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Nicola: "Bari, che passione. L'esordio? Mio figlio mi era vicino..."
mercoledì 26 novembre 2014, 08:30In Primo Piano
di Fabio Mangini
per Tuttobari.com

Nicola: "Bari, che passione. L'esordio? Mio figlio mi era vicino..."

Una settimana in biancorosso per Davide Nicola. Dai giorni di intenso lavoro e ai primi tre punti conquistati sabato scorso davanti al suo nuovo e caloroso pubblico, il mister dei galletti ha tratto un bilancio di questa esperienza. Giunto a Bari con l'etichetta di salvatore della patria e il suo cognome, come intuito, lascio spazio ad accostamenti molto cari alla piazza barese, l'ex tecnico del Livorno si è calato sin da subito nella parte di condottiero in panchina mostrando però un'umiltà come pochi: "Ho capito questa passione sin dal primo giorno quando sono stato trascinato dall'aeroporto in albergo. - ha spiegato in un'intervista riasciata ai colleghi de La Gazzetta dello Sport - Con il popolo barese ci assomigliamo, io sono un piemontese atipico".

Il gruppo di giocatori, ereditato dal suo predecessore, gli ha lasciato ottimi spunti su cui lavorare: "La squadra era in buone condizioni atletiche e per questo ho ringraziato Mangia per aver lasciato una squadra con la cultura del lavoro". Ma Nicola non si sente affatto un traghettatore: "Per me il tempo non conta. - ha ribadito alla rosea - Il progetto di due anni serve perché io possa guardare negli occhi i calciatori, valorizzare i pregi e dimenticare i difetti. Per i quali vale la regola delle tre T: sono tanti, sono troppi, sono di tutti".

Il terzo tempo visto al termine del match vinto sul Trapani rappresenta una piacevole e indicativa consuetidine del mister di Luserna San Giovanni: "Cerchiamo di fotografare la partita appena giocata e immaginare quella che verrà. Un conto è vincere un campionato perché lo dicono gli altri, un conto è farlo. Noi ci proviamo".

La prematura scomparsa di suo figlio gli ha dato quella lucidità necessaria ad affrontare le difficoltà di questo mestiere: "Alessandro è ancora parte integrante della famiglia, la percezione è forte. Mio figlio era un appassionato di calcio, gli avrebbe fatto piacere questa scelta. L’ho sentito vicino all’esordio".