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Avellino tutto fumo, ma l'arrosto è ancora nel forno. Serve cinismo, l'attacco è sterile contro un modesto Vicenza
domenica 25 settembre 2016, 08:00Copertina
di Pellegrino Marciano
per Tuttoavellino.it

Avellino tutto fumo, ma l'arrosto è ancora nel forno. Serve cinismo, l'attacco è sterile contro un modesto Vicenza

Vincere per smuovere la classifica e lasciare l'ultimo posto solitario, vincere per centrare la prima vittoria interna. Erano questi i rispettivi imperativi in casa di Avellino e Vicenza. I biancoverdi di Toscano reduci dalla sconfitta contro il Cittadella hanno tentato di strappare via i tre punti dal Menti, sfatando un tabù che purtroppo è destinato a restare tale. Il trainer degli irpini non rinuncia al suo 3-5-2 e manda in campo l'ormai collaudata difesa composta da Gonzalez, Djimsiti e Diallo a proteggere Radunovic. In mediana niente cambi, confermati il tio visto contro il Cittadella: D'Angelo, Omeonga e Soumarè, con Belloni ed Asmah sulle corsie laterali. In attacco la coppia già annunciata Ardemagni-Mokulu, con Castaldo out per infortunio. In casa Vicenza Lerda schiera un 4-3-3 con Bianchi sulla sinistra al posto dell'ex Pucino nel ruolo di terzino. Urso in cabina di regia e Cernigoi punta centrale al posto di Raicevic.
Vicenza-Avellino è una partita dai due volti: equilibrata e studiata prima, più avvincente poi. Le occasioni da gol non fioccano, salvo per Ardemagni, che a tu per tu con Benussi si fa prima parare e poi manda fuori di testa a porta spalancata. Per il resto i due portieri restano quasi inoperosi a causa della sterilità offensiva delle due formazioni, più impegnate a difendersi (bene ad onor del vero) che a pungere in attacco. La paura di perdere e peggiorare una posizione di classifica già di per sè difficile ha avuto il sopravvento sui due tecnici. Toscano, però, ha osato forse un pochino di più potendosi affidare alla giornata di grazia di Omeonga che ha disputato un'ottima gara sia in fase di interdizione, sia in fase di impostazione. Il folletto belga ha avuto un bel da fare per spuntarla contro la qualità del centrocampo veneto, e soprattutto nel secondo tempo ha cercato di prendere per mano la squadra, non riuscendo però nella missione.

Un Avellino che ha sofferto la retroguardia del Vicenza, guidata da un Bogdan eccezionale. Numerosi i duelli vinti con Ardemagni e Mokulu, a dire il vero molto poco pericolosi e spesso in fuorigioco. Sugli esterni l'Avellino ha giocato bene. Belloni è il solito inarrestabile nonostante la classica giocata a rientrare sul sinistro ed Asmah si dimostra inesorabile spina nel fianco sulla corsia di sinistra. Quest'ultimo sfrutta al meglio la propria velocità e il suo mancino educato per fornire cross che putroppo non vengono mai indirizzati verso la porta. Si è visto di sicuro un Avellino leggermente più spigliato e probabilmente qualche passo in avanti è stato fatto, ma mancano le azioni da gol vere, quelle che mettono sotto pressione gli avversari. Non si tira quasi mai in porta e si fatica ad essere cinici. Un ingrediente, il cinismo, fondamentale nel campionato cadetto. A prescindere dai moduli, la squadra di Toscano dovrebbe acquisire un po' di sano veleno da diffondere nelle aree di rigore altrui.