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Cellino: "Cagliari ci ha cacciati. Pronti a parlare al termine del campionato"TUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
giovedì 19 aprile 2012, 18:44Primo piano
di Roberto Rubiu
per Tuttocagliari.net

Cellino: "Cagliari ci ha cacciati. Pronti a parlare al termine del campionato"

"Siamo stati cacciati da Cagliari. I politici sono sempre i soliti: parlano tanto ma non combinano mai nulla, e noi da dieci anni leggiamo sempre le stesse cose sui giornali." A distanza di due settimane il presidente Cellino risponde alle accuse mosse da Massimo Zedda sulla vicenda stadio. E lo fa dallo stesso palcoscenico, ovvero il seminario di giornalismo della facoltà di Lingue, ormai divenuto una sorta di tribuna politica sulla querelle che più sta facendo discutere in città. "Non ho nessun problema con Zedda. Non potrei mai giocare a braccio di ferro con un bambino. Anzi, sono contento che sia stato eletto, ma bisogna tener presente che i sindaci e i presidenti vanno e vengono, mentre il Cagliari rimane, e questa è la cosa più importante."
Le inevitabili domande degli studenti sullo spostamento della squadra a Trieste toccano un nervo scoperto del presidente, che prende la palla al balzo e si sfoga: "Non siamo noi ad essere andati via, da Cagliari ci hanno praticamente cacciati: lo stadio è totalmente inadeguato, dalle tribune all'impianto elettrico. Zedda mi contesta la mancata manutenzione del cemento armato, ma la realtà è che lo stadio è in queste condizioni perchè è vecchio" ha proseguito Cellino, che ha poi svelato un retroscena: "Nelle scorse settimane la Lega ha scritto al Comune per chiedere conto dei lavori sul Sant'Elia, in quanto la chiusura dei Distinti e della Curva Sud comporta una riduzione della capienza al di sotto della soglia minima consentita per la Serie A (ventimila posti a sedere, ndr). L'amministrazione, di tutta risposta, si è indignata chiamando in causa la presunta inosservanza della norma per gli stadi di Siena e Novara, ma la realtà è che queste squadre, essendo neopromosse, hanno diritto a un anno di deroga. In ogni caso, ora attendiamo che termini il campionato, poi risponderemo con le carte in mano."Il presidente rossoblu non ha comunque nascosto una certa amarezza per la causa di pignoramento portata avanti dal Comune per il mancato pagamento dei canoni d'affitto del Sant'Elia: "E' stata una causa portata avanti a nostra insaputa, tant'è che non ci siamo nemmeno potuti difendere. In ogni caso ora andremo in appello. Prima che subentrassi io la società utilizzava lo stadio senza pagare praticamente nulla, e in cambio concedeva abbonamenti, biglietti e la pubblicità a bordo campo. Ora non possono chiedermi conto anche di quei soldi." Ma il bersaglio principale rimane comunque la precedente amministrazione comunale: "Floris? Un incapace. Con lui le decisioni venivano sempre rimandate: ogni domenica firmava prendendosi la responsabilità dell'apertura dello stadio.

Ora Zedda non firma più e siamo arrivati a questa situazione." Nemmeno l'imminente accordo per il trasferimento nell'impianto di Is Arenas riesce a rendere meno caustico Cellino: "Questa è una guerra tra titani. Io non ci credo fino a quando non vedo i lavori ultimati. Il problema è che trovano sempre scuse per bloccare tutto." Le stilettate non risparmiano poi i tecnici Ballardini e Donadoni, protagonisti di chiaccherati addii: "Il primo è stato licenziato per l'utilizzo inappropriato di un computer della società. Di più non posso dire. Mentre il secondo ha commesso una grave caduta di stile nel presentarsi in tribuna a Bergamo il giorno della nostra sconfitta con l'Atalanta. Inoltre l'indomani è partito per New York quando era ancora pagato da noi. Impossibile tollerare questo atteggiamento, di fatti sono deciso a non concedergli l'ultimo mese di stipendio che avrebbe dovuto percepire prima di passare al Parma."
Il colloquio con gli studenti ha poi spaziato sugli argomenti più svariati, a partire dal calciomercato: "Astori? Nessuna trattativa per cederlo. Se va via lui me ne vado anch'io. Sau l'anno prossimo gioca da noi, e siamo pronti anche a riscattare Pinilla, ma il Comune, pignorandoci i tre milioni di euro che avevamo depositato per il suo cartellino, non ci ha certo fatto un favore."
Non sono mancati poi diversi retroscena a proposito dell'acquisto del sodalizio rossoblu, avvenuto nel giugno del 1992: "Sono diventato presidente per disgrazia: fu Franco Ambrosio, imprenditore nel settore del grano e grande tifoso del Napoli, a propormi l'acquisto del Cagliari. Allora la società, che era nelle mani dei fratelli Orrù, valeva sedici miliardi di lire, inoltre ci giocava Fonseca, che da solo ne valeva quattordici. Un vero affare insomma, nonostante io prima del matrimonio non avessi mai visto dal vivo una partita di calcio. Così acquistai la società della quale ancora oggi non riesco a separarmi."