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Uva: "Siamo un grande veicolo economico, crediamo nel calcio femminile"

Uva: "Siamo un grande veicolo economico, crediamo nel calcio femminile"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
lunedì 18 maggio 2015, 09:522015
di Marco Frattino

Michele Uva, dg della Figc, ha rilasciato alcune dichiarazioni attraverso le frequenze di Radio Rai in merito al report 2015 del calcio italiano: "Siamo al quinto anno sul rapporto del calcio italiano, il calcio professionistico - ha spiegato Uva durante la trasmissione Radio Anch'io Sport - è ancora in crescita di fatturato nonostante la crescita economica ancora non positiva in Italia. Il giro d'affari è stimato in 13 miliardi di euro, una crescita del 50% in dieci anni. È un grande veicolo economico e finanziario in quanto è tra le prime dieci aziende del nostro Paese".

L'incidenza dei diritti televisivi? "Rispetto agli altri Paesi, siamo ancora molto legati a questi diritti. Bisogna sviluppare le due aree principali, ovvero quella dell'impiantistica sportiva e quella dell'internazionalizzazione delle squadre intorno a un progetto comune che deve essere fatto dalle Leghe".

Calcio italiano troppo legato ai diritti televisivi? "E' così, il processo di internazionalizzazione che manca al sistema italiano è vero. Questo permette di fare il salto di qualità, permette di promuovere il brand in altre economie in grandi crescite. Il botteghino è invece penalizzato soprattutto dalla impiantistica sportiva, uno stadio non all'altezza non aiuta a portare gente a vedere le partite dal vivo".

L'indebitamento frena la crescita? "Il problema dell'indebitamento è forte, la mancanza di crescita dei ricavi su cui si può lavorare con lungimiranza sta penalizzando. La Federazione sta facendo nuove riforme che, combinate tra loro, porteranno una migliore sostenibilità. Queste norme sono state fatte negli ultimi sei mesi, ci vorrà del tempo per vederle attuate. Credo un 3-4 anni. Il tempo del mecenatismo è terminato, il calcio è diventata una vera e propria azienda che ha bisogno di essere gestita come tale".

Si va verso un calcio con pochi spettatori dal vivo? "La tendenza è quella di avere un numero di spettatori legati al proprio bacino d'utenza, ma l'idea è quella di avere stadi comodi e fruibili. Questo comporterà ad avere un numero maggiore di spettatori. Quello calcistico è un movimento di 32 milioni di tifosi, di cui 1,4 milioni di tesserati. Un movimento simile deve essere analizzato anche sotto il profilo sociale".

Il caso Belloli sul calcio femminile? "Le parole, qualora dovessero essere confermate dalla Procura Federale, sono inaccettabili e nemmeno commentabili. Verrà chiarita la vicenda, la Federazione sta facendo un grande investimento sul settore femminile. Ha fatto un progetto due mesi fa, avremo tre nazionali femminili in più. Non sono stati tagliati i fondi, stiamo investendo tanto in risorse e progettualità. Crediamo nel calcio femminile, la Federazione sta parlando con i fatti e non con le parole".