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Bertoni: "Ho sempre dato tutto per la Fiorentina"

Bertoni: "Ho sempre dato tutto per la Fiorentina"TUTTO mercato WEB
© foto di Federico De Luca
mercoledì 20 gennaio 2016, 12:002016
di Chiara Biondini

"Ho vinto un Mondiale segnando un gol in finale e ho conquistato una coppa Intercontinentale. Ho il rimpianto di non aver vinto lo scudetto in Italia, ma della mia carriera sono felicissimo. Non potevo certo chiedere di più". Parla così Daniel Ricardo Bertoni, campione del mondo con l'Argentina nel 1978, semplicemente il Puntero ai microfoni del mensile Calcio2000.
Portava il numero sette sulle spalle e quando arrivò a Firenze progressivamente diventò uno degli idoli della tifoseria.
"I dirigenti della Fiorentina vennero a vedermi alcune volte al Siviglia. In particolare si mosse il fratello del conte Pontello (all'epoca la famiglia proprietaria del club viola, ndr) e poi dopo alcuni incontri fu chiusa la trattativa intorno ai tre miliardi di lire. Venivo da una grande stagione al Siviglia, con cui avevo realizzato sedici reti. Ricordo la mia tensione dei primi giorni, un ambiente nuovo, una città da scoprire. La Fiorentina decise di farmi trascorrere i primi giorni in un hotel a ridosso del Ponte Vecchio. La vista era incredibile e non c'era modo migliore per iniziare quell'avventura. Alzarsi e vedere subito quella meraviglia ti dava subito una carica speciale".

"Ho sempre dato tutto per la Fiorentina, abbiamo sfiorato lo scudetto e sono convinto di aver lasciato un bel ricordo tra la tifoseria. Non a caso ho sempre avuto un buon rapporto con la gente". Quello scudetto sfuggì all'ultima giornata - nell'81/82 - per un pareggio contro il Cagliari dove fu annullato un gol molto probabilmente regolare ai viola. E a vincerlo fu la Juve... "Credo che quel campionato lo perdemmo fuori dal campo. Il potere della Juve, soprattutto in quel periodo, era forte in Italia e in Europa. Noi eravamo una squadra nuova, ben costruita, solida, sicura, agile, aggressiva. Eravamo forti anche in difesa dove Vierchowod svettava per la sua marcatura spesso implacabile. Peccato per l'infortunio di Antognoni (l'incidente alla testa nello scontro col portiere del Genoa Martina, ndr), era il nostro faro e con lui in campo magari potevamo fare di più. Ma non va dimenticato che Miani, che lo sostituì, fece comunque un gran campionato. E aggiungo che in quella partita col Cagliari ci fu annullato un gol regolare di Graziani: l'arbitro Mattei vide un mio fallo su Corti ma io non commisi nessuna scorrettezza". Che ricorda di quel giorno a Cagliari negli spogliatoio dopo la partita? "Il Conte Pontello mi disse: 'L'unico che poteva farci vincere lo scudetto eri te'. Ma io giocavo nella squadra, non ce la facemmo tutti insieme. Si vince e si perde tutti insieme. Eravamo stati bravi ad arrivare fin lì, poi purtroppo quella gara andò male, il Cagliari tra l'altro giocò quel match come una finale".

© foto di Federico De Luca
© foto di Federico De Luca
© foto di Federico De Luca