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Bologna squadra triste ed ambiente pervaso di contagiosa mediocrità
lunedì 13 febbraio 2017, 09:00Director's cut
di Alberto Bortolotti
per Bolognanews.net

Bologna squadra triste ed ambiente pervaso di contagiosa mediocrità

Giovedì mi telefona un collega. "Sai che siamo una squadra triste?" "Vorrai dire tristA". "No, triste. Spenta, amebica". Il giorno dopo esce con un titolo identico il Corriere e allora mi fermo un po' a rifletterci.
La gioia che ha accompagnato lo sbarco dei nordamericani (io ero scettico, anche ci fosse stato ancora Patton) è svanita assieme ai selfie di Joe. La città si è prima ingolosita per obiettivi ambiziosi (simboleggiati da mercati sontuosi, che in B forse non si erano mai visti, almeno guardando gli obiettivi), poi assuefatta a un tran tran più modesto, tutto rivolto a tentare di fare quadrare i conti, operazione che riesce solo se metti insieme giovani prospetti da vendere che fanno gol e punti come quelli atalantini (l'ho già scritto e lo riscrivo: Gasperini sarebbe stato il tecnico di Corvino. Così, per non dimenticare).
La mediocrità che pervade l'ambiente rossoblù è simboleggiata da un discorso che fa a Marassi Roberto Donadoni. "Se questo rigore lo danno contro la Juve, vien giù il mondo. Squadre di centro e bassa classifica come il Bologna, Chievo, Palermo, Pescara - testuale, n.d.r. - non hanno peso". E' la scoperta dell'acqua calda, ma soprattutto la certificazione della tua modestia. Ma non era mica così, all'inizio. E poi: io, con tutto il rispetto, non mi sento di avere alcunchè in comune con un quartiere di Verona e due città specializzate in saliscendi. Di più, già retrocesse.
Ma stiamo al tema. Rigore mostruosamente fasullo, ok. Concesso dall'assistente di linea (non da quello d'area) per una "divisione" del lavoro arbitrale (una modernità rinunciabile) e oggetto di pubbliche scuse del boss delle giacchette nere, Marcello Nicchi (poi tutti i discorsi sulla VAR e sulla sudditanza li approfondiamo un'altra volta). Incide, e tanto, sulla gara. ma non è ugualmente ammissibile sbracare, liquefarsi, arrendersi come è capitato nel finale. La gara era in equilibrio, il Bologna più ordinato del solito, il centrocampo giusto, cattivo e abbastanza tecnico (con i nostri limiti).

Invece così saliamo al bottino negativo record della storia, 11 gol subiti in 8 giorni, 2 fatti. Una squadra di cui andare fieri. Nel senso: c'è ancora tempo per costruirla, per il momento...
Trovo anche curioso che ci sia un nuovo modo per consolarsi. Non so se la cosa vada messa in relazione al mio lavoro, però questo parallelo del Bologna con la Virtus, fatto spesso dai tifosi della V nera, è curioso nella sua assurdità. Quali sono i punti di contatto tra i due sport? A me ne viene in mente uno solo: l'Isokinetic. a cui non credo possa addebitarsi la responsabilità dei continui infortuni delle tre squadre (includo anche la Fortitudo, chiaro), sennò mi verrebbe a cadere un mito. Comunque, è un modo per sviare non stando in tema.
In altri momenti, in altri tempi, in altri luoghi sarebbero rotolate teste. La saggezza contemporanea vuole che gli esoneri siano rarefatti, spesso più per ragioni economiche che per condivisioni tecnico-ambientali. La realtà è che Saputo è prigioniero del meccanismo che ha creato e che tutti si puntellano l'uno con l'altro, al di là di rapporti interpersonali che, quando perdi, possono non essere ottimali. Almeno la continuità sembra garantita. Come farei io? Aprirei, per un giorno, Casteldebole a tutti. E lo farei tutte le settimane. I muri tengono lontani i clandestini, ok, ma chi si avventura fino al Centro Niccolò Galli ha tutte le carte in regola. E sopporta ogni sopruso. Lasciate che un pensionato in bici con la sciarpa rossoblù si faccia una foto, sul campo, con Petkovic. Non diventeranno più tristi di quel che sono. Nessuno dei due.