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Marco Marano, medico del Varese con il cuore biancoverde: "Sogno l'Avellino in A"
giovedì 20 novembre 2014, 11:25Esclusive
di redazione TuttoAvellino
per Tuttoavellino.it

Marco Marano, medico del Varese con il cuore biancoverde: "Sogno l'Avellino in A"

Sabato prossimo una fetta di Irpinia sarà seduta sulla panchina avversaria: merito di Marco Marano, classe 1980, medico sociale del Varese, che al Partenio accompagnerà la squadra ospite e guarderà, per una volta, i Lupi da un’altra prospettiva. Lo abbiamo intervistato.

“I calciatori e tutti i dirigenti – afferma Marano -, dal giorno del sorteggio continuano a ricordarmi la data del 22 novembre: mi chiedono con insistenza per chi farò il tifo sabato prossimo. Sono emozionato perché varcare il tunnel, guardare la curva Sud piena, dove anche io sono stato tante volte, sarà un’emozione speciale e sicuramente indimenticabile”.

Nato ad Ariano Irpino e originario di Sturno, Marco Marano è un medico chiurgo specializzato in Ortopedia e Traumatologia. 

Come sei approdato nel mondo del calcio? E' stata una scelta precisa, un sogno o una fatalità?

“Amo lo sport da sempre e sul campo di Sturno giocavo spesso a calcio con gli amici. La domenica andavo al Partenio a vedere l’Avellino, prima con mio zio Antonio e i miei cugini e poi con i miei amici. Crescendo, alla passione per lo sport si è affiancata quella per la medicina, in particolare per l'Ortopedia e per le problematiche legate alla traumatologia sportiva: da qui, una volta laureato, la scelta di svolgere il concorso proprio a Varese, dove il direttore, Prof .Cherubino, oltre ad essere uno degli ortopedici migliori in Italia è da anni consulente ortopedico del Milan”. 

Hai iniziato la tua carriera medico-sportiva lavorando con i giovani: com'è il loro rapporto con la figura del medico?

“Gli anni trascorsi nella primavera del Varese – a cui sono approdato nel 2011 – sono stati molto importanti per la mia crescita e per quella dei ragazzi (alcuni dei quali oggi sono in prima squadra con me). Ritengo che, dal punto di vista medico, oltre che tecnico, gli anni delle giovanili siano fondamentali per la formazione di un calciatore. In quegli anni è importantissimo dare ai ragazzi i consigli giusti sulla prevenzione, inculcare le abitudini e gli stili di vita adeguati, far capire che il loro non è un punto di arrivo ma un punto di partenza se davvero hanno intenzione di diventare calciatori professionisti. È necessario, quindi, insegnare tutto ciò che può servire ad un ragazzo per arrivare un domani in una squadra di Serie A ed essere davvero un atleta sia nel fisico che nelle testa”.

Com’è stato l’approdo in prima squadra?

“Sin dal ritiro di Morgex ho capito come le dinamiche fossero diverse. Ho trovato degli atleti e delle personalità ben formate, con conoscenze e abitudini radicate. Direi che ogni calciatore professionista, come ripeto a loro, è il proprietario dell’azienda di se stesso e quindi deve essere in grado di gestirsi al meglio in tutto e per tutto. Per cui il nostro ruolo in prima squadra, è soprattutto quello di ascoltare, di dare dei piccoli suggerimenti, di supportare oltre che di curare le ‘botte’. Ho incontrato una professionalità ed una serietà da parte loro enormi, e anche un rispetto ed una fiducia nei miei confronti davvero incredibili. Devo dire che si è instaurato un rapporto molto positivo e che sono davvero felice per l’esperienza sia professionale che umana che sto vivendo qui al Varese”.

Il ricordo più bello da tifoso dell’Avellino?

“Non dimenticherò mai la finale dei play off col Napoli al San Paolo quando con mio fratello Gianni siamo entrati nel settore ospiti con tutto lo stadio già pieno che fischiava e noi che incitavamo i lupi. E poi la sera, il ritorno ad Avellino con il torpedone di pullman che ha fatto il giro della città e la gente fuori dalle case ad applaudire: da brividi!”.

Domanda obbligatoria: un pronostico sulla stagione dei Lupi?

“Il mio auspicio per quest’anno è che l’Avellino riesca a coronare il sogno della Serie A e che, per noi, si possa raggiungere l'obiettivo della salvezza: sarei davvero felice al mio primo anno trai i professionisti se riuscissi a festeggiare entrambi i risultati”.

Luca Cipriano