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La tua follia è stata la tua condanna
giovedì 26 maggio 2016, 17:30In Primo Piano
di Gianluca Lippolis
per Tuttobari.com

La tua follia è stata la tua condanna

Il cerchio si chiude e la stagione biancorossa si perde allo stesso modo in cui era cominciata. Dopo quello del prologo, anche l’epilogo racconta di un quattro a tre al San Nicola, questa volta a parti invertite: se all’esordio era stato il Bari di Nicola a battere lo Spezia, ieri è stato il Novara ad avere la meglio sui ragazzi di Camplone. Partite ritratto di una stagione perfettamente coerente nella sua follia. Concetti a tratti ossimorici, ma che meglio non potrebbero rappresentare il delirio durato quarantatre partite.

Non ci troviamo a parlare di nulla nuovo: da Camplone ai giocatori, tutti hanno esaltato la lucida pazzia biancorossa. Quando le conseguenze sono state positive. Quando, invece, il risultato ha penalizzato i baresi ci si è persi in disamine tecnico-tattiche, in analisi varie e circostanziate, di cui avremmo potuto – tutti – fare a meno se solo avessimo focalizzato sin dall’inizio il problema: al Bari, a Bari, manca equilibrio. In campo, minuti di sottomissione e minuti dall’impeto travolgente, avvii di match arrembanti e conclusioni inquietanti. Dagli spalti, sostegno e fischi. Fuori dallo stadio, esaltazione e contestazione. E certo, la follia ispira i geni e può essere, parafrasando Pirandello, un modo alternativo di vivere la normalità, o una condizione a cui ambire, secondo un più terreno Steve Jobs, ma sicuramente mal si abbina ad una squadra di calcio. Il Bari avrebbe necessitato di costanza, tranquillità e, talvolta, un piano da seguire. Ma così non è mai stato tanto con Nicola, quanto con Camplone. E nessuno si perda nelle differenze tra le due gestioni: se il tecnico torinese tendeva a placare, talvolta soffocare, gli eccessi tanto in positivo quanto in negativo dei suoi ragazzi, l’attuale mister li ha liberati. Due atteggiamenti differenti per risultati pressoché identici.

Questo tipo di analisi stona e non poco con l’età media dei galletti. Stessimo parlando di giovani rampanti sarebbe più facile fare spallucce e accettare il verdetto del campo, ma così non è. Tendenzialmente gli anni portano saggezza, ma evidenziamo il tendenzialmente. A Bari non c’è nulla di scontato e a chiunque non sia d’accordo suggeriamo di chiudere gli occhi e ripercorrere gli ultimi anni e gli ultimi mesi nel capoluogo. Smarrite anche voi il vostro raziocinio? Sarà, dunque, il caso di sedersi, acquietarsi, prendere la penna e cominciare a scrivere la storia del prossimo campionato: senza colpi di scena, senza entrate trionfali o uscite disperate, un racconto lineare e placido, perché questo è l’unico modo per tornare in Paradiso.