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Claudio Ranieri, il "vecchio" che va sempre di moda e non è mai complicato. Il calcio non è matematica, ma fantasia

Claudio Ranieri, il "vecchio" che va sempre di moda e non è mai complicato. Il calcio non è matematica, ma fantasiaTUTTO mercato WEB
giovedì 11 febbraio 2016, 00:002016
di Alberto Di Chiara
Nato a Roma, ha vestito le maglie di Parma, Fiorentina, Lecce, Perugia, Reggiana, Roma e Nazionale italiana. Ha vinto una Coppa Italia con la Roma e una Coppa delle Coppe, una Coppa UEFA, una Supercoppa UEFA e una Coppa Italia, tutte col Parma.

In questi giorni, oltre che di Juve-Napoli, non si fa altro che parlare della favola del Leicester di Claudio Ranieri. Quando molte società cercano l'allenatore, diciamo così, innovativo, con nuove formule tattiche e alambiccosi concetti pseudo calcistici, con il taccuino sempre in mano per appuntarsi presunte strategie tattiche o nuove formule da applicare, ecco spuntare Ranieri, allenatore tradizionale che mette in riga tutti e fa capire che il calcio è molto più semplice di quello che si vuole lasciare intendere.

Basta complicarsi la vita. Un allenatore deve di base infondere tranquillità, sicurezza, mentalità vincente, rispetto e saper organizzare un gioco che ben si adatti alle caratteristiche dei giocatori che ha a disposizione. Tutto lì. Basta con la ricerca di finti maghi e stregoni, che paventano vincoli tattici esasperati. La missione di un tecnico deve essere soprattutto quella di creare un feeling con lo spogliatoio tale da creare un gruppo coeso, senza trascurare una buona preparazione fisica. Questa è la base, certo poi sono le vittorie in campo che portano sicurezza e consapevolezza dei propri mezzi, ma basta esasperazioni o presunte innovazioni tattiche.

Sacchi è riuscito ad arrivare ad una finale di Coppa del Mondo nel momento in cui sono saltate, per espulsioni, tutte le regole tattiche da lui dettate fino a quel momento, facendo venir fuori involontariamente tutta quella rabbia agonistica e quell'estro rimasti palesemente ingabbiati in formule matematiche scritte su fogli bianchi. Forse non se ne è reso conto neanche lui come si sia trovato ad affrontare il Brasile nel 1994. Una certa disciplina tattica è necessaria, ma non esageriamo. Il calcio non è matematica. Il calcio è fantasia, intuizione, forza fisica, estro e genialità. Le innovazioni nel calcio le intendo solo con l'introduzione della tecnologia in campo per vedere se una palla è entrata oppure no, per limitare errori grossolani di valutazione e quindi migliorare e rendere più credibile il calcio giocato.

Questo intendo per innovazione. Un allenatore nel calcio, come lo intende Mazzone ma anche mio fratello Stefano, deve essere come un sarto, capace di saper creare un vestito a seconda del cliente che ha sotto mano. Se sai fare solo una taglia, sei un allenatore limitato. Quando dai le giuste motivazioni, quando ti fai rispettare e stimare dai tuoi giocatori, ecco che si possono creare favole come il Leicester di Ranieri. Claudio, con quello che sta facendo, ha ridato credibilità a quella categoria di "allenatori veri" che insegnano un calcio reale, pratico, non teorico, perché il calcio non si scrive, si gioca... quindi caro Claudio, avanti così: "Yes you can"!