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Cellino: "Per il Cagliari ho dato tutto, mi hanno costretto a scappare in Inghilterra"TUTTO mercato WEB
© foto di Nicolo' Zangirolami/Image Sport
sabato 19 aprile 2014, 11:33Primo piano
di Serafino Ghisu
per Tuttocagliari.net

Cellino: "Per il Cagliari ho dato tutto, mi hanno costretto a scappare in Inghilterra"

Cellino a 360 gradi a "La Nuova Sardegna": parla del Cagliari, del Leeds, del problema stadio, dei tifosi rossoblù, della cordata americana e dei "veterani"

Dopo ventidue anni Cellino potrebbe salutare la Cagliari Calcio. Senza stadio, senza motivazioni, senza forze,  il “suo” Cagliari, quello temerario ed intraprendente di un tempo, sembra stia cadendo sempre più rapidamente nell’oblio. La decisione di lasciare il Cagliari sembra sia quasi forzata, non voluta dal presidente sardo. Almeno questo lasciano trapelare le sue parole a  La Nuova Sardegna: “Mi hanno costretto a scappare in Inghilterra. Per il Cagliari ho messo il denaro e la faccia. Per sedici anni abbiamo avuto la Serie A: un lusso se si pensa al contesto socioeconomico. Sono finito in carcere ma rifarei tutto daccapo. Dopo aver cercato un futuro per la società con uno stadio moderno e dimensionato alle nostre esigenze, a Elmas, Is Arenas e al Sant’Elia, ho capito che mi dovevo togliere di mezzo”.



Alla domanda "Dal Cagliari ha anche avuto tanto, cosa dice ai tifosi?" del giornalista de La Nuova Sardegna ha così risposto Cellino: "Quali tifosi? Quelli delle big che fanno la fila solo quando viene la loro squadra? O quelli che mi hanno fatto la class action per 100 abbonamenti, che ho già rimborsato, dopo aver fatto gli zingari in mezza Italia per due anni? Non scordo che in passato abbiamo avuto tremila paganti per gare salvezza. Cellino è il parafulmine di tutti i flop. Anche i politici e amministrativi. Si, mi hanno insultato. Ma sarebbe semplice guardare i fatti. Le approvo un fatto. Siamo tornati in ottobre al S.Elia, per il Catania. Avevano promesso l’accesso per sedicimila posti in due settimane. Si entra ancora in cinquemila perché manca una vite o c’è da spostare un estintore. E la colpa è sempre mia. Vedrete a Napoli, Roma e Milano se ostacoleranno la costruzione dei nuovi stadi. Il futuro è lo Juventus Stadium. Tutto esaurito ogni gara, con famiglie e bimbi: un format che ho proposto io per primo. Eppure a Cagliari pur di colpire me e nascondere l’incapacità e il degrado del S.Elia, bloccano tutto”. Massimo Cellino ha anche parlato di Luca Silvestrone, rappresentante della cordata americana interessata all’acquisto del Cagliari. “Pare che Silvestrone curi gli interessi di un fondo americano. Ma non ci sono offerte, cerchiamo di capirne di più. Intanto non si sa dove giochiamo. Serve uno stadio a norma da almeno sedicimila posti. Con tre certezze: Non sarà il mio progetto, il Sant’Elia è un rudere impossibile da resuscitare, creano false aspettative senza dire chi dovrà occuparsi subito della sopravvivenza del club”.

Il presidente ha anche chiarito il motivo per cui è costretto a lasciare il Cagliari: “Mi hanno detto levati dai piedi. Picchiano il Cagliari per abbattere me, definito arrogante e delinquente. Bene, saluto. E sul Leeds si sappia che è un bagno di sangue. A 57 anni mi rimetto in gioco e provo a salire in Premier in un biennio. Ma non sarà facile”. Cellino ha concluso l’intervista con un pensiero su Lopez, Conti e Cossu: “Lopez è bravo e preparato ma quest’anno ha sbagliato tanto nella gestione. Conti? Hanno abboccato ad una trappola, una battuta tradotta male ad arte. Comunque i giocatori parlino in campo. Andrea Cossu faceva panchina in C1, l’ho preso e lanciato in A: è arrivato alla Nazionale di Lippi. Ma, per non finire in Interregionale, faccio sempre il bene del Cagliari. Anche i giocatori migliori passano, il club no. Quest’anno siamo in A per demeriti altrui, siamo a pezzi fisicamente e moralmente. Servirà da lezione. Buona Pasqua a tutti”.