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Kolasinac, il Marsiglia aveva offerto molto meno dell'Atalanta. Non sbaglia una partita
Ha dovuto alzare bandiera bianca in due partite, Sead Kolasinac. Paradossalmente quelle storiche di quella stagione: lo 0-3 a Liverpool, con De Roon da difensore alla bisogna, il 3-0 all'Olympique Marsiglia, con De Roon da difensore per scelta. Eppure nessuno si sogna di non metterlo in campo, oppure di discuterlo. Nato terzino sinistro, l'anno scorso straordinario difensore centrale - da braccetto - proprio all'OM. Probabilmente avrebbe voluto esserci, quasi a tutti i costi. Forse potrà esserci nelle prossime, perché le gare dell'Atalanta più importanti sono quelle a venire: Roma in campionato - una vittoria e sarebbe praticamente Champions - poi Juventus in Coppa Italia, Bayer Leverkusen in Europa League.
Nemmeno nei sogni poteva pensare a una stagione del genere, Kolasinac. La scelta di venire in Serie A poteva essere discutibile (e discussa) perché nel corso della sua carriera aveva giocato in Bundesliga, Premier League e Ligue 1. L'Atalanta, a dir la verità, ci ha puntato molto. Un triennale da 2,2 milioni di euro - aiutato anche dal Decreto Crescita - che l'OM non aveva intenzione di concedere. A trent'anni ha trovato una continuità di rendimento (e di presenza) che non ha mai avuto nella sua carriera.
Come lo sono stati Toloi e Palomino, come lo è Djimsiti tutt'ora, Kolasinac è diventato un pilastro della squadra. Un titolarissimo che non viene mai messo da parte. A meno che non ci siano degli stop fisici. Se i risultati sono questi, d'altro canto, anche saltare qualche partita non è poi così un dramma.
Nemmeno nei sogni poteva pensare a una stagione del genere, Kolasinac. La scelta di venire in Serie A poteva essere discutibile (e discussa) perché nel corso della sua carriera aveva giocato in Bundesliga, Premier League e Ligue 1. L'Atalanta, a dir la verità, ci ha puntato molto. Un triennale da 2,2 milioni di euro - aiutato anche dal Decreto Crescita - che l'OM non aveva intenzione di concedere. A trent'anni ha trovato una continuità di rendimento (e di presenza) che non ha mai avuto nella sua carriera.
Come lo sono stati Toloi e Palomino, come lo è Djimsiti tutt'ora, Kolasinac è diventato un pilastro della squadra. Un titolarissimo che non viene mai messo da parte. A meno che non ci siano degli stop fisici. Se i risultati sono questi, d'altro canto, anche saltare qualche partita non è poi così un dramma.
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