giocare con Barreto e Martinez o in un'altra maniera. Il problema di fondo oggi non sono le coppie o non è se c'è Tizio o Caio, ci abbiamo messo tre anni per cancellare l'abitudine della ricerca del dualismo o cose di questo genere. Il nostro obiettivo è un altro: come facciamo le cose, con quale intensità, il concetto di stare bene fisicamente e psicologicamente. Stare bene fisicamente perché si deve dare continuità, questi sono ritmi estivi, in campionato non ci possiamo permettere ritmi di questo tipo (molto bassi, ndr). Psicologicamente perché non dobbiamo avere lo stress ogni volta di dimostrare qualche cosa, non c'è da dimostrare niente ma solo da lavorare e crescere e una volta che si è cresciuti si può dare il proprio contributo diventando protagonista all'interno del gruppo".

Nella conferenza stampa pre-partita aveva detto che Martinez in meno di un mese sarebbe stato pronto, ieri ha segnato, quindi tempi ancora più brevi?
"Era una frase, un modo di dire, lo spiego altrimenti diventa chissà cosa. Martinez è un ragazzo che quando è arrivato aveva un po' di difficoltà perché non capiva, adesso piano piano per tre volte è andato vicino al gol, al di là della rete realizzata, quindi sta capendo i tempi e i movimenti giusti. Per vari motivi, l'ho appena finito di dire, con giocatori con caratteristiche diverse non bisogna avere premura, quando incontreremo delle difficoltà dovremo essere bravi a superarle con il sorriso, come avevamo fatto l'anno scorso. Mi ricordo i commenti quando l'anno scorso in Coppa Italia abbiamo perso con il Pescara si è detto che era la pagina più nera della storia del calcio granata, l'avete detto voi (giornalisti, ndr), e poi siamo andati in Europa. Le parole contano poco, conta il campo, il lavoro, i sacrifici, la crescita dei giocatori e soprattutto i presupposti per i quali i giocatori possano crescere. Se io metto pressione e creo dualismi non cresceranno mai".

Nel sorteggio di oggi per i play-off d'Europa League il Torino sarà testa di serie, c'è una destinazione o un avversario che vorrebbe evitare?
"No, spero solo che non sia una trasferta troppo lontana perché noi abbiamo problemi ad andare distante".

Si continua a parlare della cessione di Cerci, sul sostituto ha ricevuto delle garanzie?
"Di Cerci se n'è parlato in lungo e in largo, c'è il presidente e quindi la domanda va fatta a lui. Io faccio l'allenatore e alleno chi ho".

Lei riuscirebbe a convincere Cerci a rimanere un'altra stagione al Torino?
"Sinceramente faccio anche un po' fatica a capirvi, se devo essere sincero. C'è il presidente parlatene con lui. Ne abbiamo parlato in lungo e in largo, basta. Cerci si sta allenando anche bene, sta lavorando con un discreto impegno e credo che voglia fare una grande stagione, infatti, sta lavorando in questo senso. Faccio l'allenatore e non il direttore sportivo, magari al presidente chiedete la formazione e a me se vediamo Cerci, dovete invertire le domande".

Proprio prima del fischio finale Ruben Perez si è fatto male alla caviglia, come sta?
"Ruben Perez è tosto".