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Ora sì, siamo retrocessi
L'aritmetica ancora non condanna, il buonsenso forse sì, il cuore tenta di appigliarsi ai ricordi di un Cagliari-Napoli che sovvertì pronostici e diede la scossa per centrare - ormai sette anni fa - un'insperata salvezza. Ma ieri, siamo retrocessi. Siamo retrocessi come sistema Cagliari, come club, come sostenitori. L'irruzione dei tifosi ad Asseminello, gli schiaffi e il tentativo di gettare acqua sul fuoco sono forse il punto più basso degli ultimi trent'anni di storia rossoblù.
Lo sport è una cosa, la violenza dovrebbe essere tutt'altro. Dispiace che questo episodio arrivi al culmine della settimana in cui una buona metà delle società di serie A si sono espresse - a parole, per carità - contro i facinorosi da stadio. Bisogna chiarire i contorni, la stessa dirigenza rossoblù ha il dovere di prendere le distanze dai violenti protagonisti dell'orrida irruzione, per rispetto nei confronti dei tifosi - quelli veri - che continuano ad andare allo stadio per sostenere la propria squadra. Con cori, magari fischi. Ma sempre nel rispetto dei ruoli. Tenendo bene a mente che, in fondo, è solo un gioco.
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